4. A choice but two different roads

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Alexia

Non so se sia la cosa giusta da fare.

«Ti raggiungo dopo» dico a Pansy già pronta ad andare nella prossima aula.

«Non fare cazzate»

«Quando mai» le dico ironica ma lei non sembra molto convinta.

Pansy se ne va dall'aula ed esco anch'io.

Sulla soglia della porta vedo Blaise.

La sua schiena è appoggiata al muro e aspetta ansioso.

Appena mi vede il suo sguardo si illumina di speranza.

«Alexia» sussurra mettendosi dritto con la colonna vertebrale.

«Blaise»

«Senti mi dispiace... io- » cerco di interromperlo.

«Blaise, no, non è successo niente, veramente»

«No, Alexia, adesso mi fai parlare» la voce sembra riacquisire un po' di autorevolezza.

«Non reggo bene l'alcol e l'hai anche visto, ho bevuto troppo, mi sono lasciato andare troppo ed è successo quel che è successo e non puoi capire quanto mi dispiace»

«Lo so che se ti penti di tutto... ma ora dimmi, chi è stato a farti questo?» indico uno dei suoi innumerevoli lividi che sono messi in risalto per colpa del loro colore violaceo.

Lui mi guarda solamente.
Non risponde.

«Alexia, veramente, lo dico per il tuo bene, qui c'erano casini già prima che tu arrivassi e adesso la cosa si è fatta solo più presente, con la possibile rinascita di... » si interrompe bruscamente.

«Di?» lo invito ma sembra irremovibile.

«Lascia stare, chiudi un occhio come hanno sempre fatto tutti»

Mi viene da ribattere ma la campanella mi precede e capisco che adesso, l'unica cosa a cui dobbiamo pensare è la scuola.

Ci dirigiamo verso la prossima aula e la lezione incomincia senza troppi intoppi.

Le ore passano e svaniscono.
I minuti si azzerano così come i secondi.

Il suono squillante delle fine dell'ultima ora risuona come un allarme antincendio.

La sala è gremita di studenti di tutti gli anni.
Io e Pansy ci dirigiamo verso il nostro tavolo e con mia "sorpresa" noto che è pieno.

Vedo che la figura di Astoria è seduta e affianco a lei c'è il corpo di Riddle.

«Ci andiamo a sedere?» chiede Pansy sottovoce.

Io annuisco, pensando che sarebbe tutto inutile nascondersi e giocare a guardie e ladri.

Davanti ai nostri occhi ci sono tutte le prelibatezze che si possano trovare.

Io prendo il mio solito panino.

Ne addento un pezzo e pian piano, quel lamentio presente nel mio stomaco, si affievolisce sempre di più.

«Arriva» sussurra Pansy con la bocca piena.

«Chi?» non fa in tempo a rispondermi che la figura di Astoria si presenta davanti ai miei occhi.

«Potresti spostarti? Mi rovini il paesaggio» dico ironica intenta a scherzare.

Lei non smuove nemmeno un capello.
Mi trucida con lo sguardo.

«Alexia»

«Hai imparato il mio nome?!» abbandono il mio panino sul piatto in argento.

Sonder // Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now