33. The Mirror Labyrinth

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Alexia

Giorno 17
Mercoledì 20 novembre 1996 ore 07:25

Oggi per me è il Mercoledì più Lunedì di sempre.
E per me il Lunedì vuol dire solo una cosa.
Ritorno alla normalità.
Ritorno alle noiose lezioni a cui non riuscirò a stare attenta nemmeno per un secondo.

Lunedì è la normalità di una persona che conduce una vita normale.
Solo che io non sono normale.
Dal momento in cui ho scoperto di essere un strega.
Mi sono sentita ancora più strana quando ho scoperto di essere un Lumagus.

Il mondo sembra essermi crollata addosso questa mattina.
Ho un peso nel petto che mi induce a pensare che non sia morta.

Ho una strana sensazione.
Ultimamente ce l'ho spesso.
Da quando sono arrivata la mia vita è stravolta.
Questo è il futuro in cui Marisol avrebbe voluto rispecchiarsi.
Nessuna irrazionale bambina che compie gesti avventati, troppo sentimentale che cade ai piedi del primo che le riserva un po' di attenzioni.

Marisol rispecchia la parte più fragile del mio animo che mia nonna mi aveva detto di conservare perché nessuno lo capirebbe.
Nessuno cercherebbe di preservare quella dolcezza.
Tutti la consumerebbero e così è stato.

Apro gli occhi e solo mentre c'era ancora il buio a circondarmi speravo di risvegliarmi tra le braccia di nonna.
Poi mi sveglio e noto che sento uno strano calore corporeo che mi scalda e quasi quasi mi pento di essermi svegliata.
Un profumo che non pizzica ma che ti riporta a quando tornavi a casa la sera e c'era la mamma e il papà che ti aspettavamo per abbracciarti.

Quell'odore è quella sensazione di casa.
Poi sbiadiscono le d'immagine e vedo che al mio fianco non c'è nessun altro se non Mattheo che dorme come un bambino.

In un primo momento sto per svenire e per tirargli un pugno perché ha violato la mia privacy poi mi ricordo della sera prima.

Di lui che è venuto da me, ha sussurrato qualcosa e poi mi sono addormentata.

«Chissà perché finisce sempre così» la sua voce mi riporta alla realtà.
La sua voce appena sveglia non è altro che un suono profondo, roco.

I suoi occhi mi stanno osservando con insistenza e con un sorrisetto sul viso che mi qualche mese fa mi avrebbe fatto venire la voglia di rompere ma adesso mi provoca una risata che cerco di nascondere.

«Prima volta che dormi con una ragazza senza finirci a letto?» domando ironica.

«Ultimamente sta succedendo troppo spesso, mujer» si porta una mano sui capelli ricci scompigliati per cercare di sistemarseli un po'.

«Aspetta che ti aiuto» decido di prendere l'iniziativa dal momento in cui lo vedo mentre cerca di metterseli in ordine fallendo dato che il risultato è peggio della partenza.

Porto le mie mani dentro quel cespuglio di capelli e mentre glie li sistemo continuo la conversazione.

«Non penso che sia una brutta abitudine comunque» alzo le spalle.

«Cosa?» domanda confuso.

Finisco di aggiustare quella chioma.

«Non avere sempre secondi fini con le ragazze, è da pervertiti»

«Punto numero uno, anch'io ho bisogno di sfogarmi, punto numero due, chi te lo dice che io non sia un pervertito?» sorride con quel suo sorriso sfacciato e le due fossette che sembrano bucargli le guance sono perfettamente simmetriche.

«Hai ragione, tu sei un pervertito»

«Non posso dire niente per smentirti, purtroppo»

Scuoto la testa ormai rassegnata dal suo comportamento.

Sonder // Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now