45. Amélie

451 18 7
                                    



Forse in quella famiglia non c'era niente di normale.
Erano maghi ma non per questo si sentivano diversi, anzi, il padre riteneva che la specie sbagliata fosse quella dei "babbani" così gli piaceva chiamare ma gente che non possedeva alcun potere.
Lui era forte, coraggioso e un potere fuori dal comune. Quel potere lo distruggeva. Lo rogorava da dentro.
Era un qualcosa di anomalo, un essere esterno che prendeva ogni cosa che gli cadesse sotto l'occhio.
Col tempo si impara a fare tutto.
Riteneva questo potere per lui fondamentale ma al tempo stesso, la sua stessa causa di pazzia.
Solo sua moglie è stato in grado di affiancarlo. A volte volavano piatti o bicchieri, quella casa era la definizione di caos anche se lui cercasse di portare ordine e disciplina.
Lui era l'ultimo che potesse insegnare queste cose dal momento che neanche lui sapesse cosa significassero. Lui possedeva questo potere che lo rendeva vulnerabile. Lui non si era mai sentito normale ma più cresceva e più comprendeva la potenza di esso, perché era questo che lui cercava. Lui cercava potere.
Lui voleva il comando dal momento che è stata l'unica cosa che è mancata nella sua vita.
Aveva una moglie e due figli. Ha costruito famiglia solo per l'ideale patriarcale che ogni uomo dovesse aver bisogno di possederne. Di certo non possedeva l'istinto paterno.
L'unica dimostrazione d'amore che era in grado di compiere era una sberla in meno al giorno.
Lui comandava e godeva nell'ostentare questo suo potere. Come se avesse una specie di perversione.
Quella famiglia era disfunzionale. Tutta per colpa delle radici di essa.
Amélie.
Ecco il nome della moglie. Lunghi capelli ricci neri e occhi di un azzurro marino splendente. Molte persone si sono chieste cosa ci trovasse una donna come lei in un uomo come lui.
Lei era semplicemente la reincarnazione di un angelo. Gentile e dolce, con un grande istinto materno, generosa e con un cuore immenso.
La sua anima pura contrastava quella del marito, macchiata di un qualcosa di più marcio della muffa.
Rispondeva di una luce propria, lei era la luce.
Quello spiraglio di speranza che intravedi in un ciclone oscuro.
Lei era l'amore, la gentilezza. Lei era un qualcosa di talmente candido da sembrare casto. Quasi avevi paura di averci una conversazione. Tremavi dalla paura di poterla danneggiare.
Nessuno sapeva di lei né tantomeno da dove provenisse. Qualcuno aveva anche messo in giro la voce che fosse un qualcosa sceso dal cielo, un qualcosa di beato, venuto in terra per salvare quell'uomo dalla dispersione.
Lei voleva crescere i suoi figli in uno di quei ranch americani, dispersi nelle campagne aride del Texas.
Un giorno aveva promesso ai suoi figli che glie li avrebbe portati.
Purtroppo, con l'andare avanti degli anni, i suoi figli non riuscirono mai a vedere quella campagne dal terreno riarso e ad assaporare quell'odore di libertà e lei non riuscì a vedere i suoi figli crescere.
Ma d'altronde questo ed altro per loro. Tutti sapevano che avrebbe sacrificato sé stessa pur di vederli vivere. E fu questo a cui si appigliò, a questo pensiero quando la vita sembro strisciarle via dalle membra come se risucchiata, perché non avrebbe mai pensato che il suo Tom l'avrebbe presto raggiunta dopo anni di agonia passati nelle mani di una dipendenza che lo consumava.
Questa è la storia di come le radici di un albero siano molto più importanti che l'albero stesso.
Perché dei due fratelli non ne rimase nemmeno uno per il semplice fatto che quando uno morì, si trascinò nella tomba anche l'anima del fratello.
Nessuno riuscì a sopravvivere a quel carnefice.
Tutti morirono dentro la sua ira e nessuno si salvò, nemmeno lui da sé stesso.






*





Mattheo

Giorno 26
Giovedì 29 novembre 1996 ore 00:57

Il fatto che in questo momento stia offrendo il mio corpo a una totale sconosciuta la dice lunga.

Nelle mie vene c'è in circolo più alcool che sangue, ma di certo meglio che avere quella merda nascosta sotto il materasso del mio letto.

Sonder // Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now