40. The God of Underworld

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Adam

Mi ritrovo ancora con la testa tra i libri. Immerso nella speranza che possa trovare mia sorella.

È morta insieme ai tuoi genitori.
Rasseganti, è morta.
Non la troverai mai, quella notte la vita ha voluto graziare solo te.

Sono anni che mi continuo a torturare. Che sforzo la mia mente e la crucio nel vano tentavo di ricordare qualcosa.

L'unica mia speranza rimarrebbe trovare un Lumagus. Ci ho provato, ho fatto ricerche anche su di loro e non sono mia riuscito a trovare nessun tipo di nome.
L'anno dopo il mio, quello era l'anno in cui 3 neonati sarebbero stati dotati di questo potere.

Il mio cervello sembra andare in collisione dopo aver passato così tante ore sui libri e i miei occhi sembrano girarsi all'indietro, stanchi di leggere parole minuscole su pezzi di carta sottili.

Ormai i professori mi stanno comunicando che mi vedendo sempre più stanco e sempre più distratti ma che ci posso fare?

Poi continuo a pensare a Isabel. Se fosse ancora viva verrebbe a Hogwarts, la nostra era una famiglia di maghi da generazione.
Mi tortura all'idea che lei possa aver corso tra i corridoi di questa scuola, che io possa averla vista e addirittura intrattenuto una conversazione, tutto
ciò senza sapere che lei fosse mia sorella.

Non mi ricordo nemmeno quali fossero i suoi colori. Nostra madre era la classica inglese dai capelli biondi e gli occhi verdi salvia mentre nostro padre aveva dei colori altrettanto dolci ma con un color cannella nei capelli e gli occhi marroni, come il
cioccolato.

Una delle poche cose che ricordo è il sorriso di mamma. Splendente. Luminoso.
E subito nella mia testa viene proiettata l'immagine del suo volto spento, il suo sorriso rivolto al contrario e le palpebre che serrano i suoi occhi, occhi che il mondo non potrà mai più ammirare.

Solo quando sento un suono secco mi rendo conto di aver spezzato la matita in due. Colpa della rabbia.
Della rabbia che mi porto appresso.
È da anni che combatto con l'intento di sfondare la faccia a Riddle e ho avuto il piacere di farlo solo una volta.

Praticamente un anno fa.
Lui era andato a letto con Pansy dopo la morte di Tom.
I sentimenti di lui erano spenti, ce li ha sempre avuto spenti o per il suo autocontrollo o anestetizzati dalle droghe.
Ma quando ha scopato Pansy era fin troppo lucido.
L'ha derisa il giorno dopo davanti a tutta la scuola e io l'ho mandato in infermeria.

Lei non lo sa e mai lo saprà.
Pensa che sia stato suo padre a ridurlo così.
È il mio piccolo segreto che non le rivelerò mai. Voglio che si innamori di me perché mi ama e non perché ho spaccato lo zigomo a uno stronzo narcisista che di merita anche peggio.

Non mi ricordo il momento in cui mi sono reso conto che mi piacesse, so solo che da allora ogni giorno è come il primo in cui mi sono reso conto di quanto mi facesse star bene il suo sorriso e del calore che si irradiava nel petto quando i suoi occhi si poggiavano furtivamente sui miei.

«Adam»

Neanche farlo apposta, sento la sua voce che mi chiama. Mi giro a cercare il suo volto ovunque come se fossi un tossico dipendente che cerca la droga.

La trovo e mi rendo conto che è proprio davanti a me.

«Cosa stai facendo?» domanda con aria curiosa mentre sbircia sui libri e i pezzi di giornale che contemplo da anni.

«L'incendio che ha ucciso la tua famiglia... » blatera mortificata nel momento in cui realizza che forse è stata troppo indiscreta, che crede di esserla stata.

«Sì ma stavo mettendo via, sono con la testa su questi libri da stamattina, ho saltato tutte le lezioni»

Di nuovo.
Vorrei dire ma non ho il coraggio. Non mi presento da troppo tempo e ne sono consapevole ma non riuscirei comunque a pensare ad altro.

Sonder // Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now