Capitolo 33

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Dopo essere venuto ci rivestimmo e scendemmo le scale. Ero disgustato da Allison, pensava solo al sesso e io non potevo far altro che non contraddirla se non volevo far scaturire la sua ira. Sapevo che non avrei dovuto sottomettermi così a lei, ma per il momento non avevo altra scelta, per il mio bene e per quello di Emma.

Andammo in cucina, iniziai a preparare un caffè e lei era lì seduta sulla sedia che mi fissava.

- 'Hai qualcosa da dirmi Allison?' Le dissi per capire quello sguardo puntato insistentemente su di me.

- 'No nulla, solo che sto notando che sei diverso.' Rispose ai miei dubbi, iniziando a rovistare nella borsa.

- 'Diverso? Che vorresti dire?' Le chiesi corrugando le sopracciglia. Non capivo a cosa si stesse riferendo.

- 'Si diverso Matt. Non ti so spiegare esattamente in cosa, in ogni minimo gesto. Ti vedo più sereno e tranquillo.' Disse mentre aveva estratto dalla borsa uno specchio e un rossetto rosso che iniziò a passarselo sulle labbra. 'Come se finalmente fossi felice...'

- 'Sarà l'aria di Miami, sarà che non sto basando moltissimo all'azienda. Sarà questo si, sicuramente.' Risposi ovvio, perché davvero pensai fosse questo il vero motivo.

- 'Mmm..in realtà credo sia per Emma, quella sgualdrina.' Mi affermò, e iniziai a rendermi conto che probabilmente aveva ragione. Era tutto merito di Emma, e questa tranquillità che provavo non riguardava solo l'aspetto interiore di me, ma evidentemente anche le persone che mi circondavano se ne resero conto.

- 'Sgualdrina? Finisca dai Allison, basta offenderla continuamente. Tanto non mi interessa più nulla di lei.' Ovviamente stavo mentendo, ma non potevo permettere il minimo sbaglio, non doveva capire che ancora ci vedevamo. 'Non vedo perché continuare a parlarne.'

- 'Ah...beh se lo dici tu.' Disse continuando fastidiosamente a mettersi quel rossetto che in più le stava malissimo. Più la guardavo e più non capivo cosa ci avessi trovato in lei. 'E comunque credevo fossimo...non so, felici. Insieme intendo.'

- 'Lo siamo stati, davvero, ma...'

- 'Ma è cambiato tutto, lo so. Non c'è bisogno che ti spieghi, ti conosco fin troppo bene Matt.' Era vero, da un pezzo oramai era cambiato tutto. La vidi abbassare la testa, come se in realtà tutto quello che aveva fatto e detto fin ora forse aveva solo peggiorato la situazione. Sembrava quasi dispiaciuta, ma non ne ero più sicuro, non ero sicuro di niente quando si trattava di lei.

- 'Sei sicura di non voler mangiare nulla? Il caffè è pronto.' Le chiesi cordialmente, appoggiando la tazzina di caffè davanti a lei con la zuccheriere e un cucchiaino.

- 'Dillo che mi vuoi fare ingrassare allora! Ho perso già tre chili e ho intenzione di perderne molti altri.' Disse iniziando a bere il caffè.

- 'Scusami se mi preoccupo per la tua salute eh! Vuoi perdere ancora più peso? Sei magrissima già così, non ti si vede più.' Le dissi con sincerità, si sarebbe ridotta uno straccio se fosse dimagrita ancora di più.

- 'Voglio perdere peso? Devo!' Si spazientì all'istante. 'Matt...devo andare. Grazie. Ci vediamo domani a pranzo.' Mi disse freddamente, mentre si avvicinò a me stampandomi un bacio molto caloroso sulle labbra.

L'accompagnai fino alla porta d'ingresso e la vidi partire sulla sua macchina nera.

P.O.V EMMA

Ero distesa sul letto a leggere un libro di Charles Bukowski "So benissimo quanto ho peccato." Era fantastico, ero completamente assorta in quella poesia meravigliosa e nella vita dello stesso scrittore che narrava di incontri con donne, di grandi bevute e scommesse all'ippodromo. Venni interrotta dal suono del mio cellulare che mi avvisava di aver ricevuto un messaggio, che andai a leggere.
Era di Matt: <<Piccola, sono solo a casa. Vieni? Voglio stare ancora con te!>>.

Incoscientemente appena lessi il messaggio mi scoppiò un sorriso sulle labbra, ero felice che già gli mancassi, che mi volesse vedere; erano esattamente le stesse cose che provavo io. Iniziai a leggere quel libro non solo per piacere ma, sopratutto, per distrarmi dal pensiero di lui con un'altra, con Allison, che a quanto pare, era diventato il nostro ostacolo per essere felici.

Decisi di non rispondergli nemmeno, sarebbe stato inutile dirgli che mi sarei catapultata da lui in un battibaleno. Mi vestii velocemente indossando un semplice jeans strappato e una magliettina corta di pizzo nero, calzai le converse e uscii dalla porta principale.
Percorsi pochissimi metri; ero quasi di fronte casa sua quando sentì un forte stridulo di gomme di una macchina, stavo per girarmi a vedere da dove provenisse quel rumore così fastidioso quando fui presa dal braccio e velocemente venni trasportata dentro la vettura.

[COMPLETATO] Conflitti d'amore - &quot;Lui mi ha cambiata&quot;.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora