Capitolo 36

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P.O.V MATT

Ero disteso sul letto con il portatile tra le gambe, cercando di trovare dove avessero potuto portare la mia Emma. Quando ricevetti una chiamata insolita, numero sconosciuto; risposi e sentì solo lei piangere. Merda! Erano loro!

- 'EMMA!' Urlai balzando fuori dal letto.

- 'Eh no caro mio, ti sbagli.' Mi disse ridendo l'altra voce al telefono che riconobbi subito.

- 'Paul! Bastardo di merda! Non ti permettere a toccarla!' Urlai ancora più forte. Odiavo quell'essere, era squallido.

- 'Peccato, già sono sopra di lei; entrambi siamo nudi e ci stiamo per divertire.. vero bambola?!' Disse e io non ci vidi più dalla rabbia. Chiamami Carl con un pulsante che era di lato al letto e in men che non si dica arrivò da me. Mi ero ci completamente dimenticato che potevo localizzare in che posto si trovavano. Dovevo farlo parlare.

- 'Ti sei mangiato la lingua Fox?' Mi domandò ed io mi affrettai a rispondere. Mancava poco e avrei saputo quello che volevo.

- 'Perché lo stai facendo? Non risolverete nulla facendo così! Lasciala subito se non vuoi che finisca male!' Lo minacciai. Conoscendolo avrebbe continuato a rispondere a questi affronti.

- 'Finirà male per te! Intanto mi scoperò selvaggiamente la tua bella.' Disse urlando. E sentì solo il pianto di Emma che continuava insistente.

- 'Vaffanculo! Ti troverò.' Gli gridai. Chiudendo la chiamata.

L'avevo rintracciato, erano in un villino disperso nelle colline. Presi di corsa le chiavi della macchina e dissi a Carl di aspettarmi a casa; volevo risolvere la situazione da solo senza avere chi mi guardasse le spalle una volta tanto.
Uscì di casa e misi a moto la Range Rover. Durante tutto il tragitto pensai solo a lei, a quello che quel bastardo potesse averle fatto, e che di nuovo era successo tutto per colpa mia. Non riuscivo a non darmi la colpa per tutto, le stavo facendo del male e il mio passato continuava a tormentarmi, facendo affogare anche lei nelle tenebre.
Finalmente arrivai, ora iniziava il gioco. C'erano cecchini ovunque intorno alla casa, entrare non sarebbe stato affatto facile, ma dovevo pensare ad un piano ed anche in fretta, prima che le sarebbe successo il peggio.
All'improvviso decisi che l'unica soluzione per riuscire a salvarla era consegnarmi a loro e vedere cosa volevano ancora da me.
Scesi dalla macchina, e subito vidi Steven parlare con altri uomini.

- 'Ehi, io sono qui!' Dissi sorridendo e sventolando la mano.

Vidi almeno una trentina di uomini armati correre verso di me e non appena mi raggiunsero mi accerchiarono puntandomi le pistole contro.
All'improvviso il cerchio che avevano formato si aprì rivelando il loro boss, Steven appunto.

- 'Chi non muore si rivede, anche se sarebbe stato meglio fossi morto.' Mi disse mentre fumava quell'odioso sigaro.

- 'Anche io sono contento di vederti! Non c'era bisogno di dare una festa in mio onore.' Ironizzai come era mio solito fare.

- 'C'è anche una sorpresa per te, dobbiamo solo vedere se non è troppo esausta ora che Paul se l'è scopata ben benino.' Disse provocando la risata di tutti i suoi scagnozzi.

- 'Non parlare di lei bastardo!' Gli urlai contro, poteva toccarmi tutto ma non lei.

- 'Ah ragazzi, abbiamo trovato il suo punto debole allora! Dov'é finito il pezzo di merda di una volta che non guardava in faccia nessuno?' Disse rivolgendosi alla sua "platea" che lo ascoltava come se fosse Dio in terra. È proprio vero che quando si ha paura di una persona la si rispetta.

- 'Portami da lei. Finiscila con le tue domandine da ragazzina mestruata!' Gli risposi e lui si avvicinò di più a me.

- 'Portarti da lei? Non la fare così facile Fox; prima dobbiamo parlare. Seguimi dentro.' Mi disse, facendo aprire la cerchia, iniziò a incamminarsi verso l'entrata e io lo seguì.

P.O.V EMMA

Ero riuscita a distrarlo; a stare al suo gioco, e per fortuna ancora non mi aveva fatto del male. Ero riuscita a riposai un po' quella notte. Lui si era limitato a scendere da sopra il mio corpo e sedersi di lato a fissarmi.

- 'Perché lo stai facendo?' Riuscì finalmente ad aprire bocca.

- 'Fare cosa?' Mi rispose.

- 'Questo! Perché legarmi? Perché fai questo genere di cose?' Gli chiesi ancora spaventata per la situazione in cui mi stavo trovando.

- 'Non c'è un motivo. Sei bellissima e volevo vedere il tuo corpo, avevo pensato di approfittare di te ma non lo farò.' Mi disse e io rimani sbalordita, non aveva senso. Al contempo però tirai un sospiro di sollievo.

- 'Domanda stupida lo so, ma ho bisogno di saperlo. Perché non ti approfitterai di me?' Era una curiosità realmente folle. Dovrei solo stare zitta dopo aver sentito una cosa del genere, soprattutto per non istigare il cane che dorme, ma come sempre l'impulsività mi sovrasta.

- 'Per questo. Quale donna sana di mente mi avrebbe fatto una domanda del genere? E poi tu sei diversa, lo vedo nei tuoi occhi. Sei buona, hai paura per la situazione in generale, ma di me sembri non averne. Perché?' Mi chiese facendomi riflettere; davvero non avevo paura di lui? Ma sopratutto per quale assurdo motivo? Mi aveva denudata e legata.

- 'Sinceramente non lo so, non ho cosa risponderti a questa domanda. Ma.. le fai spesso queste cose?' Lo vidi non capire quindi continuai - 'Sai.. legare le donne e abusare di l-loro?' Mi erano venuti i brividi solo a nominare quella parola.

- 'Si, è capitato. Pensandoci, parecchie volte a dir la verità.' Mi rispose molto sinceramente.

- 'Mi potresti rivestire per favore?' Dissi piangendo, quelle lacrime uscirono da sole dai miei occhi, al solo pensiero di quelle povere donne che erano state violentate, forse qui, dove stavo per ricevere lo stesso trattamento.

- 'Non piangere tesoro, se può farti stare meglio molte di queste donne erano consenzienti.' Mi disse sorridendo; prese l'intimo e me lo infilò addosso, insieme anche ai vestiti.

- 'G-grazie..' Risposi abbassando la testa, imbarazzatissima.

[COMPLETATO] Conflitti d'amore - "Lui mi ha cambiata".Where stories live. Discover now