Capitolo 4

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-la figlia del generale Rinald...secondo me non è così forte come ha detto- borbottò Joao mentre Lumir era concentrato a controllare di aver preso tutto per quella missione.

-Joao- sussurrò Ignatas lanciando un'occhiata di avvertimento al castano che alzò gli occhi nocciola al cielo per quel rimprovero mentre si stendeva sull'enorme letto matrimoniale nella camera di Lumir dove lui e Ignatas avevano seguito il biondo dopo essere usciti dall'ufficio del maggiore dei generali Lateynasin.

-è stata allenata dal generale e...e sono certo che è forte- disse Lumir sistemandosi la borsa a tracolla e chiudendola con parsimonia: non voleva che qualcosa potesse uscire, soprattutto non voleva perdere la mappa della città che gli aveva consegnato Rinald per fargli capire dove fosse situata la sua vecchia casa.

-tu sei forte Lumir- sorrise Joao -questa missione andrà benissimo-

-buona fortuna e vedi di tornare tutto intero visto che non possiamo tenerti d'occhio- gli disse invece Ignatas e Lumir fece solo un cenno della testa prima di uscire dalla sua camera incurante che in due ragazzi fossero ancora all'interno: erano i suoi migliori amici e si fidava ciecamente di loro.

-ehi- disse una voce femminile e Lumir continuò a camminare mentre veniva affiancato dalla mora dagli occhi verdi. -mi stai ignorando?-

-no, semplicemente sapevo mi avresti raggiunto Athena- rispose Lumir osservando per un secondo la quindicenne che lo aveva affiancato e che lo stava scrutando più che curiosa.

-dove stai andando Lumir?- domandò ancora la ragazzina mentre il biondo sorrideva.

-missione speciale-

-da solo? Dove sono i tuoi migliori amici?-

-il generale Rinald ha detto che serviva solo una persona e vado da solo- dopo quella spiegazione Lumir vide Athena osservarlo attentamente per un po' e fu certo anche che le rotelle del suo cervello stessero lavorando velocemente.

-zio Rinald ti permette di andare in missione da solo? Tu da solo in una missione speciale?- non riuscì a chiedere la ragazzina incrociando le braccia al petto mentre Lumir le sorrideva.

-si, si fidano di me e io sono certo di non deluderli- confermò Lumir fermandosi per poter osservare gli enormi cancelli di ferro che chiudevano l'entrata delle gallerie sotterranee nelle quali vivevano ormai da vent'anni. Quando la famiglia reale era stata sposta dalla capitale era stato quasi naturale andare verso le rovine delle vecchie città solo che quelle rovine erano un posto fin troppo palese e si sarebbero dovuti spostare se solo Sasha stesso non avesse per puro caso scoperto quella città sotterranea sotto le rovine. Irma e i suoi sottoposti ovviamente li avevano cercati alle rovine solo che non si erano mai accorti dei vari ingressi per la città sotterranea visto che li avevano bene nascosti e avevano iniziato a cercarli da altre parti. Vivevano tranquilli in un posto abbastanza sicuro anche se la maggior parte dei bambini che erano nati li, tra cui anche Athena stessa, non avevano mai visto la luce del sole o la notte stellata.

-fa attenzione Lumir- sussurrò la mora guardando attentamente il ragazzo che aveva difronte che dopo aver sospirato aprì le braccia permettendo ad Athena di poterlo stringere in un abbraccio che avrebbe anche potuto uccidere.

-starò attento non preoccuparti- le sussurrò guardandosi intorno per appurarsi che nessuno li avesse seguiti fino a li -porterò qui tua cugina sana e salva- aggiunse poi e vide Athena sgranare gli occhi nell'aver scoperto il vero motivo di quella missione.

-zio Rinald ha detto che Addison picchia duro- ridacchiò Athena e Lumir si segnò mentalmente che il nome della figlia del generale Rinald fosse Addison -sei sicuro che non ti farà fuori?-

-sono il miglior guerriero che hanno e poi pensala così: posso portare dalla nostra parte un altro guerriero formidabile e poi il generale mi ha permesso di dirle che è vivo quindi dovrebbe seguirmi senza fare resistenza-

-lo spero per te...ora va prima di perdere troppo tempo- concluse Athena per voltarsi e tornare da dove era arrivata mentre Lumir la osservava attentamente. Una volta che il ragazzo non vide più la chioma nera di Athena prese un profondo respiro prima di aprire di poco il cancello di ferro e attraversarlo per poi richiuderlo alle sue spalle. Camminando sempre lentamente e con l'ausilio di una torcia, visto che fuori dalla loro zona protetta non avevano installato torce per aiutarsi con la visibilità per non segnalare troppo la loro presenza, si diresse verso uno dei passaggi che portavano fuori dal sottosuolo. Quando raggiunse la scala a pioli di metallo si mise la torcia tra le labbra e iniziò a salire la scalinata facendo molta attenzione ogni volta che spostava le mani sui pioli superiori per evitare di farsi male per colpa di schegge o parti rotte della scala stessa, una volta era successo a Joao e gli era sembrato parecchio doloroso quindi aveva intenzione di non provarlo sulla sua stessa pella.

Una volta raggiunto la parte superiore della botola la sollevò leggermente per accertarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi e dopo di ciò sgusciò fuori da tunnel spegnendo la sua torcia e riponendola all'interno della borsa. Lumir fece attenzione anche a ricoprire per bene l'ingresso della città sotterranea e poi assaporò a pieno la sensazione di aria fresca chiudendo gli occhi. Una volta finito di godersi quell'attimo di libertà prese la cartina che gli aveva fornito Rinald per osservare, grazie alla luce della luna piena da quella sera, la strada che doveva compiere. Voleva memorizzarsi velocemente il percorso anche perché una volta entrato nella capitale non aveva nessuna intenzione di riprendere quella mappa e quindi perdere tempo prezioso e rischiare anche di essere scoperto dalle guardie scelte di Irma. Le fonti di Rinald, che erano appostati in un luogo che permetteva loro di vedere bene l'ex abitazione del loro generale, avevano assicurato l'uomo che Addison era sempre a casa la sera quindi Lumir era certo di trovare la ragazza in quell'edificio e sorrise dopo essersi memorizzato la strada e aver iniziato a camminare a passo svelto verso la capitale: la sua missione era appena iniziata.

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