Capitolo 10

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-ti rendi conto che sono stato mandato a fare l'inventario delle armi alle tre di notte? Io ho bisogno di dormire- sbottò Joao mentre sistemava le armi che aveva appena finito di controllare -non lo sopporto-

-hai fatto una considerazione poco appropriata e il generale ti ha messo in riga. Dovrei lamentarmi più io visto che non ho fatto niente- gli fece notare Ignatas segnando sul foglio che aveva in mano una spunta sulle daghe dopo aver accertato la loro presenza, ringraziava davvero tanto l'essere mancino in quel momento.

-anche Lumir ma lui non è stato punito- borbottò Joao -a Lumir non ha detto niente e non capisco-

-Lumir non ha detto niente a parole semplicemente ha cambiato l'espressione del suo volto- continuò a spiegare Ignatas alzando gli occhi al cielo -e ti ricordo che Lumir diversamente da noi è autorizzato a fare certi commenti-

-solo perché è il figlio della regina, si lo so- sbuffò Joao -manca una punta di lancia- aggiunse poi facendo vedere al moro l'asta di legno di una delle loro lance che però non presentava la punta -perché i più piccoli rompono le cose e non lo segnalano? Maledetti-

-Joao...anche tu avevi paura a dire che avevi rotto le armi che usavamo in allenamento i prima anni- ridacchiò Ignatas guardando attentamente l'altro mentre borbottava insulti in direzione dei poveri ragazzi che avevano semplicemente nascosto le prove dell'aver rotto una singola lancia quando loro avevano fatto anche di peggio. -smettila di lamentarti e vedi di finire subito l'inventario così andiamo a dormire- concluse il discorso Ignatas sperando che davvero il suo amico decidesse di concentrarsi esclusivamente su quell'inventario. Erano stati svegli fino a quell'ora perché entrambi preoccupati per la missione di Lumir essendo la prima dove il biondo andava completamente da solo. Tutte le volte precedenti nel peggiore dei casi c'era almeno uno di loro che poteva tenere sotto controllo quello che a tutti gli effetti era il loro principe ed erede del regno ma quella volta no e da come era tornato Lumir aveva rischiato anche grosso.

-la figlia del generale Rinald stava per ucciderlo- sussurrò Joao che probabilmente si era messo a pensare a quella missione proprio come lui -devo ammetterlo per essere una ragazza è davvero forte-

-è la figlia del generale- sussurrò Ignatas chiudendo un momento gli occhi -Lumir sta bene e non è in fin di vita quindi possiamo essere tranquilli. Davvero Joao pensiamo solo all'armeria-

-la fai facile. Da quando ho visto Lumir a terra e con la gamba che sanguinava io...ho davvero temuto di star per perdere uno dei miei migliori amici-

-ed è per questo che ti sei buttato a capofitto finendo anche per farti pestare- sussurrò il moro capendo che l'altro non aveva nessuna intenzione di mettere fine a quel discorso: davvero Joao non riusciva a sentire tutta quella stanchezza.

-tu mi hai seguito a ruota e adesso hai un polso rotto- borbottò Joao lanciando un veloce sguardo al moro -credi che ci aiuterà? Intendo la figlia del generale credi che starà dalla nostra parte?- domandò il castano mordendosi il labbro inferiore risistemando alcune frecce che erano cadute dalle faretre in un gesto automatico senza però contarle e Ignatas sospirò prima di segnare una spunta anche su quelle: era certo che Sasha non si sarebbe accorto che mancavano in realtà alcune frecce se mai avesse controllato il loro lavoro.

-be' hanno difficoltà ad ambientarsi quelli che arrivano qui dopo essere scappati alle brutali leggi di Irma, che sanno cosa fa veramente quella donna, figurati una ragazza che probabilmente non ha mai avuto problemi con la dittatrice- gli fece notare Ignatas -l'unica cosa che possiamo fare per sperare che Lumir non venga ucciso a tradimento e stare incollati a loro e insegnare alla figlia del generale chi è veramente Irma-

-oggi ti sto facendo parlare davvero tanto- ridacchiò Joao alzando lo sguardo nocciola in quello ambra dell'altro -finiamo qui così puoi riposarti- e dopo quelle parole entrambi i ragazzi passarono l'ora successiva in completo silenzio interrompendo lo stesso solo e soltanto per controllare che ci fosse davvero tutto. -sono stanchissimo- Joao si stiracchiò chiudendo gli occhi e sbadigliando sonoramente mentre Ignatas scuoteva la testa -tu non sei stanco?-

-si-

-odio quando mi rispondi a monosillabi- borbottò Joao alzando gli occhi al cielo prima di bloccarsi davanti a quella che era la sua camera, quella di Ignatas era nel corridoio successivo -vuoi che ti accompagni fino alla tua camera con quel polso- Ignatas lo guardò alzando un sopracciglio restando completamente in silenzio.

-ci vediamo domani- fu la semplicissima risposta di Ignatas mentre aumentava il passo e lasciava completamente da solo Joao che dopo aver sbuffato entrò nella sua camera per poter dormire in santa pace. Ignatas invece camminò per un altro po' massaggiandosi la fasciatura del polso prima di raggiungere la sua stanza e aprire con la mano sinistra la porta. Una volta all'interno della sua camera chiuse un momento gli occhi e appoggiò la schiena sulla porta cercando di fare profondi respiri. Il polso gli faceva più male del dovuto e per miracolo era riuscito non far vedere la cosa agli altri, principalmente a Joao altrimenti il ragazzo avrebbe dato letteralmente di matto. Dopo essersi calmato leggermente il moro si diresse verso il suo letto e si lasciò accasciare su di esso per potersi finalmente riposare dopo quella lunga giornata. Cercò di addormentarsi velocemente ma non riuscì visto che il dolore al polso gli impediva di dormire in una posizione comoda: stava davvero maledicendo la figlia del generale Rinald per avergli rotto il polso. Sperava di riuscire a dormire prima di doversi alzare il giorno successivo altrimenti sarebbe rimasto nervoso per tutta la giornata.

Rival FactionsWhere stories live. Discover now