Capitolo 37

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-non posso credere che Addison si sia nuovamente incazzata con te- sussurrò Joao guardando preoccupato in direzione del suo migliore amico che sbuffò -davvero non può prendersela con te se il padre la esclude dalle missioni-

-questa volta è colpa mia quindi si, ha ragione ad essere arrabbiata con me- gli rispose Lumir con un'alzata di spalle.

-ecco anche perché dopo la sfuriata non è nemmeno venuta a salutarti quando siamo partiti- ragionò a sua volta Joao -si può sapere perché l'hai esclusa dalla missione?-

-è da un po' che non sta tanto bene- rivelò Lumir cercando di non far sentire attraverso il suo tono di voce quanto in realtà fosse preoccupato -e non volevo che questa missione potesse in qualche modo farle ancora più male-

-a me sembrava stare bene- disse invece Joao pensando attentamente ad Addison -anche mentre allenava Athena non sembrava per niente stare male. Davvero la tua ragazza sembra essere fatta di ferro-

-perché lo nasconde bene a voi ma io la ho sotto gli occhi tutti i giorni per tutte le ore quindi non può nascondermi se sta male. Anche Daryl si è accorto che Addison sta male e mi guarda preoccupato anche se non mi dice niente- continuò Lumir pensando a come lo aveva guardato preoccupato Daryl quando aveva visto per la prima volta correre la madre verso il bagno e da quella prima volta ogni volta che succedeva che Addison vomitasse per poi uscire dal bagno con la faccia bianco cadaverica Daryl fissava Lumir preoccupato sperando di avere qualche rassicurazione dal ragazzo. L'unica cosa però che riusciva a fare Lumir era cercare di sorridere a Daryl e dirgli che la sua mamma stava bene e che non era nulla di preoccupante.

-e hai idea di cosa possa essere?- domandò Joao guardando preoccupato in direzione del biondo che aveva accanto e sperando segretamente che tutta quella preoccupazione non compromettesse la missione.

-una si- rispose sinceramente Lumir distogliendo lo sguardo dal suo migliore amico -ma non ne ho minimamente la certezza quindi fino a quando non avrò una conferma non potrò stare tranquillo- continuò per evitare che Joao lo riempisse di domande per capire i suoi pensieri. Non voleva dire i suoi dubbi a Joao solo e soltanto perché il castano aveva la lingua lunga e poteva spargere fin troppo velocemente la cosa. Era già sorpreso che Joao non avesse detto niente in giro della sua relazione con Addison.

-antipatico- borbottò Joao che aveva perfettamente capito quello che aveva appena fatto l'amico -almeno parlane con Athena o con Ignatas se non vuoi farlo come me- sbottò alla fine il castano e Lumir si trovò a dover annuire a quelle parole. Aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno ma lo avrebbe fatto prima con Addison, doveva assolutamente parlare con Addison di quella questione prima di azzardarsi anche solo di dirlo alla sorella.

-possiamo concentrarci invece di parlare di Addison?- domandò allora Lumir cercando in qualche modo di cambiare discorso -fino a prova contraria siamo nel mezzo di una missione-

-certo Lumir- sussurrò Joao riprendendo ad osservare le mura di quello che una volta era stato il castello della capitale e che in quel momento era diventato il palazzo nel quale risiedeva Irma. Stavano cercando un modo per poter entrare nel castello e combattere con Irma stessa senza però coinvolgere troppo i cittadini che erano presenti ancora nella capitale. Non volevano che gente innocente potesse morire solo perché si trovava tra il fuoco, non erano come i ribelli che venti anni prima avevano quasi messo tutta la città a ferro e fuoco. -Lumir qui non ci sono falle-

-non disperare- il biondo continuò ad osservare tutta la superfice che aveva sott'occhio -deve esserci anche una piccola crepa da poter usare- continuò il principe cercando con ancora più insistenza e allo stesso tempo facendo il brutto errore di alzare leggermente la torcia che stava usando. Non vi volle molto prima che entrambi i ragazzi avvertirono le campane che venivano suonate in caso di attacco -porca...-ringhiò Lumir spegnendo immediatamente la torcia capendo che era stata proprio quella, puntata troppo in alto e quindi visibile alle guardie che stavano controllando il perimetro del castello, ad attirare l'attenzione.

-io direi di correre- borbottò Joao prima di iniziare a correre con tutta l'energia che aveva in corpo seguito a ruota da Lumir. Entrambi i ragazzi poco dopo avvertirono chiaramente dei passi alle loro spalle e seppero di essere inseguiti da parecchi soldati.

-non possiamo tornare subito alla base- urlò Lumir cercando di farsi sentire dal castano al suo fianco che lo incenerì con lo sguardo.

-cosa facciamo allora?-

-dividiamoci- fu il commento di Lumir e anche se titubante Joao fece come aveva detto il biondo scomparendo tra i vicoli stretti e bui di quella città visto che era quello tra i due che conosceva meglio quelle strade perché ci era nato, diversamente da Lumir che aveva vissuto i primi anni di vita nel castello sotto una campana di vetro, e ci aveva vissuto per molto tempo.

Lumir aumentò drasticamente il suo passo con il desiderio di tornare il più velocemente dalla sua gente, e soprattutto da Addison e Daryl, solo che non poteva farlo senza liberarsi prima dei soldati che lo stavano inseguendo. Per puro miracolo riuscì ad uscire dalle mura della città senza essere bloccato dal cancello di ferro, lo avevano azionato troppo tardi e quindi era riuscito a passarci prima che si chiudesse del tutto, e continuò a correre sparendo all'interno della foresta. Non era al sicuro nemmeno li visto che avvertiva ancora chiaramente i passi delle guardie anche se erano drasticamente diminuiti. Per sua sfortuna però il principe rallentò il passo per riprendere fiato e fu allora che cinque uomini lo raggiunsero circondandolo.

-fermo li- disse uno di loro osservandolo con disprezzo.

-non voglio uccidervi- riuscì a dire Lumir a stento ma i soldati risero alle sue parole attaccandolo poi contemporaneamente. Lumir si spostò di lato riuscendo ad evitare due attacchi mentre con la sua spada ne parava un terzo. Combatté furiosamente mentre veniva continuamente ferito non riuscendo a contrastare tutti e cinque fino a quando uno di loro non gli trafisse la gamba destra facendolo urlare di dolore e cadere a terra mentre vedeva letteralmente tutto nero.

Rival FactionsWhere stories live. Discover now