La regina dei Licantropi.

Capitolo 68

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"Giuro su Dio, se siete nudi, mi caverò gli occhi", gridò una voce familiare, destandomi da un sonno tranquillo.

"Aspetta che cominci ad avvicinarsi alla sua compagna, poi lo disturberò, così potrà vedere quanto cazzo è fastidioso", borbottò Adonis sottovoce.

Il mio cervello assonnato finalmente comprese e allora sospirai: "Onestamente, ha disturbato il mio sonno tranquillo".

"Ragazzi!?" Evan urlò.

"Evan, se questa non è una questione di vita o di morte, allora sei nella merda", ringhiò Adonis.

Aspetta un attimo, Evan non poteva entrare qui. Punto primo, perché ero nuda, e punto secondo, perché la stanza era un vero casino. C'erano i miei vestiti ovunque, insieme ai miei indumenti intimi. Anche le lenzuola erano in disordine.

"Bene, sto entrando", disse Evan.

Adonis si limitò a roteare gli occhi, non capendo nemmeno quale cazzo fosse il problema.

"Mmmhh.....dammi due minuti, Evan", mi lamentai non avendo voglia uscire dalle coperte.

"Bene, li sto contando". Evan rise.

Scorrazzando fuori dal letto, raccolsi i miei vestiti e corsi in bagno.
Mi spruzzai dell'acqua fredda sul viso, per sembrare più sveglia e mi cambiai i vestiti, per apparire presentabile. Mi spazzolai i capelli e uscii.

Adonis era seduto lì e sorrideva mentre io lo colpivo sulla spalla. "Non posso credere che stavi per far entrare Evan mentre ero nuda, e la mia roba era sparsa su tutto il pavimento".

"Beh, almeno, ho avuto una buona visuale quando sei uscita dal letto". Sogghignò.

"Gli uomini e la loro mente a binario unico", borbottai.

"E se Evan mi avesse vista nuda, allora cosa?"

Adonis non sembrava molto contento della mia domanda e rimase in silenzio.

"Esattamente, la tua reazione mi dice quello che devo sapere. La prossima volta fai più attenzione. Non voglio che il compagno di mia cugina muoia perché mi ha vista nuda". Mi sedetti sopra le coperte del piumone..

Evan entrò lentamente, con le mani sugli occhi, il che mi fece ridere.

"Evan, puoi spostare la mano".

Lentamente, spostò la mano e sospirò, quando vide che eravamo entrambi vestiti. Adonis non aveva la camicia, ma non credo che Evan fosse preoccupato di vederlo a torso nudo.

"Beh, grazie a Dio siete entrambi vestiti. Per lo più". Evan sospirò.

"Che cos'è successo?".

La faccia di Evan si fece seria, facendo sì che sia io che Adonis ci mettessimo a sedere dritti. Avevano preso il colpevole? "La bambina. Abbiamo scoperto chi è e i suoi genitori stanno arrivando. Gabe pensa che dovresti essere tu a dirglielo, Dimitri".

Evan sorrise tristemente.

"Certo. Ci sono notizie su chi è stato?" chiese Adonis.

"Al momento, non abbiamo molto su cui basarci. Speriamo che i genitori possano darci qualche informazione preziosa. Il problema che abbiamo è che questo palazzo ha così tante persone, guardie, cuochi, servitori. Abbiamo bisogno di più informazioni, prima di iniziare la ricerca". Evan sembrava frustrato.

"Ehi, hai fatto bene a trovare i genitori. Sono sicura che saremo in grado di ottenere delle informazioni che ci aiuteranno", rassicurai Evan.

Evan mi guardò con uno sguardo determinato negli occhi. "Voglio rendere giustizia a quella bambina".

"E lo faremo". Adonis si alzò e diede una pacca sulla schiena a Evan.

"Andiamo a incontrare i genitori", Adonis si rivolse a Evan.

Mentre entrambi si giravano per andarsene, io tossii molto forte.

"E io? Non osare dire che devo restare qui". Incrociai le braccia.

"Sì, devi. Non so se i genitori reagiranno male e potrebbero cercare di farti del male", rispose Adonis.

"Sì, va bene. Non resterò qui; Verrò con voi. E poi perché dovrebbero farmi del male?"

Evan propose: "Che ne dici di passare del tempo con Niya?"

Lo guardai male. Perché non mi permettevano di venire con loro? La mia bocca si aprì per ribattere, ma vidi la faccia di Adonis, la preoccupazione nei suoi occhi, e mi fermai.

Era davvero così preoccupato che mi facessi male? Dannazione, se fossi andata, allora avrebbe passato tutto il tempo a preoccuparsi per me e a non ottenere le informazioni importanti.

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