-Buongiorno bellissima!! Pronta ad affrontare una nuova giornata??- Aubrey già saltava dalla gioia.
-Che cazzo dici...- mugugnai appoggiando i piedi nudi a terra -... mi tocca sorbire anche oggi quello stronzo di Donald.-
-Dì anzi che sei innamorata di Styles e che non vuoi più farti pagare da quel catorcio ammuffito.-
-Smettila subito Aubrey. E' un ragazzino quello.- sbottai alzandomi e cercando a stento il mio reggiseno da quanto fossi ancora assonnata.
-Mm, che ti ha fatta competere con una soprano. Suvvia Deni. Non t'è mai fregato nulla di com'era Donald, fino a che non sei andata a letto col ricciolo.-
-Vorrà dire che si sono alzate le mie esigenze allora.- ghignai reggendo la sfida.
-Allora ammetti che il ragazzino è bravo.- Aubrey mi seguiva verso la cucina.
-Non ho mai detto il contrario.- ghignai buttandomi sulla mia sedia a tavola -E comunque... oggi dovrebbe venire a ritirare l'ordine.-
-Dunque lo vedrai!!- sbraitò la bionda ed io annuii -Woo!! Chiedigli il numero no? E poi cazzo. Ancora non sai il suo nome!-
-Non mi importa del suo nome tanto... anche lui mi pagherà. Per un pezzo della lavatrice, ma mi darà dei soldi e poi se ne andrà, ecco fatto.- borbottai cominciando a giocare con la zolletta di zucchero nel tè -Il problema è che...- mormorai, ripensando alla scorsa sera al locale.
-Ti piace.- concluse la mia amica al mio posto, così la guardai scocciata del fatto che mi conoscesse purtroppo così a fondo.
-Ci sa fare.- ghignai ancora.
-Denise smettila di fingerti così.- Aubrey assunse un'espressione autorevole e pure distrutta e dispiaciuta -Non sei sempre stata così maliziosa.-
-Lo sono diventata Aubrey.- sbottai alzandomi battendo i palmi delle mani sul tavolo -E tu non puoi dirmi cosa fare.-
-D'accordo. Allora ti ricordo semplicemente la nostra tradizione.- ridacchiò infine.
-Non mi diverto coi ragazzini. Quella sera dovevo solo vincere una scommessa.- mi diressi alla sala per poter tornare in camera.
-Che però non verrà mantenuta perchè non sopporti più Donald.-
-Esatto.- sbottai, cominciando a vestirmi.
Andai a lavoro coi nervi a fior di pelle, sapendo che anche quel giorno mi sarei dovuta difendere da quelle schifose manacce.
-Donald.- gli feci cenno col capo, dirigendomi agli spogliatoi, e poco prima di vedere la sua sagoma attraverso il vetro opaco della porta, la chiusi a chiave. Mi cambiai dunque in tutta fretta ed andai alla cassa, oppure fra gli scaffali a sistemare.
Quando si sentì il dolce squillo della campanella sopra la porta mi si rilassò ogni singolo muscolo
-Buongiorno!- la sua voce mi trafisse l'anima.
Io riuscii però a fargli semplicemente un gesto con la testa sorridendogli -E' arrivato?- mi chiese poi, riappoggiandosi ancora coi gomiti al banco.-Sì. Torno subito.- gli risposi io, così mi diressi nel retro per prendere il suo ordine, quando ovviamente venni trattenuta da Donald.
-Donald devo lavorare. C'è un cliente di là.- ringhiai trovandomi a due millimetri dal suo naso.
-Dovresti anzi approfondire che è il tuo cliente...- ringhiò a sua volta, così lo guardai con riluttanza.
-Tieniti da parte i soldi per quelle sul viale, perchè non mi toccherai più nemmeno un solo capello.- sputai ringhiando a denti stretti.
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❇ My Temporary Fix ❇
FanfictionNon sono un'istruttrice, non insegno ma vengo pagata. Non lo faccio per dovere, ma per piacere. Sinceramente nemmeno capisco perchè sono finita in questo giro, ma non ho intenzione di tirarmi indietro. In tanti mi chiamano "La mia bambola", altri si...