CAPITOLO 39: Harry

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Mi pareva così strano vedere Edward, il mio amico Edward, tenere in braccio un bimbo dai suoi lineamenti, e mi pareva pure strano che il mio amico, dal cuore di ghiaccio e testardo, avesse le lacrime agli occhi dall'emozione.
Io e Denise stavamo sulla porta della sala in cui Aubrey era ricoverata, a guardare Edward con un sorrisino ebete in faccia, era una scena troppo dolce.

-Deni...- mormorò Aubrey ad un certo punto, così Denise la raggiunse subito -E' bello secondo te?-

-Aub...- sospirò sorridendo -E' davvero bellissimo.- Denise quasi si sdraiò nel letto per poterla abbracciare.

Aubrey era visibilmente distrutta, bianca in viso e occhi stanchi, ma la sua bocca continuava ad essere curvata in un sorriso.

Rimanemmo con loro fino alla chiusura, solo Edward sarebbe potuto rimanerle accanto, così alle 19.30 dovemmo tornare a casa.
-Ehi!!- ci accolse il nostro batuffolo di pelo, che corse addosso alla sua adorata padrona, non considerandomi nemmeno di striscio.

-E menomale l'ho comprato io.- ironizzai, così facendola ridere mentre coccolava il cucciolo.

Denise andò a preparare la cena ed io a farmi una doccia, ci misi poco più del solito per darmi una sistemata a capelli e purtroppo pure ai brufoli, e quando uscii trovai Denise seduta in una delle sedie della cucina a piangere.

-Deni!!- le corsi incontro, con solo l'asciugamano in vita (ormai normale per lei) e mi accucciai alla sua altezza per poterla guardare negli occhi -Che c'è?-

-Oh- alzò il viso e si stropicciò gli occhi -attimo di debolezza.- ammiccò un sorriso, ma non ci sarei caduto, ormai la conoscevo.

-Denise...- sospirai -...come posso fartelo capire...- scoppiò ancora di più a piangere, sicuramente perchè pure lei sapeva che non poteva mentirmi -Non m'importa Denise, okay? A me basti tu!-

-Ma a me no!!- sbraitò lei, così facendomi sospirare ancora guardandola dispiaciuto -Voglio andare a casa. Mi ci porterai?- la guardai stranito -Con i miei vivevo in un paesino accanto Montrèal. Mi ci porterai?- sorrisi.

-Certo Denise. Quando vuoi.-

-Non abbiamo venduto la casa. Pensavo che prima o poi sarei tornata là quando mi sarei stufata di andare con gente a caso.- la seguivo guardandola semplicemente -Ho smesso di andare con gente a caso, quindi... potrei tornare a dare una sistemata.- sorrisi -Così la vendiamo e ci facciamo qualche soldo.-

-Sei sicura? Possiamo tenerla per andarci per le vacanze.- Denise scrollò le spalle.

-Non voglio tornare a vivere là Harry.- il suo tono di voce faceva trasparire qualsiasi cosa.

Così, quando il bimbo aveva già tre settimane andammo a Montrèal, loro si sarebbero fermati dai genitori di Aubrey, mentre io e Denise andammo in questo per me sconosciuto paesino. Era come fosse stato un piccolo insieme di quartieri a qualche chilometro dalla città, nulla di diverso.
Denise mi diceva dove andare via per via, sino a che arrivammo dinnanzi ad una casa color kaki, ormai rovinata dal tempo, fra piante rampicanti e erba gialla.

-Era più bella una volta...- mormorò lei mentre aprì la portiera.
Salì i tre scalini che portavano al portone e lo aprì.

Io la seguivo, rimanendo strabiliato da quanto fosse enorme quella casa all'interno.
-Che lavoro facevano i tuoi?- chiesi dunque, anche se mi maledissi per la mia curiosità.

-Mio papà l'architetto, mia mamma arredatrice d'interni. Lavoravano insieme. L'hanno progettata loro questa casa.-

-Ammirevole.- benchè rovinata e trasandata, quella casa aveva una maestosità tutta sua.

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