CAPITOLO 29: Denise

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-Oh mio Dio... cazzo, sei seria?-

-Byron, pensi che scherzi su certe cose? Sai che odio gli scherzi.-

-Sì... lo so...- si drizzò meglio per potermi guardare in viso -Non avrei mai immaginato che-

-Non portare dispiacere per me. Se Dio ha voluto riservarmi queste sciagure significa qualcosa, no?- sorrisi, benchè di amarezza -Forse non gli sono andata a genio da subito... o forse ha riservato per me un dono meraviglioso per cui è valsa la pena perdere tutto ciò in passato.- mi strinsi nelle spalle.

-Harry...- sussurrò Byron guardandomi compiaciuto, nel frattempo il mio sorriso si spense immediatamente.

-Come?-

-Hai sentito bene Deni.-

-Spero di aver sentito male invece.-

-Perchè continui a mentire a te stessa? L'hai detto proprio tu eh. Cioè... me l'hai confessato due minuti fa che lo ami.-

-Non lo so Byron... è troppo difficile per me credere a lui. Credo a me stessa, ho capito cosa provo, ma non credo a lui.-

-Povero ragazzo.- mormorò scuotendo la testa, ma non ribattei perchè dovetti rispondere al telefono.

-Aubrey dimmi.-

-Dove sei?-

-Al parco con Byron.-

-E' passato di qua Edward.-

-Dunque?-

-Dunque... vai da Harry.-

-Col cazzo.-

-Se ci vai col cazzo o con un cavallo bianco non mi interessa, ma vai da lui.-

-Perchè dovrei?-

-Perchè nemmeno Edward riesce a farlo smettere di piangere.-

Sbarrai occhi e bocca, mi si bloccò il fiato, lo sguardo si perse nel vuoto, il telefono mi cadde d'in mano.

Mi alzai senza dire una singola parola, raccolsi il mio telefono, diedi un veloce bacio a Byron e cominciai a correre.
Arrivai a casa sua col fiatone e le ultime forze che avevo le utilizzai battendo i pugni al portone. Se avessi continuato un altro po' mi sarei pure rotta le nocche delle dita, ma nemmeno un segno di vita dentro la casa.
-No... merda...- mugolai lasciandomi cadere a terra e ad un pianto liberatorio.

-Cerchi Harry?- sentii parlare una voce piuttosto anziana alle mie spalle; così mi girai di scatto, vedendo dunque la vecchiettina dalla treccia lunga e bianca guardarmi dall'alto, alla quale annuii -E' uscito di fretta non molto tempo fa. Sembrava piuttosto arrabbiato e teneva il viso verso il basso.-

-Oh Dio... la ringrazio signora!- esclamai alzandomi sorridendole.

-Sei la sua ragazza? Avete litigato?- mi guardò preoccupata ed io ammiccai un sorrisetto benchè triste.

-Abbiamo litigato sì, ma... purtroppo non sono la sua ragazza.- scossi la testa sorridendo nuovamente per poi correre fuori di fretta.

Andai ovviamente nel panico appena misi piede nel marciapiede, dove poteva essere andato?
Centro? Periferia? O... casa mia?

-Merda!! Merda!!- ringhiai portandomi le mani ai capelli guardandomi intorno.

Nonostante il continuo via-vai delle persone nel marciapiede, attirò la mia attenzione una ragazza che mi stava guardando da vicino al lampione all'angolo della strada; purtroppo la conoscevo pure bene, solo grazie a Facebook, ma ormai sapevo riconoscere Hailee se l'avessi vista in giro.
La guardai per diversi istanti, quando poi finalmente mi svegliai ed afferrai il mio cellulare inoltrando la chiamata a Harry.
Tentar non nuoce.
Ma ovviamente rispose la segreteria, così chiamai Edward.

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