CAPITOLO 13: Denise

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-Hai... hai chiuso con Harry? Quando?-

-L'ho incontrato alla spa. Abbiamo parlato. Ci siamo baciati. Ci siamo toccati. Ma... io sono una cazzo di troia, non voglio il ragazzo serio innamorato di me, mi sono spiegata?-

-Harry... Harry è innamorato di te...?-

-Anche io lo sono, porca puttana. Ma non voglio, capisci il problema Aubrey?!-

-Non ha senso quello che dici! Deni. Deni, avere qualcuno che ti ricambi è la cosa più bella che esista!!-

-Aub... beata te. Sei tornata ragazzina.- la guardai con riluttanza, o forse anche invidia -Io non ce la faccio. Sono fin troppo matura.-

-Non ha senso.- schiacciai la sigaretta e Aubrey mi seguì in sala -Non ha senso quello che dici, perchè se hai capito di amarlo, e lui ha capito di amare te, cosa c'è che può andare male?!-

-Io. Io vado male. Io non credo in queste schifosissime cose. L'amore, per me, non esiste. E Harry può starsene dove sta.-

Presi cuffiette, sigarette e in preda all'ira uscii di casa -Denise dove vai?!- Aubrey mi rincorse, ma già stavo scendendo le scale.

-In culo.- sbottai io, mettendomi le cuffie alle orecchie e avviando la mia playlist preferita di Bob Marley e Green Day.

A ritmo di "21 guns" mi trovai al parco del centro, dove i genitori erano soliti portare i figli piccoli a giocare negli scivoli o altalene.
Passai attraverso l'erba estremamente verde, sotto un sole talmente splendente da farla sembrare diamante, o meglio smeraldo.

I piedi si piantarono dove erano rimasti e lo sguardo si fermò su di un bimbo davanti a me con la camicia viola a quadri e dei lunghi capelli castani tenuti da una bandana marrone. Avrà avuto sì e no 10 anni, infatti fu abbastanza ragionevole da venire da me e chiedermi che mi fosse preso.
Sorrisi, per poi leccarmi le labbra secche -Sei davvero un bel ragazzino. Sarai molto voluto fra le ragazze, vero?- lui mi sorrise e annuì timido -Trattale bene, mi raccomando.-

-Certo. Mamma me lo dice sempre.-

Sorrisi ancora, per poi accarezzargli i capelli -Hai degli occhi meravigliosi, complimenti.- gli dissi poi, notando che occhi smeraldei avesse.

Non riuscivo a crederci.
Cercavo di dimenticarlo, e mi trovavo addirittura la sua copia ridotta al parco.

Okay. Forse fu la peggior decisione che potessi prendere andare al parco.
Nella panchina in cui avevo intenzione di andare, con la consapevolezza che fosse appartata dalla gente, vi era una coppietta innamorata intenta a scambiarsi saliva.
Ovviamente me la svignai velocemente.
Andai a finire in un angolino del parco dimenticato da tutti, dove solitamente io e le mie compagne del liceo andavamo per divertirci con l'erba.

Era una specie di spiazzo fra dei cespugli, il sole non vi ci passava a causa della grande quercia che faceva ombra, così mi sedetti fra le scanalature delle radici e tirai fuori una sigaretta. Chiusi gli occhi e cominciai a fumare in santa pace, e finalmente cominciai a sentire i nervi rilassarsi.
Dopo circa tre canzoni, cominciai a sentirmi osservata così aprii gli occhi -E tu?- chiesi al bimbo di prima, togliendomi una cuffia.

-Ti ho seguita.- rispose lui sorridendo.

-Beh... ma non dovresti stare qui. Tua mamma sarà preoccupata per te.- addrizzai la schiena e nascosi le sigarette.

-Mia mamma è impegnata con la mia sorellina. Si dimentica quasi sempre di me.-

Lo guardai intenerita quanto dispiaciuta -Come ti chiami?-

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