CAPITOLO 6: Denise

1K 21 0
                                    


Non potevo non ammettere che quel lavoro effettivamente mi piaceva, tralasciando il particolare che tornavo a casa ogni sera alle 2 o 3 di notte, e che dunque ogni mattina dovevo rompere le palle a Aubrey per farmi la colazione e soprattutto svegliarmi.
Ma comunque il primo mese passò alla grande e il mio stipendio arrivò puntuale e ben accetto.

Aubrey invece si specializzò in qualsiasi tipo di promoter, da quella dentro ai supermercati che distribuisce i volantini per gli sconti, a quella che attira la gente a entrare nel negozio di hot-dog.
C'era da ammettere però, che nonostante quegli umili e a volte pure imbarazzanti lavori, Aubrey ce la mettesse davvero tutta. Dopotutto vivevamo insieme, non potevo pagare solo io ciò che bisognava pagare.

L'unica cosa che non mi andava molto a genio nel passare di quei 30 giorni era che sempre più spesso trovavo Edward a casa nostra, o che usciva quando io rientravo di pomeriggio o che dormiva beatamente abbracciato alla mia amica quando tornavo da lavoro. Mi puzzava la cosa, e pure tanto.

Il giovedì era il mio giorno libero, così riuscii a svegliarmi presto e preparare la colazione per i due "piccioncini"? Potevo definirli così?

-Svegliatevi...- mormoravo cercando di non toccare il biondo, mi faceva strano vederlo accoccolato al petto di Aubrey, di solito i ragazzi che la pregavano di dormire con loro era solamente per il fatto che Aubrey la sapeva lunga sotto le lenzuola.
Sta di fatto che quando finalmente Edward si svegliò mi sorrise, prima di riaffondare il viso nell'incavo del collo di lei ed inspirare profondamente.
Io lo guardavo, semplicemente assistevo a quella invidiante e dolce scenetta mattiniera.

-Buongiorno Denise...- mi disse poi calando i piedi giù dal letto per poi darmi un veloce bacio in una guancia ed alzarsi.
-Oggi pomeriggio Harry è da solo a casa, perchè non vai a fargli compagnia?- mi chiese appena fummo seduti al tavolo della cucina.

-Eh sì... bella domanda...- ringhiai fulminandolo -Perchè forse non mi interessa un emerito cazzo di quel ricciolo?- alzai i palmi delle mani in segno di innocenza -Dì anzi che hai voglia di scoparti Aubrey e non mi vuoi per casa.- sbottai poi scherzosa, curiosa di sapere che avrebbe risposto.

-Forse... ma forse anche lui vuole scoparsi una bella ragazza come te.- risposta perfetta.

-Appunto, come me... non me.- feci un finto sorrisetto così facendolo scoppiare a ridere.

-Sei una grande Denise!- disse fra una risata e l'altra, mentre io lo guardavo stranita -Comunque.- stabilizzò improvvisamente il fiato -Voglio sapere perchè lo escludi così.-

-Perchè dovrebbe interessarmi, scusa? E' uno dei ragazzi con cui sono andata a letto e basta. Non ho relazioni amichevoli con ognuno di loro eh.-

-Non ti attrae nemmeno un pochetto?- Edward mi supplicò con lo sguardo.

-Sì mi attrae. Ma mi fa un effetto strano. Non voglio stargli intorno.-

-Mi sa però che lui voglia stare intorno a te...- adesso la sua voce era un mix di timore e tenerezza.

-Perchè dici questo?- il mio sguardo si affievolì, sicuramente a causa del suo.

-Lui ha solamente bisogno d'affetto. E per un uomo la miglior cura per ciò è l'affetto di una donna.- ammiccò un sottile sorriso.

-Mi dispiace... io...- scossi la testa frustrata -...io non sono capace di dare affetto. Non so più che cosa sia.- quella volta la mia voce non uscì arrogante e pungente, al contrario; infatti Edward mi guardò preoccupato e fece per parlare, ma fortunatamente intervenne Aubrey.

-Buongiorno bellissima!!- mi salutò avvolgendomi fra le sue morbide braccia per poi lasciarmi un veloce bacio all'angolo della bocca -Dormito bene?-

❇ My Temporary Fix ❇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora