CAPITOLO 16: Denise

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Dopo le mie parole mi sarei aspettata tutt'altro di ciò che invece mi rispose lui.

-Non l'ho mai fatto... Denise.- sussurrò accarezzandomi una guancia, causando il mio tremolio istantaneo del fiato, mentre una mia mano raggiunse la sua.

Mi alzai sulle punte per far sì che arrivassi alle sue labbra, che evidentemente volevano toccare le mie a tutti i costi.
Ci baciammo per qualche lungo istante, finchè fu lui a dividerci per sfilare infine i miei slip e i suoi boxer.
Aprì l'acqua calda e mi prese delicatamente per i fianchi, tirandomi fra i quattro vetri dopo di lui. Già lo pensai quando lo vidi in piscina, ma quel ragazzo coi capelli e i muscoli bagnati era il più perfetto degli Dèi.

Lasciò che guardassi ogni sua singola curva con la bocca schiusa, e sicuramente lui fece la stessa cosa, prima di prendermi delicatamente il viso e chinarsi per potermi baciare nuovamente.
Quando sentii chiaramente che cominciò a baciarmi più passionalmente, mi afferrò con forza i fianchi e mi alzò da terra, per poi spingermi contro il muro; ovviamente mi nacquero migliaia di brividi a causa del muro congelato a contatto con la mia schiena, che andarono ad aggiungersi a quelli provocati dalle sue labbra sul mio petto.

Ridacchiai ripensando al pomeriggio, e lui notandolo si staccò per guardarmi curioso -Ti piace riempirmi di succhiotti?- ridacchiai e lui mi rispose ghignando, per poi mordersi le labbra sensualmente.

-Amo mordere la tua pelle.- ringhiò a denti stretti, per poi tornare a fare ciò che stava facendo prima.

-L'avevo capito...- ansimai alzando il viso verso l'alto, mentre lui mi alzò un altro po', facendomi sentire quanta voglia avesse di me.

A un certo punto staccò le labbra dal mio collo e mi guardò per poi sospirare silenziosamente.
Gli accarezzai lentamente il viso, toccando appena i suoi bellissimi capelli e non riuscii a non sorridere.

Quell'immensa voglia di averlo si tramutò in qualcosa che non saprei spiegare; mi sentivo lo stomaco in subbuglio, e dentro di me non ardeva la voglia di fare chissà cosa, ma di baciarlo. Infatti fu lui a decidere di farmi mancare il fiato per la sua successiva mossa, e per farlo mi spinse ancora più contro il muro, ma grazie a ciò sentii anche meglio quanto ci sapesse fare col mio corpo.

Non mi sarebbe costato nulla ammettere che lui era il migliore di tutti gli uomini che provai.

La cosa che più mi piacque era il fatto che mi guardava dritta negli occhi e mi baciava dolcemente, facendo a turno fra labbra e collo, mentre le sue mani si limitavano a tenermi sotto le cosce in modo da farmi stare in equilibrio fra il muro e il suo corpo.
I suoi movimenti non avevano un ritmo, faceva con una tale calma che il tempo sembrava essersi fermato.
Non che non mi piacesse, anzi.
Non sapevo che fare con calma e con grazia fosse molto meglio del sesso sfrenato, e anzi, in tal modo sentivo ogni suo singolo movimento sino in fondo, così da farmi raggiungere il mio massimo limite per ben due volte, nonostante lui fosse nemmeno a metà.
Ecco perchè uscimmo dalla doccia, per andare finalmente in quel morbidissimo letto che aspettavo con ansia di provare.

Mi fece giusto avvolgere in un asciugamano bianco, prima di prendermi in braccio e buttarmi sul suo letto e lui sopra di me.
Prima che rientrò in me però si concentrò nuovamente sul mio collo e nel frattempo le sue mani ricominciarono a giocare col resto del mio corpo.

Fui io quella volta a incitarlo di ricominciare e così fece.
Riuscii a lanciare uno sguardo alla sveglia alla mia sinistra, giusto per curiosità, e per sapere quanto impiegava quel figo della Madonna a farmi impazzire per l'ennesima volta.
Realizzai che ci mise sì e no cinque minuti, e lo capii dal fatto che la mia voce uscì più acuta che mai.

-Shh.- rise lui appoggiando l'indice sulle mie labbra -Mi fa piacere sentirti urlare, ma non è l'ora giusta...- ridacchiò malizioso ed io annuii per poi deglutire, nel vano tentativo di calmare il fiatone -Va bene così?- sussurrò poi premuroso sfiorando il mio collo col naso.

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