CAPITOLO 5: Aubrey

1.1K 24 1
                                    

Quando vidi Denise seduta sulla poltroncina al lato del mobile all'entrata mi venne un attacco d'ansia. Non volevo che venisse a sapere della mia cotta per Edward, anche se mi scocciava enormemente mentire alla mia migliore amica.

Dopo che se ne fosse andata, Edward mi coccolò un altro po', lasciandomi pure un evidente marchio violaceo sul mio seno destro. Amavo i succhiotti.
Ma non me ne facevano uno da forse sei anni, per il semplice fatto che non mi fidanzai per tutto quel tempo, nonostante dentro di me lo sperassi ancora.

No legami, no delusioni, no sofferenza. Era ciò che mi ripeteva sempre la mia amica.

Ma se non ci fosse stato quel forte legame fra me e lei, non ci sarebbero state tutte quelle giornate passate a truccarci e vestirci, a fare shopping, o a cucinare torte di cui nemmeno sapevamo il procedimento.

Se non fossimo state così legate, non saremmo state così pendenti dall'altra, consapevoli di poter contare sulla nostra amica, che ci sarebbe stata sempre e comunque.
Se non ci fossero stati quei famosi legami segnati nella storia, non ci sarebbero i film d'amore, quelli romantici strappalacrime e nemmeno tutti i romanzi che amavo leggere in una giornata.

Le delusioni invece portano nient'altro che a una maggiore determinazione per essere più forti di prima, la tristezza va trasformata in rabbia e voglia di superare e andare avanti.

Perchè però avevo paura anch'io, adesso, di legarmi ad un ragazzo?

Avevo paura di soffrire. Odiavo soffrire. Provarlo per l'intera infanzia e adolescenza non mi aveva certo portato a vedere un futuro positivo.

Ecco perchè me ne stavo nell'angolino del divano e Edward nell'altro. Avevo paura di quel tipo di contatto fisico.
In situazioni del genere, Galeotto potrebbe essere un semplice tocco delle ginocchia fra di loro, o un veloce sguardo sufficiente a fare arrossire.
Eppure... quando si sdraiò su di me accarezzandomi le gambe avrei tanto voluto essere stata capace di immaginarmi la sua ragazza storica, mentre si avvicinava a me lentamente per potermi sussurrare quanto mi amava.

Sapevo però che si stava avvicinando solo per poter riandare sul mio collo o sulle mie labbra, niente di più, nè di diverso.

Perchè allora lo speravo così tanto?

Comunque, cercai di mandare via tutti quegli stupidi pensieri e mi gustai le dolci e aggraziate labbra di Edward.
Non capii per quale strambo motivo, ma finimmo col guardare "Fight Club", alla fine del quale rientrò Denise.

-Giura.- disse lei, con un'assenza di espressione assurda.

-Cosa dovrei giurare?- ridacchiai io stranita, così si chiuse la porta alle spalle e si avviò verso la cucina per preparare il pranzo.

-Pensavo voleste solo scopare.- borbottò poi, cominciando a tirare fuori pentola e pasta.

-Penso sia più intrigante conoscerla.- rispose prontamente Edward, e mentre Denise lo guardò con le sopracciglia alzate e le labbra schiuse, io mi sentii letteralmente sciogliere.
Lo sapevo. Mi sarei innamorata.

-Vuoi rimanere a pranzo?- chiesi educatamente a Edward, che mi guardò sorridendo.

-Resterei volentieri, bellissima... ma Harry mi aspetta.- si alzò proprio nel momento in cui finì il film, per poi guardarmi dall'alto.

-Vivi con Harry?- gli chiesi dunque curiosa e lui annuì senza mollare di un solo secondo quel fine sorriso.

-Vivi con Harry??- sbraitò non molto lontana da lui Denise.

-Sì, perchè?- ridacchiò lui, e forse dopo anni e anni, vidi la mia amica arrossire.

Era forse uno spaventoso sogno? Denise che arrossiva non era un buon segno.

❇ My Temporary Fix ❇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora