CAPITOLO 14: Harry

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Rimasi accucciato con le braccia piegate sul bordo della vasca, mentre mi persi nei suoi occhi azzurri come pochi al mondo.

Sarei pronto a scommettere che lei era nel mio stesso mondo, capibile dal modo perso in cui mi fissava. E adoravo quel suo sguardo.
Sembrava mi stesse scrutando, come se stesse segnando in un elenco della sua mente ogni singolo angolo del mio viso per la paura di dimenticarlo.

Inevitabilmente però, lo stavo facendo pure io.

Stavo segnando ogni suo singolo aspetto del viso, speranzoso che prima o poi avrei elencato ogni particolare del resto del suo corpo.
Le sue labbra erano qualcosa di spettacolare, carnose e uniformi, dal colore scelto al computer, naso esile e leggermente lungo a far risaltare la forma enorme e fiabesca dei suoi due occhioni blu. Non sarei mai riuscito a descrivere quel colore, non avevo mai visto azzurro più bello in vita mia. In quel momento teneva i capelli legati con una pinza, così da risaltare come fosse snello il suo viso.

Dopo quel mio ultimo scherzo nessuno dei due disse più una parola. Ci guardavamo e basta.

Dopo lunghi istanti fu lei a scrollare la testa e girarsi alla ricerca della vodka -Ho sete.- disse alzandosi e sporgendosi per prendere il bicchiere e la bottiglia.

Penso che qualsiasi maschio avrebbe lasciato cadere l'occhio dove gli occhi di ogni maschio avrebbero voluto cadere.

Dovevo ricordarmi prima però che lasciandolo cadere troppo addosso ad una meraviglia del genere, sicuramente gli ormoni non se ne sarebbero stati al loro posto; infatti, ovviamente, una smania strana cominciò a scombussolarmi lo stomaco.

-Styles. So dove hai guardato.- ringhiò Denise tornando al suo posto, per poi portarsi il bicchiere alle labbra e bere un po' di vodka al limone.

-So che lo sai.- annuii dandole immediatamente ragione, così facendola ridacchiare divertita.

-Vuoi?- mi offrì il suo bicchiere, che rifiutai.

-Devo guidare. E ho visto che è schietta quella vodka.-

-La vodka è la miglior medicina a qualsiasi male dell'anima.- alzò il bicchiere al cielo prima di riportarselo alle labbra.

-Mm, peccato che sia la peggior medicina per il fegato.-

-Oh amore mio. Si vive una volta sola, e non sarò giovane per ancora tanto tempo.-

A quelle parole ridacchiai divertito, ma anche consapevole che ciò che disse era la cosa più vera di tutte.

-Hai intenzione di starmi a guardare ancora a lungo?- disse poi, giocando con due cubetti di ghiaccio infondo al bicchiere.

-Non mi suona nuova questa domanda.- ridacchiai.

-Infatti è un invito a smetterla subito di fissarmi come fossi un'opera d'arte. Dai sui nervi.-

-Ma tu sei un'opera d'arte, chissà quanto vali.-

-Sig. Styles, se pensa di potermi comprare si sbaglia di grosso.- sibilò lei fulminandomi con lo sguardo.

-Come mi hai chiamato?- ridacchiai.

-Non mi suona nuova questa domanda.- ridacchiò lei.

Non valeva però, era troppo brava nel ribattere.

-E' un invito a smetterla di chiamarmi così e a cominciare invece a considerare di chiamarmi solo Harry.-

-Di solito... chiamo solo per nome i clienti.- disse lei, finendo il suo bicchiere, per poi girarsi per riprenderne un altro po'.

Quella volta non guardai nulla di privato perchè lo sguardo si perse nel vuoto, più strabiliato che mai.
In pochissime parole, mi fece capire che per lei ero un gradino sopra agli altri maschi con cui si divertiva.

❇ My Temporary Fix ❇Where stories live. Discover now