Prologo - Direzione: Tokyo!

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"Ho trovato l'amore della mia vita in un luogo lontano, un luogo tra sogno e realtà dove tutto può succedere."

"Ho trovato l'amore della mia vita in un mondo pericoloso, un mondo tra fiction e realtà dove tutto é in discussione."

"Ho trovato l'amore della mia vita in un sogno, e quel sogno si é spezzato lasciando in me il deserto bruciante della delusione."

"Ho trovato l'amore della mia vita, ma lui sta ancora cercando me?"

* * *

- Ho capito quello che vuole dirmi, agente...- una voce pacata proveniente dal fondo della saletta, un uomo dall'aspetto distinto seduto con le gambe accavallate mentre annotava sul taccuino ciò che la sua paziente gli diceva.

- Ah, ? E se lo hai capito, Jones, spiegami cosa ci faccio ancora alle tue stupidissime sedute di analisi! - una voce di donna, una voce sarcastica e disillusa, che apparteneva ad una sua collega al Dipartimento, sua paziente appunto da circa un mese.

Quello non si scompose, rimanendo nella stessa posizione; Athena, così si chiamava la paziente, gli gettò un'occhiata dal divanetto in cui stava seduta con le gambe incrociate, le mani nascoste dalle maniche della leggera maglia verde scuro che indossava, mani inermi lasciate nell'incavo delle gambe, l'espressione disillusa e malinconica dipinta sul bel viso spruzzato di lentiggini.
- Non dici niente? -

- Sei qui perché il tuo benessere sta a cuore al Dipartimento, Athena. - le disse, abbandonando il tono professionale in favore di un approccio più amichevole.
D'altronde si conoscevano da anni.

Athena sbuffò alzando gli occhi al soffitto dalle tinte grigiastre, si mosse appena sul divanetto nero e puntò poi lo sguardo sulla scrivania dello psicologo Marcus Jones, dipendente del Dipartimento dell'FBI di Boston, Massachusetts; sul ripiano sostavano alcuni soprammobili, un computer, alcuni plichi di fascicoli relativi ai pazienti in analisi, e quell'odioso aggeggio con cinque palline che faceva oscillare costantemente le prime due alle estremità, il pendolo di Newton, che spargeva il suo ticchettio nella stanza rendendola sottilmente nervosa.

- Tuttavia, Athena, oggi volevo fare un altro tipo di seduta con te. - riprese lo psicologo degli agenti, ottenendo di nuovo la sua attenzione.

- Cioè? - gli chiese la rossa Athena con aria sospettosa, inarcando un sopracciglio.

- Dopo avermi parlato della tua esperienza a grandi linee, credo sia giunto il momento di scendere nei dettagli e approfondire il racconto. -

- Vuoi che ti racconti tutto per filo e per segno? - si stupì lei, sentendo una spiacevole morsa al ventre all'idea di svuotare il sacco con qualcuno, svuotarlo del tutto.

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