Direzione: Tokyo 2.0

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Soundtrack
"Speeding Cars" - Walking On Cars

* * *

Una furia rossa, ecco cosa vide chi sostava nell'androne di ingresso del Dipartimento di Boston dell'FBI.

Athena entrò a passo di marcia senza degnare nessuno di uno sguardo, i capelli che svolazzavano all'indietro spinti dal movimento della sua veloce andatura, gli occhi puntati davanti a sé e le spalle ben dritte.

Lasciò il grande androne e salì i primi tre piani a piedi facendo i gradini a due per volta con impazienza, incontrò parecchi colleghi, venne guardata a bocca spalancata da tutti e non se ne curò affatto; sapeva che ormai il suo nome era macchiato, sinonimo di sostenitrice della Yakuza giapponese, ma cosa le importava?
Assolutamente niente.

Arrivata al terzo piano, marciò dritta fino ad una porta con la targhetta che recava il nome del suo diretto superiore, Richard Patrick, si prese un secondo per respirare ed entrò senza nemmeno bussare o farsi annunciare dalla sua solerte segretaria, che ovviamente lui si sbatteva alla grande anche e soprattutto nelle ore di ufficio.

- Che mi venga un colpo! Athena O'Neil...ne é passato di tempo! - esclamò quello non appena se la vide davanti, e la rossa arricciò le labbra disgustata.

Appunto, proprio in quel momento la graziosa segretaria tutta curve e niente cervello, che nessuno si spiegava come avesse potuto ottenere il posto guarda caso, era comodamente appollaiata sulle gambe del capo a fargli mielose moine raccapriccianti, una mano di lui uscì furtivamente da sotto l'orlo della sua gonna aderente ed Athena alzò gli occhi al soffitto.

Finalmente Alba, nome schifosamente falso come una banconota da tre dollari, lasciò di corsa l'ufficio fingendo imbarazzo e lasciò soli agente speciale e superiore.

- Dicevo, Athena...ne é passato di tempo! - Patrick si sistemò il nodo mezzo sciolto della cravatta, apparentemente a disagio.

- Ma dai! Pensavi che tredici mesi fossero più corti? - fece lei, sarcastica, prima di avvicinarsi alla sua scrivania. - Ma vedo che qui le cose son sempre le stesse, continui a farti quella puttanella senza cervello come sempre...ma tua moglie ancora non se n'è accorta?! -

Patrick sghignazzò divertito, poi le fece cenno di sedersi ma Athena incrociò le braccia al petto e restò in piedi, dritta ed immobile come un tronco d'albero inflessibile.

- E così hai scontato la tua pena. - le disse sorvolando sulla questione moglie. - Sei qui per riavere il tuo posto? -

- Come no! Perché ovviamente, senza due componenti del team, siamo in grado di portare avanti una missione lo stesso! - sbuffò lei.

- Tre, O'Neil. -

- In che senso? - chiese la rossa, questa volta stupita.

Patrick si alzò dalla poltrona e le si fece davanti, serio.
- Parker ha rassegnato le dimissioni circa otto mesi fa. - la informò.

- Ma...il mio avvocato mi aveva detto che era in missione! - ribatté Athena, perplessa.

- Non aveva tutti i torti, infatti. Parker era stato mandato, subito dopo il rientro da Tokyo, a Los Angeles, per un giro di spionaggio illecito di cui ci siamo accorti circa un anno fa. Tuttavia in piena missione ha lasciato, ed una volta qui ha rassegnato le dimissioni...credevo fosse venuto a farti visita in carcere. - le riferì il superiore, guardandola con le sopracciglia aggrottate.

Athena ne fu spiazzata, e subito le balzò alla mente un atroce pensiero.
"Ma se le cose stanno così...perché non é mai venuto a trovarmi? Cosa nasconde? E soprattutto, si é sbarazzato delle camere di Ula ed Oliver per...perché era questo il suo obiettivo? Farli...farci fuori tutti?"

Yakuza AffairsWhere stories live. Discover now