Difficoltà e passione

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Soundtrack
"Will You" - P.O.D.

* * *

- Dovrai dormire sul divano...la tua camera...sì, beh, non esiste più. Al suo posto c'è una palestra. - disse Athena ad Oliver, quando raggiunsero l'interno dell'appartamento.

- É ok. - rispose il castano mentre si guardava intorno spaesato. - Carina...la casa, intendo. -

Parlava in giapponese, con un accento così perfetto come mai prima di allora.
Athena, guardandolo mentre girava per il soggiorno leggermente in disordine, provò uno strano senso di disagio in sua presenza; non le piaceva averlo lì a pochi passi da lei, e non perché ne fosse ancora attratta o altro, ma perché le sembrava di avere davanti a sé un perfetto estraneo.

Soffocò l'impulso di andare a svegliare Takeshi per non restare sola con Oliver, e si diede della stupida da sola.

"Andiamo, Athena! Hai superato prove ben peggiori di questa, puoi farcela...ora gli dai delle coperte per dormire e te ne torni a letto, su!"
Pensò sconfortata, soffocando anche il malsano desiderio di lasciarsi andare ad una risata isterica, appropriata per tale situazione imbarazzante.

- Così...ti chiami Athena...bel nome. - le disse Oliver girandosi a guardarla, e per un istante rivide il suo familiare sguardo ormai perduto.

- Sì, mi chiamo Athena...e tu non ti chiami Domiko McDee, tu ti chiami Oliver Jennings! Possibile che non ricordi davvero niente?! - fece lei, andando verso il corridoio che portava alle stanze.

- No, non ricordo niente...dove vai? -

- A prenderti delle coperte per la notte, o per quello che ne rimane almeno. -

- Ma io voglio parlare con te...Athena...voglio sapere, aiutami a ricordare! -

- Non é il momento per un viaggio nel passato, lo faremo da domani. - tagliò corto lei, ed andò nella sua stanza.

Poco dopo ritornò nel soggiorno con due pesanti coperte tra le braccia e le dispiegò sul divano, quindi guardò Oliver, che in quel momento stava imbambolato davanti al mobile tv a rigirarsi un anello tra le dita.

- Di là in fondo al corridoio c'è il bagno, lì invece trovi la cucina se ti dovesse venire fame, visto che non lo ricordi...io andrei a dormire se non ti dispiace. - gli disse con freddezza, indicandogli con un braccio le direzioni per i vari ambienti.

- Mmh...sì sì...ciao. - mormorò Oliver, sovrappensiero.

Athena se ne andò velocemente verso la sua stanza e dovette trattenersi dal chiuderla a chiave a doppia mandata.
Avvertiva paura verso di lui e non ne capiva il motivo, non aveva mai avuto paura di Oliver, mai in nessun caso.

"Ma che cavolo succede?!"
Pensò turbata, poi si risolse a mettersi a letto e non pensarci, magari cercando di prendere sonno.

Ma non riuscì a dormire affatto per le restanti ore prima dell'arrivo del giorno, si rigirò tra le coperte con l'orecchio teso a captare qualsiasi strano rumore proveniente dal soggiorno, che ovviamente non arrivarono.
Ciò che arrivò con l'alba fu Takeshi sul suo letto, che si sedette sul bordo e la scosse delicatamente sulla spalla per svegliarla.

- Keshi...ma che ore sono? - bisbigliò Athena assonnata, stringendo gli occhi stanchi e sbucando tutta arruffata da sotto le coperte.

- É molto presto, Athena...ma cosa ci fa qui Oliver? Cosa cazzo é accaduto stanotte?! - mormorò lo Yakuza, assolutamente ignaro di tutto, che si era visto il castano dormire sul divano quando si era diretto in cucina per bere un bicchiere d'acqua.

Yakuza AffairsWhere stories live. Discover now