Il filo spezzato

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Soundtrack
"Hero" - Skillet

* * *

Athena entrò nello studio di Jinkai trovandolo come sempre a scrivere su un foglio, sorrise avvicinandosi e gli si poggiò poi con familiarità sulle spalle, da dietro la poltrona, lasciandogli un tenero bacio sul collo lasciato scoperto dal colletto della camicia aperto.
- Cosa fai? -

- Scrivo il mio testamento, vita mia. - le rispose Jinkai con un sorrisino e voce calda.

Athena restò spiazzata e si irrigidì puntando lo sguardo sul foglio.
- Perché erigi il testamento, Jin...qualche problema? Eppure pensavo che aver restituito Michiko alla famiglia avesse posto fine alla guerra...-

- Non c'è alcun problema con Yamamoto per ora, Athena, così come non c'è un motivo preciso per il quale faccio testamento...ma conviene farlo, così se mi succede qualcosa sarà tutto al suo posto. - le disse il boss, serio.

La rossa si staccò da lui e prese a camminare per lo studio dirigendosi verso la libreria, lì si fermò dandogli le spalle.
- Non mi piace questa storia, Jin...sembra quasi che tu stia per morire! -

- Non ne ho nessuna intenzione, amore...- fece lui raggiungendola, la prese per le braccia e la fece voltare a guardarlo. - Ma, se nella malaugurata ipotesi dovesse accadermi qualcosa, ho bisogno di sapere il clan nelle migliori mani in cui posso lasciarlo...-

- E sentiamo, a chi stai affidando tutto il tuo impero? - gli chiese con una smorfia.

- A te, Athena-san. -

- A me?! Ma sei matto?! - esclamò lei, sconvolta.

Lo guardò con occhi sgranati e labbra aperte, incredula le volesse affidare il comando del clan se lui fosse mancato.
- Per niente. Sei mia moglie, a chi altri dovrei lasciare il mio impero, come lo chiami tu? Inoltre sei perfettamente integrata tra gli uomini, loro ascoltano la tua parola e ti portano obbedienza come fanno con me, ti rispettano e ti stimano...saresti una buona guida per loro. - le disse lui, serio come non mai.

- Io...non posso prendere il comando di un clan mafioso, Jin! Hai dimenticato come mia madre ha preso questa faccenda? -

- No, ma Agatha saprà perdonarti se ti sei innamorata del sottoscritto e hai deciso di viverci insieme...e mi sembra che la sua telefonata dell'altro giorno sia un buon inizio, non credi? - le sorrise il marito, carezzandole il viso.

Di fatto, Agatha aveva appreso del lavoro di Jinkai e Takeshi alcuni giorni dopo il matrimonio; a dire il vero qualcosa aveva sospettato già durante quella giornata, soprattutto notando l'abbigliamento degli Yakuza e sentendo quegli uomini chiamare Jinkai capo, una parola che aveva imparato a conoscere perché Takeshi la diceva spesso, tuttavia aveva pensato fossero suoi dipendenti, giacché credeva il genero un uomo d'affari e niente più.

Era stata Ursula a dirglielo, anche se in buona fede, durante una loro chiacchierata da sole quando Athena era partita per un viaggio improvviso con il neo marito; la bionda si era lasciata andare a confidenze intime con Agatha, non sapendo che quest'ultima fosse all'oscuro delle attività di Jinkai, nel suo caso Takeshi, e le aveva chiesto consiglio su come passar sopra al fatto che il suo amato uscisse ogni giorno per torturare forse qualcuno.

Da lì le cose erano degenerate, e quando Athena era tornata dal suo breve viaggio ristoro con Jinkai nelle Isole Fiji, Agatha l'aveva affrontata dicendole di aver scoperto tutto, nonostante la sua fatica nel parlare a lungo e articolare frasi complesse; inutile dire che non era stata contenta di sapere la sua unica figlia invischiata con la mafia, che non aveva affatto gradito di avere un boss come genero, e non le aveva nascosto di certo il suo biasimo né i suoi timori.

Yakuza AffairsWhere stories live. Discover now