A casa del Boss

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Soundtrack
"Unintended" - Muse

* * *
                                
Era mezzanotte inoltrata quando la macchina si fermò davanti ad un cancello in legno, nella periferia di Tokyo.

Asakusa la aveva chiamata Jinkai quando Athena gli aveva chiesto dove fossero, praticamente la zona più antica e tradizionale della città; pareva un quartiere tranquillo, ma dove si ergeva l'abitazione del boss sembrava non troppo abitato, le case erano parecchio distanti l'una dall'altra e la sua era anche contornata da alti alberi a celarne la vista agli occhi altrui.

Il cancello si aprì e l'auto avanzò lungo un sentiero piuttosto buio, ghiaioso si disse Athena sentendo le pietruzze sotto gli pneumatici; la casa, vista dal finestrino, era enorme, una vera e propria villa a tre piani puramente in pieno stile nipponico, fatta di tanto legno chiaro e grandissime finestre scorrevoli, c'erano molte luci accese ed Athena si chiese chi altri abitasse là dentro con lui.

Si disse che probabilmente ci viveva la sua scorta personale, essendo un boss in ascesa sicuramente aveva parecchi nemici o se ne stava creando, quindi doveva per forza avere degli uomini a proteggerlo notte e giorno, un po' come il tizio che le aveva aperto la portiera per farla salire sulla Berlina.

Finalmente l'auto si fermò in un piccolo piazzale terroso, Athena vide Jinkai scendere e richiudere la portiera, stava per farlo anche lei dopo un sospiro tremulo quando, sorprendendola, lui in persona le aprì quella dal suo lato e le porse la mano per aiutarla a scendere.
Athena accettò il gesto da gentiluomo ed afferrò la sua mano, ignorando la solita scarica di piacere che le diede il contatto con la sua pelle, ed uscì trovandosi in un bellissimo giardino lussureggiante.

Anche al buio, un buio rischiarato debolmente da qualche lampioncino a luce alogena sparso per il giardino, si notava quanto fosse curato quel posto; c'erano piante di tutti i tipi, fiori che emanavano intensi profumi tutto intorno, da qualche parte si udiva il fruscio di qualche fontanella sicuramente, Athena pensò al tipico suono dolce dell'acqua che scorre e sentì che quel luogo poteva benissimo essere considerato sacro.

- Potete ritirarvi. - disse Jinkai ai due omoni vicino a loro, Athena si sorprese fossero due, ed erano così grossi da incuterle timore. Poi il boss si rivolse a lei quando i due se ne andarono dopo un inchino rispettoso. - Vieni. -

Le parve un ordine ad andare incontro alla morte, ma non si scompose e lo seguì non verso l'ingresso principale della casa, bensì dietro, attraverso una piccola stradina sempre ghiaiosa che scoprì portare sul retro della villa, dove restò ammutolita nel vedere che, se il giardino sul davanti era spettacolare, sul retro era qualcosa di magnifico.

Ed oltre al giardino bellissimo, c'era uno snodo di sentieri ricoperti da grosse pietre piatte dalla vaga forma circolare, che conducevano in vari punti; c'era una piccola costruzione in legno che pareva un capanno per gli attrezzi, una piscina dalla forma a violino, ed una veranda semicoperta davvero bella.
Athena fu veramente colpita da tutto quel buon gusto, e si chiese come fossero gli interni della casa se già il giardino era così meraviglioso.

- Il suo giardino é splendido, Jinkai. - non poté trattenersi dal dire mentre lui si fermava davanti ad una porta accanto alla veranda.

- Mi sembrava che ci fossimo accordati nel darci del tu, Athena. Ma ti ringrazio per il complimento. - le rispose aprendo la porta con delle chiavi.

Si spostò e la fece accomodare tenendole aperta la porta, Athena entrò in quello che pareva uno studio, grande quanto la camera che divideva con Ursula nell'altra periferia dove abitavano, Jinkai richiuse la porta a chiave e per un attimo si sentì in trappola.
- Questo é il mio ufficio. - la informò, senza essercene bisogno comunque. - Seguimi. -

Yakuza AffairsWhere stories live. Discover now