Dubbi e sospetti

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Soundtrack
"Surfacing" - Slipknot

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21 Gennaio 2011

Documenti sparsi sul tatami rossastro del soggiorno grigio, fogli con su scritti appunti disordinati, una penna lasciata accanto a questi con noncuranza, una tazza di tea al biancospino tra le mani ed i capelli raccolti in una cipolla grossolana sul capo, così se ne stava Athena quel giorno di intenso gelo invernale all'esterno.

Un freddo così intenso che le strade erano ricoperte di ghiaccio, il ghiaccio formatosi dalla neve che era caduta a Dicembre e che ancora non si era sciolta, e che aveva costretto anche tutti i membri del clan di Jinkai a starsene bellamente al caldo in casa, senza osare mettere il naso fuori per nessuna ragione.

La rossa aveva approfittato di quell'ondata di clima rigido per mettere ordine negli appunti scritti di getto da qualche settimana, tutti i punti oscuri che avevano portato la sua squadra a venire decimata e distrutta.
Su quei fogli aveva trasposto nel tempo tutti i suoi più intimi pensieri, tutte le congetture, tutte le ipotesi che la sua mente aveva elaborato quando era in carcere ed aveva molto tempo da passare a pensare, tempo che poi una volta a Tokyo si era ridotto notevolmente.

La relazione con Jinkai le portava via tempo ed energie, in soli venti giorni dalla ripresa del loro focoso rapporto, e fintanto che lui non le aveva portato a casa la notizia bomba del suo prossimo matrimonio con la nipote di Yamamoto, aveva avuto occhi solo per lui.
Ora le cose erano leggermente cambiate, ed aveva preso a stilare un dettagliato dossier come faceva quando lavorava all'FBI, in cui appunto riportava tutti i dubbi che le venivano alla mente e che necessitavano di risposte.

Sui fogli aveva ricostruito il famoso giorno in cui era stata arrestata, ogni dettaglio ed ogni incongruenza, ogni fatto sospetto che non riusciva a spiegarsi; ad esempio chi le avesse mandato il messaggio al cellulare se Ula giurava di non averlo fatto, chi avesse mandato un altro sms a Jinkai dato che lei non era certo stata, chi diavolo era stato a muoverli come pedoni sulla scacchiera che era la città di Tokyo.

La voce Oliver sugli appunti era affiancata da un grosso punto interrogativo, su di lui e sul suo destino purtroppo ancora non sapeva niente, anche se insieme a Jinkai avevano già cominciato le indagini tra i bassi fondi della città, là dove operava la Yakuza, ed Athena si trovava ad immergersi sempre più nel mondo del crimine nipponico.

Ma per il momento nulla era venuto alla luce, nessuno tra quelli interrogati che potevano sapere qualcosa pareva aver mai visto Oliver, nemmeno quelli che lavoravano sotto pagamento di qualcuno e che erano considerati mercenari che si vendevano al miglior offerente, gente più pericolosa dei boss Yakuza insomma e che avevano lasciato in Athena una spiacevole sensazione di disagio.

- Chi diavolo c'è dietro? Forse Yamamoto? - si chiese mentre rileggeva gli appunti per l'ennesima volta. - É plausibile...Yamamoto trama nell'ombra escusivamente per colpire Jinkai, solo che deve sbarazzarsi di me e quindi fa fuori Ula ed Oliver ideando un piano ben elaborato...si avvale di tecnici informatici che rubano i nostri numeri di telefono ed inviano sms da un computer, in questo modo ognuno di noi si troverà esattamente dove deve stare e Jin sarà da solo sotto tiro della polizia, che ha ricevuto la soffiata che lo voleva colpevole di voler uccidere un loro collega importante...ma Juno? Cosa c'entrava lei in tutto questo? Possibile che sia stata davvero una rapina finita male? -

Parlava ad alta voce tra sé, ragionando insistentemente come aveva fatto centinaia di volte a suo tempo con i colleghi durante qualche indagine, e non si accorse che Jinkai la osservava dal vano della porta con le braccia incrociate, poggiato allo stipite, e con un sorriso sulle labbra.
- É al lavoro, agente O'Neil? - le chiese, sorprendendola.

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