A Kyoto

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Soundtrack
"Disasterpiece" - Slipknot

* * *

Il giorno dopo, Trevor giunse a Tokyo come da richiesta di Jinkai.
Ancora all'oscuro di ciò che era successo qualche giorno addietro, si presentò alla villa del boss la mattina di buon'ora, ancor prima di recarsi da Athena.

- Trevor-san. - lo accolse Jinkai sulla porta, con un lieve inchino ed un piccolo ghigno sulle labbra.

- Jinkai...- fece lui togliendosi gli occhiali da sole e sorridendo in risposta, anche se impaziente di venire a sapere come avessero poi concluso la faccenda di Oliver.

- Sei già stato a salutare Athena? - gli chiese Jinkai dopo che furono entrati in casa e l'ebbe scortato verso il suo studio personale.

Taker si era guardato intorno con stupore e leggera soggezione nel trovarsi nel famosissimo luogo in cui l'amica aveva iniziato la sua missione due anni prima, in cui si era sentita accettata per ciò che era come lui gli aveva detto, in cui si era innamorata di quel mafioso dal cuore grande e generoso, in cui lui non aveva mai messo piede prima di allora.

- Arrivo dalla stazione, quindi no...- gli rispose accomodandosi sulla poltrona dinnanzi alla scrivania come gli stava indicando.

- Capisco...quindi ancora non sai niente. - fece il boss guardandolo con serietà.

Taker ricambiò lo sguardo cercando di leggere i suoi occhi profondi, ma si accorse che erano pozzi insondabili a lui preclusi, sembrava come se ci fosse uno spesso muro di cinta in quegli occhi scuri a celare ogni segreto; gli venne in mente quando Athena gli aveva detto di perdersi al loro interno e sapervi leggere tutto e si chiese come facesse.

- L'hai ucciso presumo...- disse infine, sentendo addosso un forte senso di inquietudine nel pensare alla fine del suo passato amico.

- Sì, l'ho fatto. - ammise Jinkai con semplicità, incurante. - Ma quando saprai tutta la verità, sono certo che abbandonerai questi sguardi colmi di accuse e saprai pensare alla faccenda col giusto spirito. -

- Col giusto spirito?! Hai ucciso una persona che mi é stata amica per anni, Kenzo! Come posso passarci sopra?! - esclamò Taker, allucinato.

- Sapevi che lo avrei fatto quando ti ho chiesto di trovarlo...allora perché me l'hai consegnato se tenevi così tanto alla sua vita? - gli rispose Jinkai, perfettamente tranquillo mentre se ne stava seduto sulla sua lucida poltrona dietro la scrivania.

- Per Athena! Perché era giusto Oliver pagasse per quello che aveva provato a farle! - sibilò il biondo, furioso. - Ma pensavo non scendesse così tanto in basso dopotutto...credevo fosse rimasto un briciolo di buon senso in lei...-

Sapeva che era stata lei a dare il via all'omicidio, lo sapeva senza bisogno di sentirselo dire perché ricordava il colloquio avvenuto col boss quando erano stati ad acciuffare Oliver, e perché lo sentiva dentro con prepotenza.

- Buon senso...- sputò Jinkai con disprezzo, fissandolo intensamente. - Vuoi sapere dove stava il buon senso in questa storia, Trevor-san? Proprio nel toglierlo di mezzo. -

Si alzò dalla scrivania per avvicinarsi alla libreria ed aprire un cassetto sul basso, tirarne fuori una scatola rettangolare e da qui un sigaro di tipo cubano; gliene offrì uno e, benché Taker non fosse accanito fumatore, lo accettò con la speranza che, una tirata di sigaro, potesse aiutarlo a dominare l'inquietudine che lo avvolgeva.

- Cosa intendi? - gli chiese dopo che entrambi ebbero acceso i sigari e rilasciato sbuffi di acre fumo nello studio.

Jinkai, col sigaro penzoloni dalle labbra e gli occhi stretti per non farvi entrare il fumo, gli rivolse un'occhiata dalla sua posizione eretta accanto alla scrivania.
- Adesso ti racconterò tutto, così quando andrai da Athena non la accuserai di niente...ha bisogno di tranquillità, non di sentirsi giudicata...siamo d'accordo, no? - gli disse con grande serietà, con quel suo tono basso e melodioso che celava una sottile minaccia.

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