Ritrovarsi

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Soundtrack
"Every You, Every Me" - Placebo

* * *

- Ula...-
Un sussurro basso quello di Athena, china sul letto in cui si trovava sdraiata Ursula.

La bionda era apparentemente addormentata, il viso era sereno, non aveva nessun macchinario medico collegato né tubicini infilati in qualche zona del corpo, sembrava davvero dormire ma la rossa non poteva proprio dirlo.

Nessuno le aveva detto se fosse ancora in coma o se ne fosse uscita, non le avevano detto niente di niente, nemmeno quando era arrivata in quella clinica di recupero.
Certo, una clinica di recupero e fisioterapia le faceva pensare che Ula potesse essere uscita dal coma e necessitasse ovviamente di recuperare le sue funzioni motoree perse in un anno di coma, ma l'esperienza le suggeriva di andarci piano con le speranze.

- Ula...- ri-sussurrò, alzando leggermente il tono.

Inaspettatamente, Ursula aprì di scatto gli occhioni azzurri e li puntò dritti su di lei, la guardò spaesata per pochi istanti mentre Athena le sorrideva emozionata e si tratteneva a stento dallo stringerla forte.

- Athe?! - mormorò poi la bionda. - Sei proprio tu? -

- Oh sì, sono proprio io, tesoro...Dio, Ula, mi sei mancata immensamente! - sussurrò la rossa, sentendo di poter scoppiare a piangere da un momento all'altro.

Ursula alzò il busto aiutandosi con le mani, poi le si avvinghiò al collo e strinse fortissimo piangendo prima di lei; Athena contraccambiò l'abbraccio e seppellì il naso tra i suoi fini capelli biondi, un po' arruffati a causa del cuscino su cui era stata poggiata, inspirando a fondo il dolce profumo tutto tipico della sua favolosa amica e sorrise alzando gli occhi al soffitto in un muto ringraziamento.

- Dio...Athe! Amore mio, credevo di non vederti mai più! Ed anche tu mi sei mancata tanto...da morire! - esclamò Ursula, accorata, mentre stringeva spasmodica le sue spalle.

- Sh...non piangere, tesoro...ora sono qui. É tutto finito...- sussurrò Athena, carezzandole il capo con amore e dandole sonori baci sulla guancia bagnata.

Stettero abbracciate a lungo, riluttanti a sciogliere l'intreccio di braccia e capelli, ma più di tutto l'intreccio di anime e cuori che finalmente si erano ritrovati.
Poi Athena la costrinse ad allontanarsi dal suo corpo e rimettersi giù per riposare, usando il tono che adottava a suo tempo per farle da mamma scherzosamente.

- Come sei bella, Athe. - sorrise la bionda guardandola in adorazione dalla sua postazione, Athena si era intanto seduta sul bordo del letto e le teneva una mano stretta tra le sue. - Quant'è che non ci vediamo? Un anno? -

- Quattordici mesi, Ula...dai, raccontami! Quando ti sei svegliata dal coma? - chiese Athena, avida di sapere.

Ursula si sistemò meglio sui cuscini, aiutata da lei, e tornò poi a stringerle la mano.
- Solo quaranta giorni fa...quando ci penso, che mi son fatta un anno di coma profondo, mi vengono i brividi. - rispose con sguardo impaurito.

La rossa pensò che quell'esperienza doveva averla purtroppo segnata.
- Qualcuno ti ha raccontato l'accaduto, Ula? Ricordi qualcosa dell'aggressione? -

Ursula negò col capo ad entrambe le domande.
- Sei qui in via ufficiale, agente O'Neil? - le chiese con sincero rammarico.

- No, tesoro. - sorrise la rossa, carezzandole il viso.

- Perché non prima, allora? Sei stata in missione? - chiese ancora la bionda, insicura di ciò che voleva sentirsi dire.

- Non proprio...- fece Athena, chinando lo sguardo sulle loro mani intrecciate. - Ma non sai proprio niente?! -

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