Passare il confine - parte seconda

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! Scene forti all'interno del capitolo !

Soundtrack
"Riders On The Storm" - The Doors

* * *

Athena si sentiva spaccata.
"Tutto ciò non ha senso...sono solo bugie...é tutto inventato...eppure..."
La sua mente non riusciva ad elaborare quella verità, il suo cuore non poteva accettarlo, era inconcepibile.

"Dio mio! Ho vissuto per quattro anni con un...un...cos'è Oliver? Un robot? Un mostro senza cuore? Dio santissimo! Ci sono stata a letto e non mi sono mai resa conto di nulla...com'è possibile?!"

Sospirando per farsi coraggio e continuare con l'interrogatorio, si schiarì poi la voce con un leggero colpo di tosse.
- Dov'è Gavinoff ora? -

- A Mosca. - rispose atono Boris, continuando a tenere lo sguardo fisso in alto. Poi la guardò di sbieco. - Ma, se mi liberate, potrei convincerlo a venire qui, a Tokyo...-

La rossa ebbe un altro brivido.
- Lo capisci che anche tu sei vittima sacrificabile, sì? - gli disse a bassa voce.

- No, io gli servo ancora. -

A quel punto Athena si diresse davanti a Jinkai e puntò uno sguardo acuto di sofferenza su di lui; il boss annuì capendo al volo cosa stesse pensando, cosa intendesse chiedergli, perché quella era la loro prerogativa: capirsi senza dirsi niente.

- Per quanto ne so non é tutto. - mormorò, le braccia incrociate al petto e l'espressione seria.

Il ticchettio delle gocce che filtravano dal tetto e si infrangevano sul pavimento bagnato accompagnò i pensieri confusi della rossa; aveva un quadro abbastanza soddisfacente per ottenere finalmente la chiusura di quella storia intricata, tuttavia sapeva che c'erano ancora delle cose da chiarire con Boris.

Allora tornò accanto al bancone sul quale stava legato e lo fissò a lungo in silenzio; ancora, si disse di avere davanti un estraneo, un pericoloso sconosciuto pronto a tutto non appena avesse udito il messaggio subliminale che il suo padrone gli avrebbe fatto avere.
Poteva mai un individuo del genere restare a piede libero quando diventava un pericolo per chiunque?
Il cuore le tremò nuovamente all'implicita verità dietro quella considerazione.

"Passare il confine..."

- Se io ti liberassi...cosa faresti? - gli chiese in un sussurro bassissimo.

- Me ne andrei da qualche parte del mondo finché non giunga il momento...sai qual é l'ultimo step di questo tipo di progetti, vero, Athena? - disse il castano, con uno strano sorriso sulle labbra violacee dal freddo.

Athena sussultò interiormente e lo guardò con compassione.
- Il suicidio...sì, lo so. - annuì. - Così come so che non ne saresti capace. -

- Non ho scelta, lo farò...tra un anno, due, o sessanta! - ghignò lui. - E non guardarmi con quella faccia, non ho bisogno della tua pietà. -

- Pietà? Sì, mi fai pena, Oliver...esistono metodi scientifici che avrebbero potuto aiutarti a venirne fuori, lo sai benissimo, ma tu hai scelto di rimanere una macchina...un numero...quindi mi fai pena. - sussurrò lei, e le sue labbra si piegarono all'ingiù in una smorfia disgustata. - Mi hai rotto le palle con la storia di Jinkai e tu non sei migliore di me...ti sei innalzato a giudice quando sei pieno di macchie oscure nella tua vita...quante persone hai ucciso senza rendertene conto? Quali azioni hai commesso? E, non da ultimo, quando sei venuto a Boston, a questo punto so che non eri affetto da amnesia...cos'è che ancora non so? -

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