Yakuza Affairs

La Yakuza

Soundtrack
"Going under" - Evanescence

* * *

Una settimana dopo, Athena si era pienamente stabilita a casa di Jinkai.

Era stato facile, quasi naturale, come se realmente si stesse trasferendo a casa sua per iniziare una storia stabile con lui; complice la fortissima attrazione reciproca, le cose erano avvenute spontaneamente e senza forzature.

Jinkai era premuroso oltre ogni ragionevole dubbio, le aveva fatto avere una stanza esclusivamente per sé stessa senza forzarla a passare le notti con lui, ed anche se Athena sgattaiolava nottetempo nella sua camera e si infilava nel suo letto, gli era enormemente grata per la premura, così aveva anche un luogo discreto in cui stare da sola se ne avesse sentito il bisogno.

Abitando lì, si era resa conto che non c'erano solo lei, Jinkai e Tanaka sotto quel tetto, ma decine di altri uomini abitavano tra quelle mura e popolavano la grande casa notte e giorno, proprio come aveva ipotizzato a suo tempo; erano certamente gli uomini del clan di Jinkai, tutti più o meno giovani, forse il più "vecchio" poteva avere sì e no cinquant'anni.

Per il momento nessuno le aveva mostrato segni di disappunto ad averla lì, una gaijin americana nientemeno, anzi, la trattavano con rispetto ed ogni qualvolta incontrava uno di loro, il tizio di turno si profondeva in infiniti inchini ossequiosi, così tanti da farle dolere la schiena a forza di corrispondere.

Tanaka poi, si era rivelato un compagno di tempo morto preziosissimo; quando Jinkai usciva, e praticamente stava via quasi tutto il giorno, Athena passava molto tempo con il vecchio saggio, lo ascoltava quando le raccontava il suo passato, le sue esperienze, o qualche aneddoto riguardante la sua famiglia di origine, era venuta anche a sapere che aveva una moglie che abitava in un'altra casa e che ogni tanto veniva lì a passare qualche giorno insieme a lui.

Le aveva raccontato di aver avuto una sola figlia ma che questa, purtroppo, si era gravemente ammalata nel fiore degli anni ed era venuta a mancare dopo atroci sofferenze, circa una decina d'anni addietro.
Athena si era sentita stringere il cuore di pura compassione per lui e per la moglie, anche se non la conosceva, e paradossalmente questo episodio le ricordò molto il proprio passato.

Lei aveva perso suo padre, proprio una decina di anni addietro come la figlia di Tanaka, e lo aveva perso in circostanze assai misteriose e dense di stranezze; era accaduto quando ancora frequentava il college, all'epoca non aveva nessuna intenzione di diventare un'agente dell'FBI e seguire le orme di suo padre, che lavorava nel distretto di Boston da quando aveva vent'anni.

Suo padre Orion O'Neil, discendente di un'antica famiglia Irlandese, che le era stato strappato via a forza ed ancora non sapeva il motivo, che aveva lasciato sua madre nella disperazione più nera ed in un limbo di depressione in cui era sprofondata senza dare idea di volerne uscire, sua madre Agatha che ormai viveva come un vegetale in una costosa clinica nelle campagne di Boston, e che non la riconosceva nemmeno più.

Athena andava ogni giorno a farle visita quando era a casa, ogni santo giorno alle quindici in punto era davanti ai cancelli della clinica in attesa della sua apertura, ed ogni santo giorno ne usciva in lacrime o profondamente rassegnata a perdere anche lei prima o poi.
Sua madre era viva, ma non dava nessun segno di vita, la nutrivano gli infermieri della struttura, la lavavano quando si sporcava o quando riempiva il pannolone, non parlava e non reagiva a nessuno stimolo, e pensare che era ancora così giovane.

Soffriva da morire nel vedere sua madre ridotta in quelle condizioni, parlando con i medici che l'avevano in cura spesso si era sentita dire cinicamente che ormai era troppo tardi per sperare in una ripresa, che non c'era speranza alcuna di rivederla come un tempo, perché se nulla poteva il suo affetto e la sua vicinanza, lei che era sua figlia e carne della sua carne, cosa potevano fare terapie psicologiche o farmaci antidepressivi?