Scoperte

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Soundtrack
"Radioactive" - Imagine Dragons

 * * *

Athena tossì un paio di volte, non abituata ad un puzzo così malsano; il locale era fumoso, un denso muro di fumo di sigari e sigarette che sovrastava il grande ambiente illuminato da luci verdognole, un locale sotterraneo al quale si accedeva da una porta blindata e due rampe di scale, una bisca clandestina in poche parole, dove l'aveva portata Jinkai quella sera del ventitré Gennaio.

Il boss fumava giornalmente sigarette normalissime, e spesso sigari dall'odore pungente, ma su di lui non le dava alcun fastidio, anzi, quando l'odore del fumo si mischiava al suo stuzzicante profumo speziato, impazziva letteralmente tra le sue braccia.
Quel locale invece, con quel muro di fumo che sembrava solido, le bruciò gli occhi rendendoli rossi e gonfi, lacrimanti, mentre gettando uno sguardo al suo Yakuza le parve perfettamente a suo agio.

- Vuoi uscire? - le chiese, notando la sua faccia poco stabile.

- No no...adesso mi passa. - lo rassicurò, non proprio convinta. - Anche tu frequenti bische clandestine e giochi d'azzardo, Jin? -

- Un tempo, quando ero un ragazzo di belle speranze. - ammise Jinkai, mentre avanzavano per il locale destreggiandosi tra i tavolini da poker o blackjack. - Ora ne gestisco diverse, tra le quali questa. -

Athena strabuzzò gli occhi ma un attimo dopo se ne pentì amaramente, le dolevano troppo e desiderava solo chiuderli o bagnarli con dell'acqua fresca al più presto.
Seguì Jinkai fino ad una porta nera sul fondo della sala fumosa e poi all'interno, dove trovarono un tizio legato su una sedia con delle funi abbastanza spesse, imbavagliato con un pezzo di stoffa lacera e terrorizzato, o almeno così le sembrò.

- Ma chi é? - chiese al boss in un sussurro, e si accorse di non essere per niente spaventata nel trovarsi in una situazione simile, dove Jinkai le avrebbe a breve mostrato il suo potere.
Anzi, ne era attratta inesorabilmente.

- Questo, tesoro, é un testimone. - le rispose Jinkai, avvicinandosi all'uomo legato sulla sedia, evitando accuratamente di chiamarla per nome come le aveva detto sarebbe stato meglio fare, precedentemente. - Mi é stato detto che era presente nel quartiere dove é stata aggredita la gaijin bionda, più di un anno fa...ma pare non avere intenzione di cantare...vediamo se, dopo dieci ore di digiuno, é tornato a più umili consigli. -

Abbassò bruscamente il bavaglio dalla bocca del tizio e quello aspirò l'aria leggermente meno fumosa rispetto a quella del locale adiacente; tuttavia il fumo filtrava lo stesso da sotto la porta ed anche lì, in quel vecchio bagno arrugginito degno di un set da film horror dove era stato imprigionato, l'aria non era certo salubre.

- Non dirò niente! - esclamò subito dopo l'uomo, ad alta voce. - Anche questa é una gaijin, e non tradirò un giapponese per degli sporchi gaijin! -

- Questa signora, pezzo di stronzo, non la devi nemmeno guardare! - ringhiò Jinkai tirandogli indietro il capo per i capelli, ad appena un soffio dal suo viso, poi gli strattonò in basso la testa. - Abbassa lo sguardo! -

Athena alzò un sopracciglio, oltremodo abituata a certi metodi bruschi; difatti, anche all'FBI si usavano modi discutibili per interrogare i sospettati, quindi non le faceva né caldo né freddo.

L'uomo intanto, costretto a tenere la testa china per non guardarla, respirava affannosamente; i capelli lucidi di gel gli ricadevano davanti agli occhi, la maglia marrone che indossava si presentava lacera all'altezza della spalla destra, i pantaloni grigi sembravano troppo corti per le sue gambe.

Yakuza AffairsWhere stories live. Discover now