La Straniera d'America

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Soundtrack
"Hypnotize" - System Of A Down

* * *

Ursula sapeva che quel momento sarebbe arrivato, lo sentiva da tempo come se fosse segno premonitore di una catastrofe, quindi si alzò dal cuscino sul quale era seduta, nel soggiorno dell'appartamento nel quale abitavano da due giorni, e si diresse a passo svelto verso il bagno.

Chinata sul lussuoso wc, diede via anche l'anima in violenti conati.
- Ula! - Athena le era corsa dietro preoccupata, entrò nel bagno e le carezzò la schiena lievemente mentre la aiutava a tenere indietro i capelli.
Non provava schifo a quella scena, era abituata a ben altro.

Ursula sembrò placare i sussulti e si rialzò a fatica dal wc, tremolante si avvicinò al lavello e si sciaquò la bocca ed il viso, emettendo buffi versi schifati col naso. Athena vide le lacrime nei suoi occhi quando la bionda la guardò, e si preoccupò ancor di più, ma purtroppo pensava di sapere cosa le stesse succedendo.

- Io te l'ho detto di non mangiare il sushi, lo sai che ti fa male! Testarda! - le disse, e la povera Ursula ridacchiò piano mentre si asciugava gli occhi.

- Ma mi piace troppo, uffa! Non ho saputo resistere di fronte a quel succulento piattone di freschi involtini, il sashimi, le squisite fettine di salmone freschissimo...- fece Ursula, che nonostante avesse appena vomitato dimostrava di avere una certa acquolina in bocca.

Athena sghignazzò scuotendo la testa, tirò lo sciacquone del wc ed insieme uscirono dal bagno, tornando verso il soggiorno.
- Una francesina che va matta per il sushi, cosa direbbero i tuoi connazionali? - la prese in giro, quindi si diresse in cucina per prepararle una tisana, seguita a ruota dall'amica.

Ursula sedette su un piccolo sgabello presente accanto alla finestra, osservò l'amica alle prese con pentolini e fornelli e sorrise.
Le voleva bene, un bene enorme, come solo ad un familiare se ne può volere, e non solo perché Athena era speciale in ogni sua caratteristica, ma perché era forte, ed aveva un passato ed un presente così doloroso che a volte si chiedeva come facesse a sorridere ancora.

- A che gusto la vuoi la tisana, Ula? - le chiese la rossa, trafficando con le scatoline degli infusi.

- Al limone...- le rispose, poi si fece seria. - Non hai più parlato delle tue indagini...-

Athena sulle prime non rispose, continuò a fare quello che stava facendo ma poi, messo il pentolino dell'acqua sul fuoco, poggiò le mani sul ripiano della cucina e rimase immobile.
- Perché non c'è niente da dire, Ula. - disse, a bassa voce e seria.

- Ma...- tentò la bionda.

- Niente ma. Non ho voglia di parlarne, Ula, ti prego...- fece Athena interrompendola, ed Ursula si arrese alla sua cocciutaggine.

- Ok...parliamo d'altro...quindi stasera finalmente conoscerai Kenzo...nervosa? -

- Insomma...da quello che Madama mi ha detto di lui, parrebbe che mi troverò di fronte un bel tipo...ma in tutta sincerità non so cosa aspettarmi. - rispose la rossa, pensierosa.

- Ah! Quindi la Hoshimoto ti ha detto che é un bel tipo...interessante! E dimmi, Athe, intendi fartelo stasera stessa o domani? - la prese in giro la bionda, divertita.

Athena tolse l'acqua dal fuoco e la versò in due tazze alte, mise le bustine in infusione e si volse verso l'amica, guardandola con un sorrisino obliquo.
- Se non ti conoscessi penserei che vuoi soffiarmi la missione...cos'è, ripensamenti? Solo perché Kenzo potrebbe essere un figo? - le disse, spietatamente divertita.

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