Ritorno alla libertà

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Soundtrack
"Sarcastrophe" - Slipknot

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16 Dicembre 2010

- E così...domani te ne vai, O'Neil...beh, buon per te. - Athena si sentì apostrofata sarcasticamente da una delle due compagne di cella, che le avevano fatto carinamente compagnia in un anno ed un mese di detenzione.

Non le rispose, difficilmente parlava con quelle due megere arcigne e pettegole, che si erano rivelate sempre pronte a sfoderare la loro tagliente lingua malevola durante l'ultimo anno.
Si era ben accorta da subito di che pasta erano fatte Dana e Sofia, praticamente una settimana dopo il suo arrivo in quella cella, e quindi aveva cercato di starci alla larga.

- Tu e questo vizio di non rispondere...vedi, Sofy, la principessina continua a snobbarci anche adesso che sta per riguadagnare la libertà. - continuò quella, Dana, con fare cattivo.

- Lo vedo, sì...ah, cara principessina sul pisello, e dove te ne andrai quando uscirai? Tornerai a fare l'eroina della situazione e farai fuggire i malviventi? - Sofia si aggiunse alle prese in giro, finendo in una grassa risata insieme alla comare.

Cosa avessero da ridere tanto per Athena era un mistero, strinse i denti e portò un braccio dietro la testa nella sua posizione sdraiata sulla brandina.
"Resisti, Athena...mancano solo ventiquattro ore e poi se Dio vuole non le vedrai più...resisti..."
Si disse da sola, attingendo come al solito la calma per non sbraitare a quelle due di andare a farsi un viaggetto dove diceva lei.

- Un giorno di questi, farai morire mammina di crepacuore con tutte le grane che le dai. - disse ancora Sofia, e per Athena fu troppo.

Potevano dirle tutto quello che passava loro nella mente, potevano insultarla e riempirla di cattiverie gratuite e non avrebbe mai reagito per non compromettere la propria buona condotta, ma se c'era una cosa che non dovevano permettersi, era tirare in ballo sua madre.

Si alzò con uno scatto dalla sua brandina e si parò dinnanzi alla donna, che aveva poco più di quarant'anni e che scontava una pena per abuso di potere, la fissò dall'alto della sua figura con due occhi glaciali e dilanianti.
- Cerchi rogne? - le sibilò duramente, senza paura.

Quella arretrò leggermente, in un possibile scontro fisico con la rossa avrebbe sicuramente avuto la peggio giacché era più giovane, più atletica, e più sana di lei. Tuttavia aveva dalla sua la fida comare, ed entrambe non vedevano l'ora di dare una lezione a quella principessina, come avevano denominato Athena a causa del suo silenzio, e soprattutto farla sbottare per perdere il privilegio dell'uscita prima dello scadere effettivo della pena.

- Uuh...guarda guarda, la principessina tira fuori gli artigli! - soffiò Dana, ad un passo dal viso della rossa.

- Cos'è, vuoi picchiarmi, cocca? - aggiunse Sofia, strafottente.

- Non mi abbesserei mai a toccarti con un dito, stronza! Ma se tiri ancora in ballo mia madre, con quella tua linguaccia biforcuta, potrei sempre spifferare all'agente Stevens che gestite un traffico illegale di alcol qua dentro. - sibilò Athena, il tono basso e sinistro che aveva adottato da circa dieci mesi. - Sono certa che la cara Stevens non vede l'ora di sbattervi in isolamento, ed io avrei le mie ultime ventiquattro ore da sola, senza voi due rompicoglioni tra i piedi...-

Le sue parole parvero avere effetto, le due comari si scambiarono uno sguardo intimorito e si allontanarono da lei lasciandola finalmente in pace.
Athena tornò sulla brandina senza più degnarle di uno sguardo e riprese a fare ciò che stava facendo prima della spiacevole interruzione, e cioé pianificare il giorno dopo alla perfezione.

Yakuza AffairsOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz