La quiete prima della tempesta

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Soundtrack
"Question" - System Of A Down

* * *

Athena non era mai scesa nelle cantine della villa, mai in tutti i mesi in cui vi aveva vissuto.
Seguendo Jinkai che ve la stava portando, si sentì avvolta da odori di legno, di umidità, di formaggi lasciati a stagionare e qualche salume, di vini, da una penombra inquietante e da un qualcosa di poco definito che la fece sentire strana.

"Perché se lo fa, amore mio, lo ripagherò della stessa moneta...e non se lo può permettere al momento."

Gli aveva chiesto cosa intendesse con quelle parole, e lui l'aveva fatta alzare dicendole di seguirlo giù nelle cantine sotterranee.
Quindi eccoli lì, a percorrere un lungo corridoio piuttosto buio dove, in fondo, vide due figure scure che la fecero rabbrividire.

Jinkai nemmeno si fermò quando le raggiunsero ma Athena si avvide fossero due dei suoi uomini, i quali si inchinarono con rispetto al loro passaggio; seguì il boss attraverso una porta e le si parò dinnanzi una scena quanto mai surreale, grottesca, un qualcosa di davvero inaspettato che le sembrò presagio di infinite sventure.

C'era una grata, tipo quelle di una cella, che fungeva da recinto ad una stanza poco arredata ma illuminata degnamente, sembrava a tutti gli effetti una grande gabbia; sul letto singolo dalle dimensioni normali e lenzuola azzurrognole, sedeva una giovane mora col capo chino che si torturava le unghie mangiucchiandosele, ma che alzò di scatto il viso con espressione terrorizzata quando si accorse di non essere più sola.

"Michiko!"
Athena la riconobbe subito, nonostante l'avesse appena intravista quando era andata ad interrompere le nozze.
- Da quanto la tieni qui? - sussurrò verso Jinkai con espressione sconvolta.

- Esattamente tre mesi e mezzo, Athena. - le rispose lui con aria impassibile. - Lei é la mia garanzia al momento...finché non troverò un metodo per eliminare quel lurido di suo nonno. -

La giovane sussultò sul letto sentendo la sua voce, Athena si avvide che era letteralmente terrorizzata da lui e si chiese se le avesse fatto del male in qualche modo; sapeva che Jinkai non era tipo da maltrattare una donna, non lo aveva fatto nemmeno con la moglie di Boris che era stata invischiata fino al collo nella vendetta di Gavinoff, ma aveva comunque come ostaggio la nipote del suo acerrimo nemico, e forse questo, unito alla ripugnanza che gli aveva lasciato il vedersi costretto a sposarla, poteva averlo indotto a farle del male, magari a torturarla per farsi dire dei segreti di famiglia.

- Cosa le hai fatto? -

- Niente, cosa avrei dovuto farle? - fece lui, guardandola perplesso.
Poi capì. - Dèi santissimi, Athena! Stai pensando che le abbia fatto qualcosa? Ad una ragazzina?! -

- So che non sei dedito a far del male alle donne, Jin...ma la vedi? É terrorizzata da te. - bisbigliò lei senza scomporsi.

- Ha paura anche della sua stessa ombra se é per questo. - sibilò lui con una smorfia. - Dev'essere un tratto ereditario di famiglia...-

- Ok...- fece lei alzando le spalle.

Gettò un'altro sguardo a Michiko che, nel frattempo, si era portata sul fondo del letto piagnucolando come una bambina; in parte la capiva, non doveva essere facile restare prigioniera del boss rivale del proprio nonno, chiusa in una gabbia sottoterra, sorvegliata giorno e notte da guardie poste all'esterno della stanza e sola come un cane per tutto il tempo.
Non era stato facile per lei quell'anno in carcere, dove comunque sapeva che ne sarebbe prima o poi uscita, figurarsi lei che forse pensava di morirci lì dentro, quindi sì, capiva la sua paura.

Yakuza AffairsWhere stories live. Discover now