37. Non posso perdonarlo.

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William
Ho sempre pensato che la mia infanzia è stata uno schifo,ma diamine,quella di Samantha è stata un disastro totale. Non ho mai dubitato del fatto che lei non ha avuto un passato facile, ma questa ne è la conferma.

Melody me l'aveva già detto che il loro padre le aveva abbandonate quando erano piccole,ma non credevo,nessuno credeva che questo poteva tornare e poteva bussare alla porta di casa.

Ammetto che sapevo che il padre di Samantha e Melody era ritornato. Melody un giorno venne di corsa a casa e abbracciò mentre singhiozzava mio fratello. Iniziò a raccontargli che aveva visto suo padre,e che lui era determinato a vedere Samantha.

Appena l'ho vista con le lacrime che le scorrevano sulle guance ho avuto davvero l'istinto di mandare di nuovo a quel paese suo padre. Quando l'ho vista lì che lottava mentre cercava di non crollare davanti a quello che dovrebbe essere suo padre,ho davvero capito quanto questa ragazza sia forte,l'ho sempre saputo,ma ora,ne ho la certezza.

« so che sei sveglia » dico per poi abbassare lo sguardo verso lei e trovarla aprire subito gli occhi facendomi sprofondare in quel ghiaccio che tanto amo.

« Come stai? » chiedo con il timore della sua risposta,ma d'altronde,come potrebbe mai stare una ragazza che ha conosciuto suo padre la sera prima? Io starei uno schifo,come so che sta lei.

« Non lo so » risponde neutra. « Io...mi sento senza emozioni in questo momento. »

Mi mordo il labbro inferiore disturbato dal suo tono sconfitto.

Odio sentirla e vederla così.

« Guardami piccola » dico alzandole il mento con le dita. « Riesco a capire come ti senti. Riesco a capirlo dai tuoi occhi,lo percepisco da loro,dalla loro luce. Odio vederti così. Ti amo, sei diventata la persona più importante per me, ed odio ripensare a te che piangi come ieri. Io voglio solo che tu sorrida,perché quel sorriso, illumina tutte le mie giornate okay? » mi fermo un'attimo per ammirare il suo piccolo sorriso comparire sul suo volto. « Ti starò accanto Samantha. Se tu vorrai,ti starò accanto. »

« Io ti vorrò sempre al mio fianco. Sei l'unico che vorrò sempre al mio fianco. » dice per poi fiondarsi tra le mie braccia e scoppiare a piangere e singhiozzare.

E mentre lei si sfoga tra le mie braccia,io mi perdo nei suoi pensieri che mi sta confessando.

                               Samantha

Da quando mio padre é andato via quella sera, la mia mente va sempre e soltanto ai suoi occhi, quegli occhi che sembravano voler dire "lasciami spiegare,non cacciarmi",ma,nei miei c'era solo disprezzo. Tanto disprezzo. Quando mia sorella l'ha visto e ha iniziato a fare quella scenata ho creduto di svenire. Ma sul serio. Quando ho aperto la porta a quell'uomo ben vestito e che sembrava un'uomo qualsiasi,non credevo che mi sarei ritrovata d'avanti quello che dovrebbe essere mio padre.

È difficile dire o spiegare le sensazioni che ho provato in quel momento. Ero come paralizzata. La mia mente,il mio corpo era come se si fosse spenta. Alle mie orecchie arrivava quasi ovattato il suono delle urla di mia sorella,e quando mi sono ripresa,la casa era nel silenzio tombale mentre tutti erano via.

Tutti tranne William.

Lui é rimasto,ha sentito i miei singhiozzi e i miei sfoghi uno dopo l'altro mentre ero tra le sue braccia.

« Signorina Nelson,mi può dire cosa stiamo spiegando? » la voce della professoressa mi riporta alla realtà mentre abbasso subito lo sguardo sul libro di storia. I miei occhi iniziano a viaggiare per le righe dei paragrafi sperando che la mia mente memorizzi qualcosa da poter dire.

« Come sospettavo... » continua « Cerchi di seguire attentamente la spiegazione. » conclude per poi iniziare di nuovo a spiegare.

Passano due o tre minuti di spiegazione quando chiedo di andare in bagno. Lei acconsente sbuffando. La ignori ed esco dalla classe. Subito mi porto le mani sulla faccia ancora troppo frastornata da quello che è successo con mio padre.

Sono passate due settimane,e di lui non c'è notizia.

Meglio così ha pensato la mia testa,ma una parte dentro di me vuole vederlo. Vorrei potergli sbattere in faccia tutto quello che ho pensato per anni sul suo conto. Vorrei davvero farlo. Vorrei farlo sentire in colpa per la morte di mia madre,anche se lui,in un certo senso, non c'entra nulla.

Lui sarebbe dovuto stare accanto a me,a noi, ma non lo ha fatto,e credo che debba pagare per questo. Deve assolutamente pagare per questo.

Se "mio padre" pensa che io possa perdonarlo così facilmente non ha capito niente di niente.
La sua punizione sarà il mio non perdono. Forse un giorno lo perdonerò,ma una parte di me non lo perdonerà mai,la parte di quando ero piccola e di quando avevo bisogno di lui. Di quando avevamo bisogno di lui.

« Sam? » la voce di William mi risveglia dal mio stato di trance. Quando mi giro me lo ritrovo dietro di me che mi guarda con uno sguardo interrogativo.

« Ehi » dico avvicinandomi. Mi stampa un bacio sulle labbra e mi guarda cercando di capire a cosa sto pensando.

« Stai pensando di nuovo a tuo padre? » chiede e io mi irrigidisco alla parola padre.

« Non è mio padre,Will,non è nessuno. » rispondo monocorde.

Lui sospira. « Sam,é comunque tuo padre so che è difficile capire,ma è comunque tuo padre »

« E allora? Con questo cosa dovrei fare io? Non può permettersi di venire dopo diciassette anni e dire di voler far parte della mia vita. Scombussolerebbe anche la vita di Melody,e io non voglio avere niente a che fare con lui » chiarisco incrociando le braccia al petto e con tono freddo,distaccato.

Lui sbuffa. « Lo stai difendendo per caso? Davvero lo stai difendendo William? Sopratutto dopo che mi hai vista stare in quel modo!? » esclamo e benedico che non ci sia nessuno in questo momento.

« Non lo sto difendendo,dannazione! » esclama prendendomi il viso tra le mani « sto solo cercando di farti capire che è tuo padre,prima o poi dovrai perdonarlo! Non sai come sono andate le cose quando tuo padre e tua madre si sono lasciati! Almeno fa uno sforzo Sam,
potrebbe essersi davvero pentito »

« Non capisci William,tu non puoi capire. Mi ha fatto troppo male per perdonarlo. » dico staccandomi dalla sua presa e incamminandomi verso la classe. Sento solo qualcosa sbattere contro l'armadietto prima di entrare in classe e seguire le lezioni con la voglia di scappare via.

Il Vicino Di Mia SorellaWhere stories live. Discover now