46. Ho passato un mese d'inferno.

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Alla fine dell'ora di storia,ognuno se ne va per conto proprio,e quando esco dall'aula sento due voci familiari che stanno parlando. Sento la voce di Lydia e la voce di Dylan. Lydia e Dylan?

« Te l'avevo detto che ci sarei riuscita. Quella ragazza può essere stronza quanto vuole,ma se tocchi le sue debolezze e fai la vittima,ci riesci » dice lei e non capisco se si sta riferendo a me.

« A cosa ti è servito fare questo? Walker non ti vuole più ormai Lydia. » parla Dylan

« E allora? Almeno non sta con Samantha. Sai, non credevo fosse così stupida. È stata lontana per un mese da lui perché mi ha vista in quello stato. Sai,non é stato difficile fare la parte della povera ragazza innamorata a cui è stato levato il fidanzato che le era stato sempre accanto »

Quanto sono stata stupida?

« ... dovresti esserne felice Dylan,ora avrai un'opportunità con Samantha »

Lui fa uno sbuffo « Tu non capisci Lydia,quei due si amano ancora,anche se sono stati separati per un mese,ma si amano più di prima. Io non potrò mai sostituire William,e tu non potrai mai sostituire Samantha. »

« Forse sarà anche così,ma io non voglio che William stia con lei okay?! Lei non è alla sua altezza! » strilla lei

« E tu lo sei? Senti,io ho odiato William per tanto,anzi,tutt'ora credo di provare per lui una sorta di rancore,ma devo ammetterlo che è un bravo ragazzo. Forse volevo avere Samantha solo per farlo soffrire o incazzare. Io ero geloso di lui,lui ha sempre avuto tutto,mentre io niente. Si,sono un ragazzo a cui vanno dietro delle ragazze,ma delle ragazze me ne frego fino ad un certo punto. Tu non sei alla sua altezza Lydia,e se quei due non si mettono insieme di nuovo entro qualche giorno,racconterò a William di come hai manipolato la mente di Samantha racontando stronzate »

« Non ti crederà Dylan,io lo conosco e non ti crederà » esulta lei.

« Ne sei così sicura? Io lo conosco da già prima di te,e non credo che crederà alla sua ex. » ribatte lui.

Prima che possa vedermi mi sposto dalla porta, e inizio a incamminarmi per andare nell'aula di matematica ancora frastornata da quella conversazione. Prima di entrare in classe prendo il mio telefono e digito un messaggio a William

Possiamo anticipare la nostra passeggiata dove ti spiego tutto?

Attendo la sua risposta mentre continuo a darmi della stupida.

Ci vediamo fuori scuola,davanti alla mia auto.

Iniziò già a preparare il mio discorso,anche se so che quando lo vedrò,il mio discorso.

L'ultima ora la passo solo e solamente pensando a quello che accadrà dopo. Mi perdonerà? Io spero soltanto che lui mi capirà, anche se so che è difficile. Provo a mettermi nei suoi panni,e se io fossi lui,mi odierei.

Quando esco di scuola e lo vedo,inizio ad agitarmi. È appoggiato sulla macchina mentre le mani sono nelle tasche e lo sguardo e posato su di me.

Quando arrivo difronte a lui mantiene ancora la stessa posizione,e restiamo così finché il parcheggio della scuola non inizia a svuotarsi fino a far rimanere solo noi due.

Guardo i suoi occhi giada che aspettano che io parli,e quando lo faccio,continuano a guardarmi intensamente.

« Mi dispiace » faccio un sospiro mentre mi mordo il labbro inferiore per trattenere le lacrime. « Io...Lydia era da tanto che continuava a starmi dietro e parlarmi di quanto era infelice senza te » lui mi guarda serrando la mascella « Mi sono sentita in colpa. Io le avevo portato quello che un tempo era suo e la persona che amava,ed era rimasta sola. Ho iniziato a farmi delle domande. Mi domandavo se io ero alla tua altezza e la risposta era sempre la stessa. » vedo i suoi lineamenti addolcirsi leggermente « Io non mi sono mai sentita alla tua altezza,forse non mi sentirò mai,ma io ti amo. » faccio un'altro sospiro mentre sento un nodo in gola. « Quella sera, in discoteca,Lydia è venuta vicino a me e mi ha detto che se ti amavo davvero,avrei dovuto lasciarti andare. Non so cosa mi è preso in quel momento,lei mi stava appresso da tanto tempo con quelle parole,e ogni secondo che passava volevo la tua felicità - »

« E hai pensato la stronzata che tu non eri la mia felicità e che non sei alla mia altezza. Così la sera mi hai lasciato creandoti la scusa che non mi amavi,e il mattino mi hai detto che amavi ancora quel cogline. Hai pensato che dicendomi questo,io ti avrei odiato e mi sarei rimesso con un'altra mentre tu soffrivi. Ma, sorpresa! Non è stato così » continua in modo arrabbiato.

« Mi disp- » cerco di dire ma mi interrompe.

« Senti,non credi che avresti dovuto spiegarmi e parlarmi di quello che stava accadendo?! No?! Non ti è passato per la testa Samantha? Hai pensato che stavi facendo la cosa migliore per tutti,ma non hai pensato che stavi facendo l'esatto contrario. Tu mi hai lasciato senza una motivazione valida,e ti sembra logico? No,a me non sembra. Se questi sono i tuoi modi di fare non mi stanno bene Samantha. Io sono stato male. Ho sofferto come non ho mai fatto. Ho pensato su tutto quello che ho fatto senza trovare un'errore che ti abbia fatto agire in quel modo. Credi che sia normale? Credi che hai fatto una cosa buona Samantha?! » sta urlando ma glielo lascio fare,è il minimo. « Tu sei la ragazza che io amo,e tu sei perfetta per me okay? Non me ne frega se non la pensi così. Non me ne frega se tu pensi che tu sia poco per me perché non è così cazzo! Non è cosi! La gente può pensare quello che vuole,lasciala pensare,lasciala parlare solo per invidia,ma non puoi farti condizionare da quello che pensa o dice la gente. » conclude puntandomi un dito contro. Si gira e sbatte un pugno sulla sua macchina per poi grugnire dal dolore.

Mi avvicino subito a lui e prendo subito la sua mano per vedere cosa si è fatto. Lui non si ritrae dal mio tocco e sento il suo sguardo bruciarmi la pelle.

« Sono stato male » mormora a bassa voce mentre io annuisco lentamente e mi prendo il labbro inferiore tra i denti per trattenere la mia voglia di piangere.

« Io ho passato un mese d'inferno senza te » mormora ancora e a quel punto non mi trattengo e scoppio a piangere.

« Mi dispiace,so che ho sbagliato,ma ho capito e ho capito tutte le cose che ho sbagliato in questo mese,ma non lasciarmi William » stringo in un pugno la sua felpa.

Lui sospira. « Mi hai già lasciato tu » mormora per poi salire in macchina e farmi segno di seguirlo

« Ti accompagno a casa » dice solamente per poi mettere in moto e dirigersi verso le nostre case.

In auto c'è il silenzio,ma non un silenzio imbarazzante,un silenzio fatto di scuse,lacrime e ti amo non detti.

Quando siamo davanti casa lo guardo sperando che dica qualcosa ma non dice niente. Ha ragione,sono io quella che ha torto.

« Perdonami » dico prima di scendere e tornare in casa.

Quando rientro mi butto sul letto e mi addormento senza neanche mangiare,sperando che domani sarà una giornata migliore,ma so che senza lui,non può esserlo.

Il Vicino Di Mia SorellaWhere stories live. Discover now