39. Lui non c'é mai stato per noi.

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Quando la sera ci sediamo a tavola per cenare, nella mia testa ci sono ancora i messaggi e le parole di William. Ha così poca fiducia di me? Questa é la domanda che mi ha perseguitato, ma l'ho tenuta nascosta in una parte della mia mente cercando di non farla uscire.

Tom alla fine,resterà per due settimane qui,e starà da sua zia che abita anche lei qui,e ancora non ci credo che lui sia qui con me. Io e Tom abbiamo un legame così forte,che neanche la distanza può spezzare.

I miei pensieri vengono interrotti quando il campanello bussa. Melody si dirige subito verso la porta,e quando la persona entra in casa il silenzio cade nella casa. Tutti mi stanno guardando aspettando una mia reazione che non arriva. Non so cosa dire.

Mio padre è davanti a me con un pantalone e un maglione blu notte a guardarmi con i suoi occhi uguali ai miei.

Cosa ci fa qui? Perché è venuto? Non ha capito che non voglio avere a che fare con lui?

« Perché lui è qui,Melody? E perché lo stai tenendo per mano? » chiedo deglutendo e con lo sguardo annebbiato dalle lacrime.

Non può averlo perdonato sul serio. Non lei che l'altra volta lo ha cacciato di casa.

« Perché dovresti ascoltarlo,Sam. » mormora lei con le lacrime agli occhi.

Scuoto la testa nervosamente. « Io non voglio ascoltarlo. Non voglio punto e basta! Perché non lo capite? Lui ci ha abbandonate,capisci Mel? Io non posso non c'è la faccio. Lui non c'era quando mamma è morta! Non c'era,non era con noi a consolarci dal dolore. A consolarmi da quel dolore che mi squarciava tutto il cuore. » esclamo e spazientita prendo il mio giubbino al volo ed esco dalla casa iniziando a correre senza una meta.

Si sentono le urla di mia sorella che dicono a Tom di seguirmi,ma in questo momento non desidero nessuno se non William.

Corro senza una meta precisa,penso alla mia vita,a come una dannata notte possa aver cambiato la mia vita così drasticamente,e non posso fare altro se non pensare e ripensare che la vita è davvero una stronza imprevedibile.

Ripenso a tutta la mia vita davvero. Penso alla voce di mia madre,a quando io e Melody eravamo piccole e giocavamo con le bambole. A quando giocavamo a mamma e figlia e a quando ridevamo come delle matte quando nostra madre ci faceva il solletico. Ripenso a quando mia madre mi consolava se avevo una brutta giornata o se era successo qualcosa,e la mia mente va a quanto mi manchi in questi momenti. Nei momenti dove il mondo è una merda totale e nessuno può consolarti davvero, nessuno se non una persona,perché inevitabilmente ci sarà sempre una persona che vorrai nei momenti di merda,e lei è la persona che voglio,ma che purtroppo,non può esserci.

Senza neanche rendermene conto arrivo ad un parco isolato,ma non ho paura,é come se in questo momento la paura fosse andata via sprigionandosi mentre correvo come se volessi andare via da tutti e tutto.

Passano i secondi,i minuti ed io rimango sempre su quella panchina a guardare il vuoto con lo sguardo assente. Con lo sguardo di una persona che vuole che tutto si aggiusti e che desidera che il mondo la smetta di andarle contro. Sento che non ha la forza di alzarmi da quella panchina,e sento la mia mente andare ancora più in confusione.

Sembra che tutti si siano coalizzati contro me per rendermi la vita un'inferno.

« Samantha! » la voce inaspettata di William fa riprendere il mio cuore a battere velocemente come se mi fossi appena fermata da una lunga corsa.

« Will! » urlo correndogli incontro e abbracciandolo quasi a volermi aggrappare a lui.

« Dio Mio mi hai fatto preoccupare tantissimo piccola,ho creduto di morire quando non ti trovavo da nessuna parte. Come sei arrivata qui? » chiede stringendomi a lui e sento che qualcosa di bello,la vita,me la sta dando.

Vorrei rispondere alle sue domande,e apro anche la bocca per rispondere,ma non esce nessun suono se non un singhiozzo che viene seguito da altri.

« Okay,sta tranquilla piccola,ci sono io qua. » mormora mentre ci sediamo sulla panchina dove mi trovavo prima.

« S-Scusami pe-r og-gi,non volev-vo e n-non voglio c-che pensi qualcosa che non è v-vero » singhiozzo appena cercando di spiegare.

« Ora non fa niente piccola,parleremo dopo di questo ora cerca di calmarti okay? Perché non andiamo in macchina? Così ti riscaldi anche visto che stai congelando » dice. Mi alzo e quando lo faccio mi tira a se abbracciandomi mentre continuiamo a camminare. Mi accoccolo al suo corpo sentendomi davvero protetta e a casa.

Quando siamo in macchina accende il riscaldamento per farmi riscaldare,ma io non mi riscaldo,l'unica cosa che mi fa davvero scaldare sono le sue braccia intorno alla mia vita e la mia testa sul suo petto.

« Va meglio? » chiede accarezzandomi i capelli con gesti circolari e che mi fanno rilassare.

« Si,ora va meglio » rispondo stringendo la presa su di lui e abbracciandolo forte.

« Ti amo William,non sto scherzando,credo che sei la persona più importante per me. Non potrei mai tradirti,perché solo tu hai il mio cuore,solo tu mi hai sempre avuto. » chiarisco inspirando il suo profumo.

« Lo so piccola,è stato solo un momento di rabbia improvviso. Ero stressato sopratutto per la discussione di stamattina. Mi dispiace di essermi comportato in quel modo. » dice mentre continua ad accarezzarmi i capelli.

Sospiro per la tranquillità mentre sono ancora tra le sue braccia e sembra che tutto intorno a noi sia andato via. Ma,sento che devo tornare a casa,e devo farlo per mia sorella. Glielo devo.

« Will » lo chiamo per attirare la sua attenzione che ho subito.

« Dimmi piccola » dice facendo incontrare i nostri occhi.

« Andiamo a casa. Devo chiarire con Melody » dico morendo il labbro inferiore. Lui annuisce sorridendomi comprensivo mentre io ritorno al posto affianco al suo nell'auto.

Mentre guida,tuttavia,la sua mano stringe sempre la mia che ha bisogno di essere stretta.

Quando siamo davanti alla porta e stiamo per entrare le nostre mani sono ancora unite,e lì si stringono ancora di più.

« Vuoi aspettare un'altro pò? Se vuoi possiamo andare a casa piccola » propone ma io scuoto la testa convinta.

Mi mordo il labbro nervosa mentre infilo le chiavi nella serratura,e quando questa scatta, entro dopo un paio di secondi.

Quando entro trovo mia sorella,Edward e mio padre sul divano nel completo silenzio.

« Oh Sam! » Melody mi abbraccia subito appena mi vede quasi come se avesse avuto paura.

« Sto bene Mel,non preoccuparti » mormoro io guardando mio padre oltre la sua spalla. Lui mi guarda con uno sguardo mortificato.

« Dobbiamo parlare Sam,davvero » dice staccandosi e andando in salone.

Edward e William se ne vanno,e io quasi non costringo William a rimanere a dormire qui.

È giunto il momento di parlare.

Il Vicino Di Mia SorellaWhere stories live. Discover now