capitolo 1

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Dopo essere sceso dall'aereo cerco di farmi spazio in mezzo a tutte le persone che devono prendere un aereo al John Fitzgerald Kennedy airport di New York. Purtroppo o per fortuna a causa del lavoro di mio padre ho visto molto spesso questo aeroporto, il primo viaggio l'ho fatto quando mia madre ancora non aveva deciso di andarsene, avrò avuto 3 anni, ho ricordi molto frammentati di quella vacanza a Miami. 
Esco da quel posto così affollato giusto per fumarmi una sigaretta e mi rendo conto che sono diventato molto dipendente dalla nicotina, colpa dello stress e della rabbia. 
Mi avvolgo nel mio woolrich, passare dal clima tropicale della california a quello gelido di New York non è una bella cosa ma devo farci l'abitudine visto che tornerò in California più spesso del previsto. Chiamo un taxi e do la via della mia nuova casa, l'attico non lo tocco più da un'anno ormai, anzi più precisamente la prossima settimana sarà un anno esatto che la mia vita ha fatto più schifo di quanto non lo facesse già da quando mia madre ha deciso di abbandonarmi e tutto il casino che ho fatto per un anno per trovarla sta dando i suoi frutti solo adesso, visto che il mio investigatore dovrebbe avere la pista esatta, finalmente. Mi accorgo di essere davanti alla mia villa solo quando il taxi si ferma e vedo la mia ragazza aspettarmi davanti al cancello. Non stiamo insieme da molto ma sta già cominciando a diventare opprimente e odio questa cosa, ho bisogno dei miei spazi e lei non me li dà, anche se c'è una cosa in cui è brava, e da il meglio di sè soprattutto dopo che la lascio da sola per qualche giorno, stasera mi divertirò. 
"Dylan sei tornato"
Faccio entrare Marie in casa senza troppe cerimonie, la privo dei suoi vestiti e la porto in stanza. Succede sempre questo quando vado via per un po' di giorni.In realtà penso mi aspetti ogni volta solo perchè ormai facciamo solo questo. Aaron ogni tanto mi chiede se la amo e mi viene da ridere, sarà pazzo. Dopo un'ora Marie si è addormentata, così mi rivesto e mi accendo una sigaretta. Aspiro il fumo della sigaretta, che ormai è l'ultima cosa che mi resta
"Dylan ti ho detto 100 volte che odio quando fumi"
"Fatti gli affari tuoi Marie, non sei mia madre, se voglio fumare fumo, non ti chiederò il permesso"
"Non serve che ti scaldi così tanto, cos'è successo in California stavolta? Mi dirai mai perchè vai la ogni settimana?"
"Come ti ho appena detto, fatti gli affari tuoi"
"Almeno mi dirai il significato del tatuaggio che hai sul petto? AM cosa sono le mie iniziali al contrario?"
"Ora mi hai rotto, torna a casa e lasciami in pace e ricordati, non darti troppa importanza"
"Che ti piaccia o no noi due stiamo insieme quindi non potrai nascondermi le cose a lungo"
quando finalmente se ne va chiamo il mio investigatore
"Cosa hai scoperto?Qualcosa di nuovo o le solite false piste? Ricordati che ti pago per un motivo"
"Fin ora abbiamo cercato tua madre a San Francisco,ma sapeva che una volta cresciuto l'avresti cercata, quindi ha cercato di mettere una falsa pista, ma il mio informatore pensa che sia a Los Angeles"
"Un'altra falsa pista? Ma è possibile che non sei in grado di trovare mia madre dopo un anno? E' il tuo fottuto lavoro, fallo bene"
"Tua madre si chiama Anne Marie ma ha cambiato identità più volte"
"Questo non cambia le cose, trovala o ti licenzio"
chiudo la chiamata e sbatto il telefono al muro, cosa ho fatto di sbagliato per far cambiare identità a mia madre più volte? Sono sempre stato un bravo bambino e non ho mai fatto tanti capricci, cosa cavolo è successo? 
Dopo aver fumato tutto il pacchetto di sigarette decido di andare dai miei amici, sicuramente saranno al solito starbucks a fare casino. Ho messo da parte anche loro per cercare mia madre che non vuole essere trovata, ogni tanto mi chiedo se non sarebbe meglio lasciarla stare, è lei che se ne è andata lasciandomi affrontare questa vita da solo, come se fossi già grande per poterlo fare. Ho sentito la mancanza di mia madre per tutta la vita, mio padre lavorava spesso e non gliene faccio una colpa se ha deciso di buttarsi sul lavoro per non pensare a lei, anche se questo l'ho capito dopo aver passato anni ad odiarlo, pensavo mi avesse abbandonato anche lui e che avesse abbandonato mamma sposando quella che attualmente è la mia matrigna. Ho odiato anche lei per molti anni, ma che colpe poteva avere lei se mia mamma ha deciso di abbandonarmi quando ero appena un bambino? 
Fuori da starbucks  ignoro un'altra persona che ha saputo rovinarmi gli ultimi due anni della mia vita,  Brian Walker in tutta la sua ignoranza. Almeno non si droga più, ma rimane comunque il più coglione di tutti.
Come non detto i miei amici sono al solito tavolo della caffetteria più affollata di NY e prima di salutarli vado a prendere il mio caffè visto che dormo poco. Non bevevo caffè fino a un'anno fa, ma mi hanno trasmesso questa abitudine, a forza di vivere tanto tempo con qualcuno. La mia testa cerca di respingere tutti i ricordi che mi vengono in mente se ripenso al'ultimo anno si concentra sulla nuova cameriera bionda, molto sexy devo dire
"Cosa prendi?"
"Un cappuccino large e magari il tuo numero"
Mi sorride e va a prepararmi il caffè, significa che ha abboccato
"Ecco il tuo caffè e se ti interessa, finisco il turno tra 10 minuti, tempo che tu bevi il tuo caffè e mi aspetti sul retro"
"allora devo muovermi a finire il caffè tesoro"

Spazio autrice

Buona Pasqua! Non volevo pubblicare così presto il capitolo ma siccome è Pasqua vi faccio un regalino. Il prossimo capitolo lo pubblicherò quando ci saranno più letture, altrimenti il sequel mi sembra inutile!

l'inferno nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now