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Non mi sono mossa dalla mia stanza da quando ho finito di leggere il diario di Abby. Ero scossa dalle lacrime, ho avuto un attacco di panico e avevo bisogno di Dylan ma ovviamente, non c'era. Non c'è da una settimana ormai. Sto cercando di evitare Brian mentre lui cerca di avvicinarsi, sono andata da lui solo per dargli la sua lettera e quella di Ethan. L'ho sentito piangere e rompere qualcosa. Credo di essere dimagrita anche io, non mangio qualcosa da due giorni e i giorni precedenti ho mangiato molto poco. Mi sono sentita addosso tutto il dolore della mia Abigail, tutto lo schifo che provava nei confronti di Adam, l'ha definito un orco. Forse è questo l'unico modo in cui merita di essere definito. Si sentiva sbagliata perché quegli stronzi dei suoi genitori non facevano altro che ricordarle quanto le facesse schifo quando senza di lei non avrebbero avuto un soldo in casa, ha dovuto mantenersi mentre prendeva solo schiaffi e insulti. Non ho parole per definire l'odio che provo verso Kayla, spero di trovarmela davanti solo per poterla prendere a schiaffi una volta per tutte. Ho raccontato tutto a Caroline e dopo aver pianto per mezz'ora siamo arrivate alla stessa conclusione: dobbiamo tornare a New York per affrontare i suoi genitori e quella stronza, hanno scritto un secondo diario dove la colpa sembrava ricadere su di noi, sembravamo le sue bulle. Certo, anche nel suo diario ci sono certi commenti poco carini nei nostri confronti ma chi non ha mai detto cose che non pensava da arrabbiato? Mi chiedo solo perché lo abbiano fatto, fingere tutto quel dispiacere per poi scoprire che erano la causa. Sento delle urla in corridoio e stoppo la mia playlist per sentire meglio, mi sento una di quelle vecchiette che sanno sempre tutto
"Col cazzo che tu e Megan tornate a New York, col cazzo proprio"
"Non mi puoi mica comandare, sono adulta e vaccinata faccio quello che voglio, perché non dovrei tornarci"
Mi alzo in piedi e scatto verso la porta con i passi di un felino
"È per qualcosa che lui e Dylan hanno escogitato che non possiamo tornare, sia mai che lo incontro, cosa potrebbe mai succedere alla povera Megan? Eh? Dimmi cosa sta facendo quello stronzo la e perché ha deciso di lasciarmi da sola come una stupida cretina. Tu lo sai benissimo e non hai voglia di dirmelo, stronzo"
Comincio a tirargli pugni sul petto e non reagisce, vorrei reagisse, vorrei sentire qualcosa, vorrei che facesse qualcosa. Scoppio a piangere e mi abbraccia. Sono una stupida.
"Smettila di distruggerti così per lui, sai che non fa mai nulla a caso, ha sempre un motivo, devi fidarti"
"Fidarmi di chi? Di uno che mi ha mollata senza darmi nemmeno un motivo, lasciata a casa di una che nemmeno conoscevo e che mi ha mandato qui come se fossi un pacco Amazon? Non credi nemmeno tu a ciò che dici"
"Megan vieni con me usciamo"
"Tu che cazzo vuoi? È tutta colpa tua Brian!"
"Non darmi colpe dove non c'entro nulla, non è colpa mia se continuate ad avere una relazione insicura"
"Fottiti"
Gli tiro uno schiaffo e torno in stanza, ne ho abbastanza di lui. Non abbiamo, anzi avevamo, una relazione insicura, è Brian che ci provava con me nella cucina di casa nostra. Riguardo le foto nel mio telefono e ne trovo tantissime di lui che dorme, che mangia, i nostri autoscatti ad Aspen, le foto che mi faceva in spiaggia, la foto del tatuaggio dedicato a me... Perché cavolo si è fatto un tatuaggio dedicato a me se poi mi ha abbandonata come una cretina?
Ringrazio che del mio telefono si sia rotto solo lo schermo altrimenti non avrei più nemmeno queste foto. Decido di fare qualcosa che avrei voluto fare nuovamente con lui, ormai mi ero decisa da un po' e volevo dirglielo appena avremmo avuto un po' di tranquillità ma non è arrivata. Voglio farmi un altro tatuaggio. Mi infilo le scarpe, prendo Caroline per mano anche se è confusa, le faccio mettere le scarpe e la porto fuori. Ho preso le chiavi della macchina di Matthew, non mi interessa se non vuole che la tocchi qualcun altro e vado dal tatuatore dove Dylan si è tatuato. Mi voglio male? La risposta è definitivamente sì.
"C'è nessuno?"
"Sì prego"
Sento la voce maschile del tatuatore che se non sbaglio si chiama Travis.
"Oh la ragazza di Smith, prego"
"Mi chiamo Megan, non la ragazza di Smith"
"Wo wo non c'è bisogno di scaldarsi. Sei qui per un tatuaggio?"
"Sono venuta in un negozio di tatuaggi, sicuramente non sono venuta a fare la spesa che dici?"
"Acida oggi la ragazza eh? Accomodati qua"
"Non c'è Cassandra?"
Scoppia a ridere, ma che ho detto?
"Smith la chiama così ma si chiama Cassie, ricordatelo e no, non c'è, ci sono solo io oggi. Lo facciamo questo tatuaggio o no?"
"Si, in carattere stampato, all'interno del braccio, la scritta 'not afraid' "
Annuisce e comincia a tatuarmi mentre Caroline lo guarda come se fosse un marziano. Ha paura degli aghi.
"Ehi non è che dopo di lei puoi tatuare anche me?"
Strabuzzo gli occhi, ho appena detto che ha paura degli aghi, da dove le è venuto tutto questo coraggio?
"Caroline cosa vuoi tatuare?"
"Un piccolo girasole sul polso con la lettera A vicino"
La guardo perché solo noi capiamo cosa c'è dietro a questo. La mia scritta not afraid, non ho paura, si riferisce a tutto. Si riferisce alla vita, si riferisce alla paura di essere feriti, alla paura del suicidio con il quale ho lottato anche io per un po' di tempo, alla paura dei giudizi, alla paura delle persone, alla paura delle nuove avventure. Questo tatuaggio è per me, per ricordarmi chi sono, per ricordarmi quanto ho sofferto per arrivare fin qui, quanto è stata dura ma nonostante tutto, mi sono sempre rialzata. Sono stata ferita ma mi sono sempre rialzata. C'è chi non ce l'ha fatta perché ha dovuto lottare troppo con cose più grandi di lui ma io ce l'ho fatta, non ho più paura. Sono uscita dal mio oblio.
Io ce l'ho fatta.
Continuo a ripetermi, io ce l'ho fatta. Un sorriso spontaneo mi fa riflettere. Forse è vero che dopo la tempesta c'è l'arcobaleno, forse il mio arcobaleno deve ancora arrivare, ma io non ho paura. Ci sono state persone nella mia vita che mi hanno aiutato ad arrivare a questa conclusione, mi hanno aiutato a rialzarmi e ad aprire gli occhi ma il risultato finale è dipeso sempre da me, dalla mia forza di volontà nel rialzarmi, nel affrontare nuovamente le altre difficoltà della vita, nel cadere nuovamente e rialzarmi. Questo significa reagire. Per la prima volta, forse, sono fiera di ciò che sono diventata. Mi sento una persona migliore.
"Voglio fare lo stesso tatuaggio che farai a lei dopo e anche un piccolo cuore rosso spezzato sul polso"
Mi guarda e ride, credo di aver trovato una certa empatia con questo ragazzo o magari ci crede solo delle pazze.
****
"Quando torniamo a casa Matthew darà di matto. Non so come ho fatto a farmi questo tatuaggio senza pensare all'ago che entrava e usciva dalla mia pelle"
"L'importante è che tu ce l'abbia fatta"
"Anche tu però stronza avresti dovuto dirmelo che ti eri già fatta un altro tatuaggio. Che poi hai visto come ti guardava il tatuatore? Secondo me gli piaci e molto"
"Ma se mi ha vista due volte in croce? E poi chissene frega di lui o di chiunque altro, io ho chiuso con tutti i ragazzi. Adesso mi devi accompagnare a lasciare qualche curriculum in giro, ho bisogno di trovare un lavoro"
"Andiamo a lasciare curriculum nella città delle speranze allora"
Mi vibra il telefono dalla tasca posteriore e sussulto. Chi cavolo è? Non dirmi che... Un numero sconosciuto mi chiama e rispondo subito, con la voce tremante e l'ansia a mille.
"Pronto?"
"Pronto parlo con la signorina Campbell?"
Fanculo
"Si sono io con chi parlo?"
"Salve sono Andrew, l'agente immobiliare. Ho ricevuto queste precise istruzioni per l'attico con la vista su Malibu che il suo fidanzato ha visto 1 mese fa. Mi deve dire se è interessata ad affittare o meno perché vede abbiamo altri clienti, non posso aspettare ancora di più"
"Si"
"Si cosa? Affitta o no?"
"Si"
"Perfetto, possiamo vederci oggi pomeriggio per firmare le carte, le manderò  via mail l'indirizzo, non si pentirà si fidi"
Chiudo la chiamata e mi siedo sul bordo della strada.
"Megs chi era?"
"Aveva programmato di affittare casa per noi. Insomma, lo sapevo, abbiamo anche già vissuto insieme ma... Non so, sarebbe stata una cosa nostra, mia e sua, io avrei pagato le bollette e lui l'affitto della casa, io avrei fatto la spesa e lui avrebbe caricato la lavastoviglie. Lui aveva pensato a tutto, perché ha deciso di lasciarmi così?"
Non piango più ormai, sono solo terribilmente delusa, amareggiata. Avrei voluto davvero stare bene con lui ma a quanto pare c'è qualcuno lassù che non vuole che io sia felice. Non so perché gli ho detto che avrei affittato la casa, forse ormai non ha più senso, senza di lui. Qualcosa però mi ha suggerito che avrei dovuto farlo e forse è meglio così. Il dubbio amletico però mi sale, perché non potevo affittare l'albergo ma posso affittare una casa. Il nome compare ugualmente sulle carte e continuo ad innervosirmi ugualmente.
"Megs, qui c'è scritto che cercano una segretaria"
"Eh?"
"Cercano una segretaria, potresti provare a lasciare il curriculum"
"Ma secondo te mi prendono?"
"Se non provi non lo saprai mai"
Infondo ha ragione, non ho niente da perdere, al massimo vengo rifiutata.
Lascio il curriculum in segreteria e vedo un carretto di gelati dall'altro lato della strada. Sarei impazzita e sarei andata a prendere un gelato ma mi si è chiuso lo stomaco. Guardo Caroline che di ingerire cibo proprio non ne ha voglia perciò la porto di fretta fingendo di avere fame. La ordino un mega gelato e la faccio mangiare, finalmente mi sembra serena, senza sensi di colpa quando mangia. Siamo usciti l'altro giorno contro la mia volontà tutti insieme, Matthew ha proposto di mangiare carne alla griglia e patatine fritte per Carrie ma ho rischiato di far soffocare Brian con le costolette di maiale perciò sono tornata a casa a piedi e con i nervi super tesi. Non riesco davvero a sopportarlo. Ovviamente parli del diavolo.
"Ehi ragazze che ci fate qui"
"Ma che domande fai? Abbiamo un gelato in mano cosa vuoi che stiamo facendo"
"Caroline mi rivolgo a te visto che la qui presente è ancora arrabbiata con me senza un motivo ben preciso"
"Senza un motivo preciso? Ma ti senti quando parli? Ci hai provato con me e da quando ci hai provato è successo tutto quel casino, non sarei stupita se c'entrassi anche tu anche questa volta, l'ultima volta era divertente fare finta di essermi amico mentre quello stronzo mandava a puttane la mia vita per la seconda volta. Questa è la terza, che sicurezza ho io che non c'entri?"
"Megan ma ti senti quando parli? Si hai ragione ero un grandissimo coglione, ho fatto cose delle quali mi pento ma secondo te lo rifarei? Ha stuprato la mia fottutissima migliore amica"
"Non usare quel termine"
"Quale cazzo di termine eh? Stuprato? Perché non è la verità?"
"Brian"
"Si cazzo è la fottuta verità, l'ha stuprata in un fottuto parcheggio"
"Brian ti giuro che-"
"L'ha stuprata in un fottuto parcheggio mentre lei piangeva, si, mentre lei lo implorava di lasciarla stare, mentre lei decideva che non aveva più nessun fottuto motivo per vivere? Perché ti fa così male dire la verità? Perché ti fa così male accettare che Dylan non è qui e che ti ha fatto tornare qui da sola? Accettalo, perché è la verità, se non accetti la realtà non riuscirai mai e poi mai ad andare avanti, continuerai a piangerti e piangerti addosso come fai ogni volta che hai un problema, te la prendi con me perché  non sai accettare la fottutissima realtà Megan e la fottuta realtà è che sei stata abbandonata. O te ne fai una ragione o provi a fidarti senza farti i tuoi collegamenti mentali che non stanno ne in cielo né in terra, o ti fidi o stanne fuori"
Scoppio a piangere, non piangevo da un po' di giorni e a dir la verità mi vergogno a piangere in mezzo alla strada. Forse ha ragione però, forse non so davvero accettare la realtà, forse me la prendo davvero con lui senza motivazione, infondo non ha fatto nulla, forse sono io che ho frainteso la situazione. Caroline mi abbraccia e Brian si aggiunge a noi, stranamente non lo respingo.
"Se hai intenzione di continuare a tirare su il naso nella mia felpa fai pure ma me la dovrai ricomprare dopo"
"Oh fottiti Brian"
Mi rialzo in piedi e mi asciugo le lacrime, siamo vicini alla spiaggia.
"Ragazzi ma se andassimo a prendere i costumi da bagno e andassimo a prendere il sole? Lo smog di New York mi ha tolto l'abbronzatura e tu Caroline hai davvero bisogno di un po' di sole"
"Quando avrai la tua bella casetta a Malibu con la piscina e la terrazza enorme vengo a prendere il sole da te"
"Mi sono perso qualcosa?"
"Dylan aveva affittato casa per loro due a Malibu, l'agente immobiliare l'ha ricontattata e lei ha accettato quindi ora la nostra cara amica avrà come vicina di casa che so, Scarlett Johansson o Cara Delevingne"
"Se hai come vicina di casa Cara vengo a fare un giro più che volentieri"
"La tua ragazza cosa penserebbe macho?"
"Da quando mi chiami macho? E la mia ragazza è bisex, sarebbe d'accordo con me"
Scoppio a ridere, forse per la prima volta rido davvero di gusto.
"Meg, il tatuaggio del girasole e la scritta so perché le hai fatte ma il cuore spezzato perché?"
"Vi siete fatte dei tatuaggi? Ma siete pazze?"
"Tu zitto e si, me ne ero già fatta uno io, per Carrie invece era la prima volta. Il primo l'ho fatto quando Dylan mi ha dedicato un tatuaggio e gli altri tre beh... Oggi. Il cuore spezzato l'ho fatto di getto in realtà, ho la sensazione che me ne pentiró ma vabbè. È un cuore spezzato perché voglio farlo diventare rosso quando sarò completamente sicura di aver trovato la persona giusta"
"Dov'è finita la ragazza che aveva paura dei tatuaggi?"
Quella ragazza è cambiata ed è cresciuta.

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