capitolo 8

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"Adam Lewis è libero"

Fingo di essere sorpresa ma la realtà è che loro non sanno perché io me ne sia voluta andare. Mamma pensa che sia dovuto a Dylan e ad Abigail, se avesse saputo che Adam è fuori da molto più tempo di ciò che pensa lei andrebbe fuori di testa. Odia Adam, ed è abbastanza normale. Una parte di me dice: è un avvocato, può sbatterlo in prigione, ma l'altra parte ha troppa paura di parlare.
"Bene, vado a preparare le valige, stasera parto"
Torno nella mia vecchia stanza trascinando i piedi. Sono stanca, da quando sono tornata in questa città schifosa i miei problemi si sono ripresentati e anzi, se ne sono creati altri. Non ho idea di come affrontare tutto ciò e quegli stupidi diari dove sembra che la colpa sia tutta mia. Butto i vestiti a rinfusa nella valigia, la trousse di quei pochi trucchi che mi sono portata  e le scarpe. Devo salutare Abigail prima di partire. 

****

Deja vù. Mi ritrovo di nuovo in questo aeroporto a scappare dai miei problemi. Mi odio, se li avessi affrontati dall'inizio nella maniera giusta avrei potuto vivere tranquillamente, invece i problemi si sono accumulati e non so più come affrontarli. Mamma si è commossa quando sono andata via, sa che probabilmente non tornerò più. Papà non credo che abbia più emozioni, mi ha dato una pacca sulla spalla e se né andato. Se ripenso al brutto rapporto che avevo con mia madre e tutta l'infanzia e adolescenza orrenda che mi ha fatto passare mi viene a pelle d'oca, il loro divorzio è servito solo ad aggiustare le cose tra me e mamma. Persa nei miei pensieri non mi rendo conto che devo salire sull'aereo e la hostess mi guarda spazientita, iniziamo male.
"Ciao tesorino sei molto carina"
Non posso credere ai miei occhi. Dylan è davanti a me, che sale nel mio stesso aereo e che ci sta provando con la hostess. Vorrei scappare ma sono pietrificata.
"signorina è li da due ore, ha intenzione di imbarcarsi oppure vuole starsene impalata?"
Dylan si gira di scatto e appena mi vede strabuzza gli occhi. Mi metterei a ridere se non fossi disperata al momento.
"Megs che diavolo ci fai tu qui?"
"Io sto tornando a casa mia deficiente"
"Certo, scusami, mi ero dimenticato che scappi sempre"
"io invece non mi sono dimenticata quanto testa di cazzo sei"
"Sentite vi imbarcate o vi mando via? Dobbiamo partire"
"Io mi imbarco, lui può lasciarlo anche li."
sono furiosa, perché capitano solo a me queste cose? Vedo dove dovrei essere seduta e trovo vicino a me un ragazzo devo dire anche abbastanza carino. Megan svegliati e chiedigli di spostarsi perché ti devi mettere tu.
"Ehm scusa, dovrei sedermi e non ci passo."
"Pardon, prego siediti"
Devo dire che ha un sorriso molto bello.
"Io sono Malcom piacere" 
Vedo passare Dylan e sedersi  nel posto dietro a Malcom, ma che cavolo.
"Megan piacere"
Dopo mezz'ora di viaggio passata a parlare con Malcom scopro che va a San Francisco dove faremo scalo e che era andato a trovare i suoi nonni a New York ma è originario di Chicago.
"Hey, amico, puoi smetterla di spingermi il sedile?"
Mi giro e vedo Dylan con i piedi appoggiati sul sedile di Malcom e ha quel sorrisetto che gli accentua quella bella fossetta che ha sulla guancia. Dio devo davvero smetterla.
"Tu puoi smetterla di provarci con lei invece?"
"Strabuzzo gli occhi, il cuore comincia a battere fortissimo e sento quello stupido formicolio alla pancia più comunemente chiamato  'farfalle nello stomaco'.
"Amico non ci sto provando con la tua ragazza puoi stare tranquillissimo"
"Non è il mio ragazzo"
non mi accorgo di aver urlato finchè la signora seduta davanti a me non mi dice di smetterla di starnazzare come un'oca, ma che problemi ha la gente esattamente?
"Senti Michael, posso mettermi al tuo posto? devo risolvere delle cose con la signorina"
"Non c'è problema e comunque, per la cronaca,sono gay e mi chiamo Malcom"
gli sorrido e mi dispiace che abbia dovuto dirlo così solo per Dylan. Appena realizzo che gli ha chiesto di spostarsi quelle stupide farfalle nello stomaco cominciano a muoversi, datemi l'insetticida vi prego.
"Dylan non voglio parlare di nulla, tornatene al tuo posto"
*si informano i passeggeri che tra due ore l'aereo atterrerà all'aeroporto di San Francisco*
Fantastico, due ore con lui vicino, poteva andare peggio? Io non credo  proprio. 
"Megan ti prego ascoltami. So che sono una testa di cazzo, che ti ho fatta stare male, che non mi merito neanche di respirarti vicino ma credimi, ciò che ho fatto l'anno scorso l'ho fatto per te, per proteggerti da Adam, da Brian e da tutto il casino che stavamo combinando, mi dispiace"
"Dylan è tardi per le scuse, davvero, ho bisogno di vivere la mia vita in pace"
Dylan pov

me ne sbatto del fatto che siamo in un aereo, la prendo per mano e la porto nel bagno dell'aereo, ho bisogno di parlarle seriamente e non ce la faccio con tutta la gente che abbiamo intorno, cerco di non farmi beccare dalla hostess e chiudo la porta a chiave, non ho idea di ciò che sto facendo e lei è confusa
"Ma che cazzo fai Dylan"
"Senti Megan, ho passato un anno di merda e devo dire anche per colpa tua, non ce la faccio più a tenermi le cose dentro. Io non ho idea di cosa significhi la parola amore perché pure mia madre ha deciso di abbandonarmi, ma se amare significa pensare costantemente a una persona, andare a bere e fumare sapendo che non potrò mai averla, scopare con qualsiasi ragazza per dimenticarsi momentaneamente il colore dei suoi occhi, le sue labbra, la sua risata, il suo modo di arricciare il naso quando legge, il suo broncio quando si arrabbia, allora sono fottutamente innamorato di te Megan, e non hai idea di quanto sia stato difficile per me pensarti felice in un altro posto, a divertirti con altre persone, o magari con un altro ragazzo perché tu non l'hai ancora capito ma sei bellissima, te lo giuro"
"ti amo anche io"
Lo dice quasi in un sussurro,come se avesse paura di ammetterlo, e come biasimarla. 
Le accarezzo il viso, quel viso stupendo che non ho potuto vedere per mesi interi e la bacio, è un bacio famelico, pieno di nostalgia.
Megan pov
In due secondi ho le sue labbra sulle mie e non potrei desiderare altro, anche se sono egoista. Accarezza il mio corpo, il mio viso,mentre gli tiro le punte dei capelli, entrambi avevamo bisogno di questo bacio, ma io non faccio altro che sentirmi in colpa, anche in questo bagno, mentre le sue mani sono in tutto il mio corpo e io appoggiata su questo stupido lavandino.
Questo è il nostro modo di parlare. 





l'inferno nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now