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Una luce mi costringe ad aprire gli occhi anche se vorrei davvero dormire di più. Ripenso a ieri sera e mi si forma un sorriso che non facevo da tempo. Mi giro verso l'altra metà del letto ma non trovo nessuno. Non se ne sarà mica andato? L'ansia prende possesso del mio corpo e balzo giù dal letto, infilandomi la prima maglia che trovo nel mucchio. Giuro che se è andato via senza spiegazioni e senza dirmi nulla anche questa volta è davvero finita, non lo cercherò più. La casa è completamente vuota ma dei rumori in giardino mi costringono ad uscire. Tiro un sospiro di sollievo quando vedo Dylan in giardino intento a parlare con.. aspetta è la figlia della vicina quella e lui è senza maglietta? Che cavolo fa in giardino senza maglietta? Stava poco ad infilarsela ma ora che si è  fatto più muscoli vuole proprio farsi vedere l'egocentrico.
"Buongiorno amore mio, perché non mi hai svegliata?"
Gli lascio un bacio con tanto di lingua difronte alla figlia della vicina, non mi sono nemmeno preoccupata di imparare i loro nomi quando si sono presentati.
"Pensavo che volessi dormire ancora un po'"
"No, come mai in compagnia della mia splendida vicina di casa?"
Le faccio un sorriso più finto del fondoschiena delle Kardashian, mi vergogno del modo in cui mi sto comportando ma non riesco a farne a meno.
"Niente, il fratello di Aline ha tirato per sbaglio la palla nel nostro giardino e gliel'ho passata, una chiacchiera tira l'altra e niente eccoci qua"
Ti faccio vedere cosa ti tiro io invece appena rientriamo in casa.
"Oh, giusto, ti chiami Aline, scusa spesso ho una pessima memoria, spero tu possa perdonarci ora ma dobbiamo proprio rientrare"
"Certo, è stato un piacere conoscerti Dylan"
Prendo Dylan per mano e lo trascino in casa scimiottando la voce di quella pazza, credo abbia 18 anni ma dovrei dire alla madre di insegnarle che non si guardano gli addominali dei ragazzi fidanzati. Beh, fidanzati più o meno. Lo faccio sedere sulla sedia e lo guardo con le mani incrociate, mi sento davvero una bambina. Cerca di trattenersi dal ridere ma non dura molto perché scoppia in una risata fragorosa, non sapevo di essere così divertente.
"Bhe, cos'hai da ridere?"
"Mi piaci davvero tanto"
Mi prende dalle mani e mi fa sedere a cavalcioni su di lui, si avvicina al mio viso e quando finalmente penso di essere in paradiso, si ferma e:
"Finché non lasci il bambolotto niente baci"
Sbuffo e mi rialzo, tutto questo movimento mi ha messo troppa fame. Lo lascio lì anche se mi rincorre come un cane e mi rendo conto che ha preparato la colazione anche se si è mangiato metà delle mie fragole, si stava così bene quando vivevo da sola.
"Dylan, regola numero uno: non mangiare le mie fragole senza chiedermelo, dovevo mangiarmele tutte io e invece ne hai mangiate metà"
"Va bene baby-doll, ho visto che c'è anche la panna, la vuoi?"
"Si grazie"
Mi prendo due secondi per ammirare il suo perfetto lato B cercando di non farmi scoprire, quanto ben di dio. Rido tra me e me senza accorgermi che è suonato il campanello.
"Vado io, mangia pure"
Credo che un ragazzo così sia da sposare subito ma evito di dirglielo. Sembro una 14enne alla sua prima cotta, sono sicuramente gli ormoni pre ciclo.
"E tu saresti?"
"Potrei fare la stessa domanda a te"
Cazzo, sono una stupida, dovevo andare io alla porta ma come facevo a sapere che Zac di sabato mattina si sarebbe presentato qui? Le cose si mettono davvero molto male.
"Deduco tu sia Zac, vero Megs?"
"A lei non piace essere chiamata Megs"
Dylan scoppia a ridere, un'altra figuraccia con la quale dovrò fare i conti dopo.
"Oh, non le piace essere chiamata Megs da te magari"
"Dylan stai zitto. Zac, che cosa ci fai qui?"
"Beh pensavo che sarebbe stato un bel gesto portarti a mangiare gli waffle ma vedo che sei già in compagnia"
"Pensavo sapessi che lei odia gli waffle"
Fanculo a Dylan che non sta mai zitto, ora l'ha messo in imbarazzo.
"Dylan che ne dici di andare ad innaffiare le piante sul retro? Grazie"
Borbotta qualcosa di incomprensibile ma almeno se ne va.
"Megan dovresti chiarirmi la situazione perché sono molto confuso al momento"
"Zac, ti ringrazio davvero moltissimo per quello che hai fatto per me in queste tre settimane, sei stato gentilissimo e un appoggio ma è meglio chiuderla qui"
"È lui quel Dylan vero?"
Mi guardo le punte dei piedi, sono diventate improvvisamente interessanti. Non pensavo mi sarebbe mai successa una cosa del genere, se non mi dispiacesse per lui sarei già scoppiata a ridere, dall'imbarazzo ovviamente.
"Bene, ho capito, non mi serve risposta. Grazie per tutto Megan, ti auguro una buona vita"
Ha una punta di sarcasmo nella voce ma ha ragione, non posso dire nulla in mia discolpa. Mi da un bacio sulla guancia e aspetto che esca dal vialetto per chiudere la porta. Mi è passato l'appetito. Torno in cucina con il passo di un elefante e tiro un urlo quando vedo Dylan accasciato a terra.
"Ehi, ehi, guardami- prendo il suo viso tra le mie mani- Dylan cos'hai?"
"Niente, ho un po'di dolore"
"Dove"
"Megs lascia stare"
"Dove cazzo ti fa male"
"Sulla costola"
Dove ha i lividi.
"Ti sei fatto vedere?"
"Megan appena ho finito sono venuto subito da te. Non ho nemmeno preso un volo normale perché non c'è n'erano last minute, ho usato l'aereo aziendale di mio padre che veniva per lavoro qui, quando mi sarei fatto vedere"
"Non dirlo come se me ne stessi facendo una colpa"
"Non te ne faccio una colpa, solo che devi smetterla di preoccuparti"
"Potresti avere una costola rotta ma devo smetterla io vero?"
"Si. Il bambolotto è andato via?"
"Non chiamarlo così, smettila, è stato di grande aiuto"
"Certo certo"
Si rimette in piedi con una smorfia di dolore nel viso, sto male per lui. Mi prende il viso tra le mani e mi guarda con uno sguardo serio.
"Sei tutta mia adesso?"
"Prima mi racconti tutto senza tralasciare nessun dettaglio, poi valuterò"
"Non possiamo fare una sola e piccolissima eccezione?"
"Eccezione di che tipo?"
"Tipo me e te sul divano o sul letto o se preferisci, anche per terra"
Gli tiro una sberla sul braccio e lui mi fa sedere sul bancone ridendo come uno scemo.
"Sai che solo quando sto con te rido di gusto? Ma rido per davvero"
"Dylan mi devi promettere una cosa"
"Dimmi"
"Non devi fare mai più una cosa del genere, voglio che tu me lo dica se programmi di lasciarmi così come hai fatto, non ho più 15 anni, sono in grado di proteggermi da sola. Sono stata malissimo, ho dovuto badare anche a Caroline perché era diventata pelle e ossa, ho dovuto leggere il diario di Abby e assimilare tutto quanto, tutto ciò mentre sentivo questo vuoto costante. Il nostro rapporto è partito in maniera strana, sono praticamente venuta a vivere da te senza conoscerti nemmeno e mi sono fidata, ero così abituata ad averti sempre intorno che mi sono sentita come se mi mancasse continuamente qualcosa"
Affonda il suo viso nel mio collo e mi viene la pelle d'oca.
"Sai che non ho mai detto ti amo a nessuno prima di te? Nemmeno per scherzare. Sei stata la prima alla quale l'ho detto e non mi stanco mai di ripeterlo. Mi sento fottutamente fortunato a sapere che una persona come te possa amare un coglione come me. Mi chiedo come fai. Aaron mi aveva detto di non fare questa cosa, di avvisarti o per lo meno di lasciarti perché tanti non mi avresti mai perdonato e saresti andata avanti senza di me. E invece eccoci qui nonostante tutto"
"Ho trovato quel quaderno a casa di Aaron, dove scrivevi certe cose. Mi sembrava una cosa assurda il fatto che fossi sempre circondata da diari segreti o quaderni ma me lo sono portata dietro, lo leggevo ogni sera. Dentro di me sapevo che non mi avresti lasciata"
"Spero tu abbia capito da quelle pagine quanto tu sia importante per me"
Mi bacia il collo facendomi ridere per il solletico, mi prende dalle gambe e va verso il soggiorno. Non mi sentivo così spensierata da una vita, mi sembra di aver ripreso a respirare.
"Se scopro che hai fatto sesso con il bambolotto qui dove stiamo per farlo noi non torno più"
"Non ho... Fatto sesso con lui"
Non mi lascia nemmeno parlare, mi soffoca di baci e mi morde nei punti che solo lui conosce. Mi sono sempre vergognata di queste situazioni ma con lui tutto sembra semplice. Bacia ogni centimetro del mio corpo e finalmente mi sento bene, tra le sue braccia. Cado dal paradiso appena sentiamo nuovamente il campanello, ucciderò chiunque sia dietro la porta.
"No, lascia stare, facciamo finta di non esserci"
"Baby-doll se non fossero i tuoi amici e non gli avessi chiamati io l'avrei fatto volentieri"
Perché li ha chiamati. Sbuffo e vado verso la porta per l'ennesima volta oggi e tre facce fin troppo conosciute hanno un sorriso a 32 denti.
"Oh oh, che dite, mi sa che abbiamo interrotto una sessione di sano sesso di riconciliazione"
"Ma cosa dite"
"Ohh, no, non serve negare, hai i capelli peggio di un cespuglio e ti sei rimessa la maglia al contrario"
"Entrate, teste di cazzo"
Sbuffo per l'ennesima volta in questa giornata cominciata nemmeno un ora fa. Perché cavolo sono qui?
"Bene, ora che chi siamo tutti vi posso raccontare nei dettagli cos'è davvero successo con Adam"
Flashback
Ho appena lasciato Megan a casa di Aaron consapevole di averle dato una speranza che non avrà, so benissimo che non tornerò domani mattina ma non mi avrebbe mai lasciato uscire. Piango per la prima volta dopo anni, non piangevo da quando a 7 anni mio padre mi ha urlato in faccia dicendomi che mia madre non sarebbe più tornata e che dovevo smetterla di piangere come un fottuto bambino, come se fossi grande.  Aaron non dice nulla, d'altronde, cosa potrebbe dire? Mi sento dannatamente in colpa per quello che le sto facendo ma mi convinco che lo sto facendo per lei, per farla stare bene, per farci vivere in pace. Ho bisogno che Adam confessi, devo trovare il modo di tirargli fuori una confessione senza che lui se ne accorga per sbatterlo finalmente dentro. Quel messaggio che ha lasciato a casa era chiaro, Surprise è il nome del locale dove si nasconde il suo gruppo, ci avevo pensato ma Brian mi ha dato la conferma. Mettere da parte l'orgoglio per Megan... Non credevo che avrei mai fatto qualcosa del genere, per nessuna donna al mondo. Aaron parcheggia e ci ritroviamo a bussare sul retro di questo orrendo locale. Apre lui, l'unica persona che vorrei usare come sacco da boxe, vorrei prenderlo a calci finché non sputa sangue ma metto da parte questi pensieri.
"Sapevo che saresti venuto"
"Poche parole, io lascio stare Megan, non sto più con lei, non la vedo, non la chiamo e in cambio tu lasci stare lei e Caroline, capito?"
"Oh no, io non ho bisogno di questo, ho bisogno di te, perché credi che io abbia lasciato quel biglietto, sapevo saresti venuto"
"Di me?"
"Oh sì, ho bisogno che tu faccia un po' di lavori per me"
"Cosa ci guadagno?"
"Quello che hai chiesto, quella troietta è brava solo a succhiare, non mi servirebbe a nulla"
La rabbia prende il sopravvento ma cerco di reprimerla, non posso fare saltare tutto, ho bisogno che lui confessi. Deglutisco e promette che non la toccherà con un dito. Lo spero davvero.

Spazio autrice
Siccome è il mio compleanno ho deciso di fare una sorpresa a voi. Ormai siamo agli sgoccioli della storia.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate ❤️

l'inferno nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now