capitolo 4

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Consiglio: se vi va leggete ascoltando "call out my name" di the weeknd

"Non mi porti alla festa con te?"

"No Marie, lasciami stare"

"Sei uno stronzo, ho chiuso con te"

"Tanto tornerai lo sappiamo entrambi, sei te che non riesci a farne a meno di me non io"

Mi infilo la camicia mentre lei sbatte la porta d'ingresso, si vede che non mi interessa nulla di lei? Perchè è vero, se c'è o non c'è a me non fa differenza. Dopo  ben mezz'ora che mi preparo salgo in macchina, mio padre mi obbliga ad andare a quella stupida festa, anche se in realtà non mi ha detto quale sia il tema. Appena arrivato nell'hotel vengo invaso da troppe persone ma soprattutto da bambini, che cavolo è, una festa di compleanno? 

"Papà che festa è?"

"La festa della tua sorellastra"

come non detto è davvero una festa di compleanno, e nemmeno una qualsiasi, la festa di Sarah è sempre stato un evento che metteva molta agitazione nella nostra famiglia. Sarah è la figlia della mia matrigna ma non vive con noi perchè suo padre ha la custodia, è davvero una brava bambina e mi dispiace non essermelo ricordato per farle il regalo

"Sarah vieni qui! Auguri piccola peste"

"Dylan! Vieni ti devo presentare una persona!"
Seguo con lo sguardo il suo dito e  mi pietrifico appena la vedo. Pelle abbronzatissima, è dimagrita tantissimo e con quel vestito che si è messa mi viene voglia di cavare gli occhi a qualsiasi uomo che si trova in questa stanza. Ho cercato di dimenticarla e andare avanti, non ne ho più parlato con nessuno di quanto io sia stata male per lei, di quanti mesi abbia passato chiedendomi se sarebbe cambiato qualcosa se fossi andato a prenderla quel giorno, se non l'avessi lasciata scappare. Mi ha fatto male, così come non lo aveva fatto nessuno,eccetto mia madre, anche lei mi ha abbandonato. Mi sono chiesto se non fossi sempre io il problema anche questa volta e non ho saputo darmi una risposta e l'unica persona che potrebbe darmela è appena uscita correndo. Non ho intenzione di andarle dietro, perchè sono un vigliacco e un debole, potrei crollare. Sarah le va dietro mentre prendo un bicchiere da un cameriere, ho bisogno di bere. L'incubo dal quale sono scappato per mesi si è appena ripresentato e io non so proprio come reagire. La roba che servono qui è praticamente analcolica, ovviamente a una festa di compleanno per bambini non c'è alcool. esco a fumarmi una sigaretta e la vedo seduta nel prato, con la schiena scoperta ricoperta dai brividi di freddo.
sei sempre stata il mio punto debole infondo.

"Perchè sei scappata?"

"Non lo so, quando ti ho visto..."

"Non parlavo di adesso, parlo di un'anno fa, perchè sei scappata?"

Tiro fuori la mia fiaschetta di vodka e aspetto che mi risponda, la luce del lampione le illumina quel viso così perfetto del quale mi ero innamorato.

"Ti stavo facendo del male Dylan"
"Stronzate, avevi paura di fare del male a te stessa"
"Tu proprio non capisci eh Dylan? Non lo vuoi proprio capire, non hai mai voluto capire"
"Spiegamelo allora cazzo"
Stiamo urlando come due pazzi, due pazzi che non sono stati in grado di costruire nulla.
"Ho fatto del male alla mia migliore amica, ho fatto del male a mia madre, ad Abigail, a mio padre, alla famiglia di Abigail. Pensi che avessi voluto aggiungere anche te? Quando entri a fare parte della mia vita ne esci distrutto, o morto." 
"No Megan, le cose si affrontano insieme,gli sbagli si fanno insieme, invece tu mi hai lasciato qui da solo con i miei problemi, sei stata egoista"
"Pensi che io non lo sappia? O che sia stato facile? Pensi che ricominciare da zero in una città dove non conosci nessuno sia facile? Credi di esserci stato male solo tu? Credi che non mi chiedessi ogni sera come stavi o cosa stessi facendo? Mi dispiace Dylan, se ho voluto pensare a me per una fottuta volta"

Non piange. Non è da lei, conoscendola dopo una sfuriata del genere avrebbe pianto, non perché sia debole, ma perché si innervosisce. Si risiede nel prato, sfinita. No apro bocca, mi limito semplicemente ad osservarla mentre si toglie i tacchi con rabbia e li lancia dall'altra parte del prato imprecando per il male ai piedi. Le allungo il pacchetto di sigarette che rifiuta
"Hai smesso di fumare?"
"Lavoro in un bar, al mio capo non andava bene che si sentisse puzza di fumo così ho smesso. Tu vedo che fumi più di prima"
"L'ansia e il nervosismo portano a ciò."
"Cosa ci fai tu qui?"
"Sarah è la mia sorellastra, tu piuttosto cosa ci fai qui"
"Scherzi spero, Sarah è la figlia del compagno di mia madre"
"Tua madre sta con Fred?"
Una sorriso compare sul suo volto e scoppia a ridere
"Il tuo sorriso mi era mancato tanto"
Ci limitiamo a guardarci negli occhi, quegli occhi che un tempo mi avevano fatto innamorare e all'improvviso mi manca tutto quello che eravamo
"Dylan io lo vedo l'inferno che hai negli occhi e non capisco da dove viene tutto sto dolore, che diavolo ti è successo?"
Mi limito a farle un sorriso e lasciarle un bacio sulla tempia mentre me ne vado.
Oh piccola se solo sapessi la voragine che hai creato quando mi hai lasciato solo.

Megan pov

Dopo la festa sono distrutta e scossa e mentre cerco gli occhiali da vista nella borsa mi viene in mente il diario di Abigail....








l'inferno nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now