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Arriviamo a casa che ho male al collo dopo essermi addormentata su quell'angelo del mio ragazzo.
Quell'angelo al quale stai mentendo, mi ricorda la mia coscienza. So che se venisse a sapere che incontro sua madre che mi ha minacciata mi lascerebbe subito, è una cosa troppo importante per lui, ma la mia curiosità e la paura che succeda qualcosa a lui mi fanno correre il rischio. Mi vesto comoda per lavorare e cerco di uscire di casa senza che mi veda nessuno. Ho il terrore costante che lui si accorga delle mie bugie. Sono brava a mentire, ho perfezionato il talento negli anni con i miei genitori, ma lui mi conosce talmente bene che capirebbe subito che mento. Su sua madre, oltretutto. Mi sento una persona pessima ma continuo a ripetermi che sto facendo tutto questo per la sua incolumità. Corro verso la porta ma la sua voce mi blocca all'istante, penso di essere sbiancata. Stai calma, continuo a ripetermi
"Dove corri?"
"Ehm a lavoro"
"Senza darmi il bacio?"
Rilascio l'aria che trattenevo e vado a dargli un bacio abbastanza distaccato. Corro nuovamente ma mi blocca ancora
"Non posso continuare a vivere qui da voi e dovrei anche tornare a New York"
"Dylan ti sembra il momento giusto per dirmelo? Perché devi tornare, non hai nessuno che ti trattenga la oltre a tuo padre con il quale non parli nemmeno e oh, aspetta, mi dimenticavo della tua amica Marie"
"Non serve fare scenate di gelosia solo perché voglio tornare a casa"
"A casa o a casa da Marie? Eh?"
"Non serve che sfoghi la tua rabbia su di me e poi non stavo partendo oggi. Non partirò nemmeno la prossima settimana. Non ti lascio mica sola con Brian, l'ex prodigio"
"Poi sarei io che faccio scenate di gelosia. Se non sbaglio mi hai detto tu di chiamarlo"
"Si beh era una stronzata avresti dovuto capirlo da sola"
Siamo ormai a 20 centimetri di distanza e alla fine scoppio in una risata isterica, meno male che non ci sono Carry e Matthew, sarebbe davvero imbarazzante. Questo continua a ricordarmi che devo trovarmi un appartamento.
"Beh allora caro Dylan, se la metti così vai pure dalla tua amica Marie, io me la spasserò con Brian"
Diventa rosso dalla rabbia e vedo la vena sul suo collo pulsare. Questa volta l'ho combinata grossa
"Cosa hai appena detto scusa?"
Faccio un sorrisetto che lo fa infuriare ancora di più e comincia ad avanzare verso di me, indietreggio fino a sbattere contro la parete e ora è lui ad avere un sorrisetto stampato in faccia. Si avvicina ancora di più al mio viso e il suo sussurro al mio orecchio mi fa venire i brividi lungo la spina dorsale
"Dimmi un po', vorresti fare sesso con Brian eh?"
"N-non ho...non ho detto questo"
"Hai perso l'uso della lingua? Non credo, mi ricordo bene che su di me la usi benissimo"
Mi sento accaldata e so benissimo qual'è il gioco al quale sta tentando di giocare. Sa di rendermi vulnerabile e usa tutto ciò che è in suo possesso per farmi cedere. Neppure mentre mi bacia il collo, mio punto debole, riesco ad odiarlo, mi piace terribilmente il modo in cui il mio corpo reagisce a lui
"Brian ti farebbe sentire così come ti faccio sentire io?"
succhia con forza la pelle del mio collo e ci soffia sopra, sono perfettamente consapevole che lascerà il segno
"Dylan io devo.. devo andare a lavoro"
"Il lavoro aspetterà e poi devi essere là tra un ora e mezza non capisco la tua fretta"
continua la sua lenta tortura, mentre lui ha il controllo sul mio corpo io riesco a mala pena a parlare.
"L'auto..l'autobus, non ce ne sono altri"
Mi lecca l'orecchio e traccia una scia di baci lenti sulle mie clavicole. Con una mano mi tiene i polsi pensando che io abbia intenzione di dimenarmi, l'altra mano vaga sotto la mia maglietta.
"Ti porta il tuo gentiluomo"
La sua proposta non è male, considerando come il mio corpo reagisce ad ogni suo singolo tocco. Siccome ho risparmiato un'ora di tempo, decido che è ora di farlo smettere di prendersi gioco di me. Con tutta la forza che ho in corpo lo spingo via da me e la sua sorpresa è evidente, ma si ricompone subito dopo. Lo spintono verso la camera e mi stupisco io stessa della mia forza, ma è evidente che si stia lasciando spingere. Arriva sul bordo del letto e si butta a pancia in su capendo le mie intenzioni. Mi ha torturata contro un muro, adesso tocca a me torturarlo. Mi spoglio rimanendo in biancheria intima e sono perfettamente consapevole che il pizzo rosso lo faccia impazzire. Difatti strabuzza gli occhi e mi sorride. Nonostante siamo arrabbiati l'uno con l'altra, e questa sia la maniera peggiore per risolvere una discussione assolutamente inutile, capisco che quello fosse uno sguardo pieno di amore, so che mi ama.
"Levati la maglietta"
"Come sei prepotente, preferirei me la togliessi tu"
Mi stampo un sorrisetto in faccia e mi sposto dal suo corpo. Il suo mugolio contrariato mi fa capire quanto in realtà lui mi desideri, ma mi sono alzata solo per chiudere la porta a chiave, per qualsiasi eventualità. Torno su di lui e mi metto a cavalcioni. Non prendo mai tutto questo coraggio ma mi ha fatta infuriare e a dirla tutta, devo distrarmi. Gli sfilo la maglietta con pochissima gentilezza ride di nuovo. Non è abituato a questo tipo di scenate da parte mia ma so che gli piacciono
"Ti è piaciuto prenderti gioco di me vero?" Gli sussurro nell'orecchio,mentre lo torturo nello stesso modo in cui mi ha torturata lui prima, aggiungendo un leggero movimento dei miei fianchi sul suo amichetto là sotto. Il suo respiro diventa pesante e sento immediatamente la risposta del suo corpo a contatto con il mio. Sembra che i nostri corpi siano fatti l'uno per l'altro. Mentre lo bacio, mordendogli la pelle e graffiandogli la schiena, dimentico tutti i miei problemi. Mi dimentico della nostalgia di mia madre, di Adam, di sua mamma psicopatica e penso a noi due, a quanto siamo rotti e a quanto i cocci dei nostri cuori si completino insieme. Ribalta la situazione e mi sussurra che è ora di smetterla con i giochetti.
"Ti amo"
"Lo so Megs, perché ti amo anche io"
Lo sento che mi ama, mentre ci abbandoniamo l'uno all'altro.
"Ti amo tantissimo" Gli sussurro un'ultima volta e sorride sul mio seno, lasciandomi un bacio timido.
Rimaniamo così, abbracciati.
"Non volevo dire quelle cose su Brian, so che ci tieni ma sai anche che non lo sopporto per tutte le volte che ha tentato di dividerci"
"Hai detto bene, ha tentato. Ma Brian è una persona importante per me e lo sai"
"Lo so. Purtroppo. In ogni caso dovremmo litigare più spesso se il nostro modo di risolvere è questo"
Ricomincia la sua tortura con i suoi baci ma salto praticamente dal letto quando mi ricordo che devo andare a lavoro. Ci rimane male ma ridacchia
"Megan vestiti perché se continui a sculettare per la stanza ti scopo nuovamente e al lavoro non ci arriverai mai"
"non usare quelle parole e smettila di farmi sentire in imbarazzo"
Corro sotto la doccia e il nervosismo per stasera torna. Mentre mi asciugo in fretta i capelli penso a cosa vorrebbe mai dirmi sua madre e al tono minaccioso con il quale mi ha parlato. In 10 minuti sono pronta, anche se non ho tempo per l'eyeliner e i miei capelli fanno schifo. Tanto devo andare a servire un branco di idioti ubriachi.
In macchina, mentre la mano di Dylan è sulla mia coscia penso a ciò che ha detto: ha ragione a dire che devo trovare un lavoro più dignitoso per il percorso di studi che ho fatto, ma conosco mio padre e l'effetto che fa il suo cognome, so come andrebbe a finire
"A che pensi tesoro? Alle mie incredibili performance a letto?"
"Smettila. Pensavo a ciò che hai detto riguardo il lavoro"
"Sai che ho ragione, non penso che non sia un lavoro degno, penso che per quanto stai sgobbando tra corsi online e lavoro dovresti trovarti un lavoro migliore"
"Lo so ma so anche che effetto abbia il cognome di mio padre"
Bevo un sorso dal caffè che mi ha preparato mentre ero sotto la doccia, è incredibile come mi conosca così bene
"Allora sposami così cambi cognome e la finiamo"
Quasi mi strozzo con il caffè e strabuzzo gli occhi. Ma è serio? Questo ragazzo è pazzo
"Wow non pensavo di fare schifo fino a sto punto"
"No è che.. insomma abbiamo 20 e 23 anni neanche e boh... Cioè... Non...non me l'aspettavo così e beh... So cosa pensi a proposito del matrimonio..."
"Era una battuta"
"Ah.."
"Questo non vuol dire che non abbia intenzione di farlo in un futuro"
"Ma tu pensi che.. il matrimonio sia una stronzata e a dirla tutta e a giudicare dalle storie dei nostri genitori beh.. forse anche io"
"Megan tu non sai che per te vale la pena andare anche contro le mie stesse convinzioni"
Gli stringo la mano ma dentro di me in realtà sto impazzendo.

l'inferno nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now