Stigma

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Colui che era stato cacciando dal regno dei cieli siedeva solo su delle travi di legno.
Le immense ali nere erano spiegate e perdevano piume, piume che si posavano sul legno scuro del pavimento danzando prima nell'aria dolcemente.

L'angelo lentamente poggiò i piedi sul legno antico e scricchiolante, le ali pendevano verso il basso, spezzate. Lui sospirò guardando con gli occhi stretti lo spiraglio di luce che entrava in quella vuota e fredda stanza.

Non restava altro che nascondersi a quel bellissimo angelo, aveva commesso dei grossi peccati, ma nonostante tutto non se ne pentiva molto.

Amava vedere la gente soffrire ed essere uccisa per mezzo delle sue stesse mani.

Aveva tredici anni la prima volta che uccise, all'epoca non aveva ancora ricevuto il dono che il divino gli aveva riservato.

Kim Taehyung sorrise maliziosamente leggendo un piccolo bigliettino.
«Così vogliono sterminare noi creature prescelte dal divino.» disse con voce profonda disintegrando il piccolo pezzo di carta «Se ne pentiranno amaramente.

Una donna alta dai capelli biondi camminava accompagnata dalla sua collega più bassa e dai capelli castani, stringeva saldamente tra le mani una cartellina «L'angelo caduto del Signore è il nostro prossimo obiettivo. È unico al mondo, nessuno noto ha la sua medesima mutazione. Al momento è ricercato dalla polizia per diversi omicidi e crimini minori, noi lo prenderemo prima di loro. Gli stiamo creando una stanza speciale, secondo i dati è in grado di teletrasportarsi. Entra nella mente di Jeon, prova a scoprire dove potremmo trovarlo.» la collega bassina annuì sistemandosi agli occhiali «Sì, sarà fatto. Vado subito da Jeon.»

L'angelo caduto uscì dal suo inferno creando un sentiero di piume, non era al 100% delle sue forze, ma poteva ancora combattere per quello che credeva.
Lesse un nuovo biglietto: "Attento, ti stanno dando la caccia, mio dolce angelo."
Taehyung si guardò le spalle per poi teletrasportarsi sul tetto di un'abitazione abbandonata a lui nota.

Il sole stava ormai calando, mentre la luna iniziava a fare il suo ingresso.
L'angelo teneva saldamente tra le mani due pugnali.
Un suono, un piccolo suono attirò l'attenzione del ragazzo che si mise in posizione di difesa.
Un piccolo fruscio.
C'era sicuramente qualcuno lì, qualcuno di veloce e agile.
Un altro suono. Taehyung lanciò un pugnale di scatto fermando la corsa di un soldato prendendolo sul polpaccio.

«Quindi c'é davvero qualcuno.» l'angelo sorrise in modo inquietante e alzando l'altro pugnale si avvicinò al mal capitato che iniziò piano piano ad indietreggiare spaventato «Non aver paura.» rise «Voglio soltanto farti male, molto molto male.» con un colpo di ali Taehyung bloccó la sua preda, gli sfilò dal polpaccio il primo pugnale provocando un urlo alla vittima, Taehyung rise godendo di quelle urla «Sì, sì urla per me!»

Lentamente l'angelo della morte iniziò a torturare il viso della sua preda con la lama dimenticandosi il vero motivo per il quale era uscito dal suo nido.

Sì divertì a torturare quella giovane pelle finché non sentì pungersi dietro al collo. Portò la mano dietro di esso e staccó qualcosa di lungo e appuntito, osservò quella cosa molto attentamente mentre lentamente le forze lo stavano lasciando facendogli vedere il mondo tutto sfuocato.

L'ultimo ricordo furono le sue urla scaturite da un taglio netto di una delle due ali.

Le piume danzarono sotto quel cielo aranciato.

Quando aprì gli occhi l'angelo del Signore vide una luce accecante bianca che lo costrinse a stringere gli occhi scuri.
Aveva le mani legate, così come le caviglie, da cinte troppo resistenti per essere spezzate. Ansimando provò ad alzarsi, ma tutto parve inutile, facendo ció il ragazzo avvertì una spalla troppo scoperta.
Si ricordò del dolore, del netto taglio. Scoppiò in un sonoro pianto quando realizzó che un'ala gli era stata portata via.

«Kim Taehyung. L'angelo maledetto di soli diciannove anni. Hai compiuto più omicidi di un killer professionista.»
Taehyung steso per terra fece un sorriso da psicopatico, beh dopotutto lo era davvero «Sì è vero. Chi sei tu? Hai forse paura a farti vedere?»

La donna bionda continuò a parlare dal microfono osservando attentamente il giovane psicopatico dalle telecamere «Ti farò una serie di domande, voglio che tu risponda con sincerità.»
Taehyung scoppiò in una sonora risata «Anche io avrei delle domande e vorrei che mi rispondessi con sincerità!»
«Taehyung!» esclamò freddamente la donna facendo ammutolire il nominato.
«Molto bene, adesso... Hai mai fatto del male a qualcuno?»
«Sì.» rispose l'angelo con voce profonda.
«Sei consapevole di quello che fai?»
Il ragazzo provó a mettersi seduto in modo invano, poi sospirando rispose «Sì.»
«Hai una famiglia?»
«No.»
«Ultima domanda. Sai cosa sono i mutanti?»
«Sì. Io sono uno di loro pertanto dovrei saperlo.»
«Molto bene Kim Taehyung...»
L'angelo con una solo ala iniziò a dimenarsi provando a liberarsi, urlò in piena crisi «Ti prego!» esclamò urlando «Dove sono? Cosa volete farmi? Vi prego...aiuto! Qualcuno mi aiuti! Chiunque!»
«Taehyung calmati, non vogliamo farti del male, vogliamo solo aiutarti. Hai la mia parola.»
Taehyung respirò velocemente con le labbra schiuse ansimando «Ci sono altri qui?»
«Sì e al momento giusto gli incontrerai.»
L'angelo si placó per qualche secondo, poi una risata malvagia, da folle, rieccheggió nella vuota stanza.

Poi un fischio, una dolce melodia lo fecero star zitto nuovamente, il ragazzo udì quel suono rilassandosi piano piano non capendo se fosse un suono reale o frutto della sua mente.
E mentre quel fischio continuava ad udirsi e a far rilassare il demonio, egli sospiró guardando le sue piume nere sparse sul candido pavimento.
Il suono si palcó e al suo posto nella mente di Taehyung ritornò una scena che aveva cambiato totalmente la vita del giovane.
Urla. Sangue. Lacrime. Bottiglie rotte. Sirene. Sangue. Pugni.
L'angelo pianse da un sol occhio, quello sinistro e sussurrò «Mi dispiace...»

Mi dispiace, mi dispiace

Mi dispiace, sorella mia

Anche se provo a nasconderlo, o a camuffarlo, non può essere cancellato.

Per questo piango.

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