MAMA

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Dieci anni prima.

Perché gli oggetti nella stanza hanno cominciato a fluttuare?
Che mi sta succedendo? Sono così confuso...

Il volto di una madre disperata nel vedere il proprio figlio tramutare in un demone era la cosa più brutta del mondo. Anche lui faceva parte dell'altro mondo, quello governato dall'oscurità, quello in cui la crudeltà era la padrona di tutto.
Il giovane bambino non capiva la disperazione della madre, perché voleva ucciderlo a tutti i costi? E perché se voleva ucciderlo piangeva già addolorata dalla sua morte non ancora avvenuta?

Il mondo fluttuava ed era tutto così dannatamente confuso.

Il bambino si ritrovò a scappare da quella che aveva considerato il suo luogo sicuro. Corse piangendo senza alcuna meta mentre le urla della madre continuavano a risuonargli nella testa.

Mostro, demonio, figlio di Satana.

Si potevano dire tali parole ad un innocente bambino di dieci anni il quale era terrorizzato e confuso a causa dei fenomeni paranormali?
Mai si sarebbe aspettato di esserne la causa.

Il bambino che era denominato dai suoi compagni "raggio di sole" per via del suo perenne sorriso allegro corse più che poteva con mille dubbi, paure...

Il giorno dopo finì in orfanotrofio dove trovò altri bambini marchiati dal demonio.

Crescendo il raggio di sole apprese chi fosse realmente. Quando toccava le persone marchiate dal diavolo riusciva a "risucchiare" la loro rovina fino al momento in cui non toccava un altro marchiato.
Era il più veloce di tutti.
Riusciva anche a mutare la gravità.

Anche lui faceva parte del secondo mondo, quello oscuro, dove il soffrire era una cosa naturale.

Mi dispiace mamma.

Presente.

Colui che un tempo era il raggio di sole giaceva privo di emozioni steso sul pavimento bianco della sua stanza. Sapeva bene che qualcosa esternamente stava succedendo, ma a lui tutto ciò non importava, era da un bel po' di tempo che gli dicevano che presto avrebbe avuto finalmente una vera famiglia, ma a lui questo non importava, non più ormai.

Nella stanza tutto era sospeso in aria quel giorno, solo il ragazzo era saldo sul pavimento fin troppo luminoso.
Hoseok si sentiva così vuoto, per lui nulla aveva senso.
Era rinchiuso lì da due anni, solo, lontano da tutti e tutto. L'unica persona che gli faceva quotidinamente visita era una donna bassa e dai scuri capelli.

Lui era stato il primo a giungere in quel luogo, gli avevano detto che avrebbe trovato la felicità, ma ovviamente tutto ciò era una menzogna.
Col trascorrere del tempo vide quel posto svilupparsi lentamente sino a diventare una vera e propria prigione ove l'unico prigioniero era lui.
Ancora per poco.

«Hobi. La tua famiglia è quì. Presto potrai conoscerli, avere un compagno di stanza... sono certo che stringerai amicizia!»
Il ragazzo si sollevò mettendosi seduto, lentamente gli oggetti fluttuanti tornarono al loro posto.
«Famiglia? Compagno? Amici?»
«Sì piccolo, vedrai che tutto andrà bene adesso...» rispose la brunetta da dietro la porta, c'era una piccola finestrella aperta.
Il ragazzo si guardò attorno con fare bambinesco «Vorranno giocare con me?» «Lo faranno, Hobi.»

Era vero? Al ragazzo non importava più avere una famiglia?
La sua mente era così confusa, così..
Indefinibile. Non sapeva davvero cosa volesse. Non gli importava più avere una famiglia o degli amici, ma allo stesso tempo li desiderava così ardamente.

«Perché sono qui loro?»
«Perché sono come te.»
Hoseok si mise a gattoni e si avvicinò alla porta poggiando successivamente il volto su quella fredda superficie «Farete del male anche a loro?»
«Piccolo... noi non vogliamo farti del male, vogliamo solo aiutarti. Hai passato la tua intera vita sotto sofferenze, noi vogliamo dare fine a tutto ciò.»
«Non c'è modo per colmare la mia sofferenza. Nessuno.»

La donna sospirò dispiaciuta per quel ragazzo, si era affezionato a lui e voleva seriamente aiutarlo in tutti i modi possibili. Vederlo in quel modo in un certo senso la uccideva.
Ma non era solo lui ad ucciderla, anche due dei nuovi arrivati le mettevano tristezza e la uccidevano lentamente.
Jeon e Park. Due ragazzi innocenti, il primo confuso per tutto l'accaduto e torturato a causa dei suoi poteri per scopi più grandi, mentre Park... un ragazzo abbandonato a se stesso che si odiava in una maniera smisurata.
Spesso la donna si domandava se tutto ció fosse giusto, ma non aveva scelta ormai. Era già troppo tardi per qualsiasi cosa.

Erano già molti i mutanti catturati, ma i soggetti più interessanti per i ricconi a capo di tutto erano solo sei: Min Yoongi, Kim Namjoon, Jung Hoseok, Kim Taehyung, Park Jimin e Jeon Jungkook.
Rispettivamente il dio del fuoco, il signore dei metalli, il padrone di ogni cosa, l'angelo, i quattro elementi ed infine qualcosa di fin troppo pericoloso da credere reale.

Non erano le sue visioni , la telepatia o la telecinesi a rendere Jeon Jungkook pericoloso, c'era ben altro, ma era tutto ancora ignoto.

Hoseok sollevò il capo in direzione della finestrella e sussurrò «Mamma...»
«Ti salverò Hobi.»

Mutants || BTS ||Where stories live. Discover now