Capitolo 13

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«Allora,vogliamo cominciare? »

Taehyung chiuse gli occhi mentre lentamente la stanza veniva invasa da del fumo verde.
«Taehyung!» esclamò il dio dei metalli, il demone rise creando vari cerchi neri sul pavimento che iniziarono a girare vorticosamente, si sollevò del fumo nero come la morte oscurando la vista a tutti. Tale fumo prevalse quello verde distruggendolo, i muri bianchi si annerirono, nell'aria si avvertiva solo morte e distruzione.
Quando la nera nebbia si dissolse nella stanza erano svaniti tutti e quattro i mutanti, Seokjin schiuse le labbra sorpreso per quello che si era appena verificato, la dottoressa Smith strinse forte la cartellina stringendo forte i denti «Dannazione, è impossibile!  Cosa diamine è successo? Questa non è forse la stanza più protetta?!» tuttavia la dottoressa bruna e bassina sorrise contenta per Hoseok "Ti sei trovato degli amici, mh Hobi?"

I quattro mutanti fecero il loro ingresso nella citta sotterranea avvolti dalla nera nebbia, Taehyung aveva ancora una mano sul suolo e le ali spiegate, gli altri mutanti li guardarono sbalorditi, Namjoon si stiracchiò guardandosi poi attorno sorridendo «Finalmente ho ristabilito una connessione col mondo esterno.» l'angelo caduto si sollevò ripiegando le ali dietro la schiena, poi fece scricchiolare il collo da un lato e dall'altro «Sei un imbecille Tae...» il nominato ridacchiò picchiettandosi varie volte la fronte con le punte di due dita «Oppure sono troppo bravo e furbo.» Jimin si guardò attorno con le gambe tremanti dando poi dei folli i due Kim, loro lo guardarono in risposta e abbozzarono una risata. Hoseok si guardò invece attorno con gli occhi grandi e camminò dividendosi dai suoi compagni, quel mondo era completamente nuovo ai suoi occhi.
Namjoon chiuse gli occhi incrociando le braccia al petto «Sta arrivando.» «Chi?» domandò Jimin voltandosi poi nella direzione di Namjoon vedendo così in lontananza una figura familiare. «Perché ha del fuoco nella sua mano?» domandò ancora in un sussurro mentre il loro quinto compagno si avvicinava a passo lento, ma fiero, sicuro di sé.
Jungkook era ormai a pochi passi da loro, Taehyung lo guardò seriamente notando in lui qualcosa di diverso e paricoloso «State in guardia.» proferí mettendosi sulla difensiva. Namjoon corrugò la fronte avvicinandosi al compagno telepate salutandolo come un vecchio amico «Ne è passato di tempo Jeon, come te la passi?» il minore chiuse la mano in un pugno facendo estinguere le fiamme «Non so come me la passo. Di certo questa attualmente non è una vita degna. Piuttosto voi come siete arrivati qui?» Taehyung sorrise di lato con gli occhi grandi «Li ho teletrasportati qui, ci stavano per uccidere tutti! Ormai quello che mi occorreva l'ho assimilato, bastava così.» Jungkook guardò l'angelo impassibile guardandosi poi attorno «Hai sempre avuto la possibilità di scappare mio dolce angelo, ma non lo hai mai fatto. Sei stato astuto, i miei complimenti, ma molte cose potevano essere evitate tra cui l'inutile morte di Yoongi.» Namjoon abbassò lo sguardo sospirando «Ci dispiace, abbiamo fallito con lui...» Jungkook si guardò attorno con aria più rigida, Hoseok aveva iniziato a temere il minore, non sembrava lui, non era lui. «Ora che i mutanti più forti di questa piccola parte di mondo sono riuniti la battaglia può iniziare.» annunciò il telepate osservando attentamente Jimin che lo guardava senza parole e tremante. «Battaglia?» domandò l'angelo caduto posando lo sguardo sul minore che rispose subito dopo «È esatto. Il mondo ci disprezza, vuole curarci. Noi siamo il prossimo passo dell'evoluzione umana, temono l'estinzione e quindi vogliono estinguere prima noi.» Taehyung sorrise di lato, poi scoppiò in una risata folle portando una mano sugli occhi «Oooh Jungkook, sei proprio cambiato in questi mesi!» ridacchiò appena guardando il minore con un sorriso laterale agghiacciante e un occhio più stretto rispetto all'altro «Mi piaci proprio un sacco! Hai perfettamente ragione, è giunto finalmente il momento in cui gli umani si inginocchieranno dinanzi alle divinità che hanno provato a sterminare come bestiame! » Hoseok sgranò gli occhi indietreggiando appena afferrando per un polso il compagno Jimin, entrambi i ragazzi non risucivano a riconoscere Jungkook e Taehyung, entrambi parevano aver perso la ragione; certo per il secondo non era una novità era risaputo, ma Jungkook... questi suoi modi erano del tutto nuovi. Era anche vero però che non lo conoscevano ancora bene, quel ragazzo era forse il più misterioso del gruppo, forse anche il più potente e probabilmente addirittura il mutante più pericoloso esistente sulla Terra.

«Trovatevi dove stare, da me non riceverete alcuna ospitalità, la mia abitazione è abbastanza piccola.» Taehyung sorrise «Non preoccuparti, a differenza tua non ho vissuto con mamma e papà, ho dovuto tirare avanti da solo soprattutto dopo che Namjoon mi ha abbandonato.» 
Jimin si guardò le mani attentamente con mille pensieri in testa: doveva tornare a casa? Cosa era successo a sua madre? Cosa le avevano detto? Cosa pensava lei? Il ragazzo non sapeva davvero cosa fare in quel momento. Namjoon poggiò una mano sulla spalla di Jimin annunciando «Potete stare tutti da me, grazie per l'ospitalità Jungkook.» Taehyung si avvicinò ai due compagni seguito da Hoseok mentre guardava attentamente il più piccolo, dopo poco i quattro mutanti svanirono nel nulla. Jungkook restò a guardare il vuoto, poi girò i tacchi tornando alla sua abitazione.

Si chiuse la porta alla spalle "Taehyung può teletrasporsi e magari giungere da me in qualsiasi momento." il ragazzo sì avvicinò al quadro ancora esposto sul cavalletto e restò ad osservarlo a lungo. Nell'osservarlo notò qualcosa di insolito: assomigliava a Yoongi, ma anche a Taehyung, dell'angelo caduto vi erano solo pochi tratti, infine notò che il quadro raffigurava anche lui stesso.
Jungkook, Taehyung e Yoongi in un solo dipinto.

Jungkook aprì vari cassetti, aveva lasciato lì dov'erano tutte le cose del legittimo proprietario di quella casa, (usava anche i suoi abiti non avendo nulla). Il telepate frugò tra le varie cose imbattendosi infine in un accendino bianco, lo prese e se lo rigirò tra le dita notando che su una facciata in verticale c'era scritto "Y.K." il ragazzo pensò subito che si trattassero delle iniziali del proprietario, così frugò ancora alla ricerca di qualcosa anche se non sapeva effetivamente cosa; era mosso dall'istinto.

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