Capitolo 14

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Hoseok sì guardò attorno curiosando «Così vivi ancora in questo dannato camper.» disse Taehyung avendo problemi dì spazio per le sue ali continuando «Tutti e quattro non ci stiamo, soprattutto perché io adesso ho delle ali.» Namjoon prese una bibita sorseggiandola «Che ti devo dire? Tagliale!» l'angelo filminò con lo sguardo l'amico uscendo totalmente da quella abitazione, Jimin osservò lentamente le gocce dell'acqua scendere dal rubinetto dicendo «Almeno rispetto a Jungkook Namjoon si è mostrato più cordiale. Eppure sono certo che lui abbia davvero molto spazio lì.» Namjoon si mise seduto sulla divano letto «Non sappiamo cosa gli frulli per la testa, dob-...» «"Non sappiamo cosa gli frulli per la testa", divertente detto da un telepate...» annunciò Hoseok continuando a curiosare come un bambino, Jimin udendo ciò abbozzò un sorrido divertito, non sorrideva mai eppure quella volta fece un'eccezione.
Taehyung fuori dal camper aveva le ali spiegate che toccavano le pietroline del suolo, teneva lé mani in tasca pensieroso "Peccato che Min non sia con noi, avevo tante domande da porgli essendo in connessione con l'essere considerato la divinità dei mutanti. Jungkook ha ragione, la sua morte è stata solo uno spreco, Min Yoongi doveva restare in vita forse più dì chiunque altro perché lui sapeva cose che nessun'altro mutante al momento sapeva o poteva comprendere: lei.
Taehyung si domandò se fosse possibile riavvolgere il tempo e riparare alcuni errori fatti nel passato.

Seokjin si svegliò nel suo letto, non ricordava di essersi addormentato. Si alzò andando nella sala da pranzo dove prese una mela e l'addentò.
Quella mattina decise di fare un giro in città, non ricordava di dover fare nulla in particolare. Camminò a lungo nella caotica città osservando il mondo attorno con curiosità completamente rilassato, sorrise beatamente guardando il sole splendere nel cielo, in quel momento non stava pensando a nulla, tutti i problemi esistenti in quel mondo marchiato dal diavolo parevano essere svaniti.
Lo scontrarsi con qualcuno lo fece tornare alla realtà, guardò dinanzi a sé non trovando nessuno, perciò corrugò la fronte sentendo la presenza di qualcuno, allungò poi lentamente la mano sussurrando un nome «Jimin?»
Poi si udirono delle grida e delle forti esplosioni in serie.
Seokjin guardò in direzione delle esplosioni, la gente impanicats iniziò a scappare urlando che i mutanti erano una punizione divina. Il ragazzo guardò tra le fiamme distinguendo una figura snella e maschile, trovò quel profilo dannatamente familiare, ma non poteva trattarsi di lui, sapeva benissimo essere morto, nonostante ciò le gambe di Seokjin si mossero da sole correndo tra le fiamme.

Capitolo?¿  2。0

Yoongi stava guardando Seokjin negli occhi «Jungkook?» il maggiore si mise seduto sul bordo del letto «Sai già dov'e è inutile che tu me lo chieda, Yoongi.» il piromane abbassò lo sguardo osservando il pavimento scuro «È la prima volta che un altro mutante mi fa paura. Jungkook me ne fa molta e non ne capisco il perché.» Seokjin guardò attentamente il minore sistemandosi poi il ciuffo dei capelli «Jungkook è un mistero. È diverso da tutti voi, non capiamo in cosa. Probabilmente ha solo dei poteri da telepate eccezionali che in determinati momenti vengono fuori rendendocelo impenetrabile.» il dio del fuoco si alzò dal letto camminando lentamente per quella spoglia stanza pensieroso «Io mi ricordo di te, Seokjin, ci siamo già visti in passato in un'occasione speciale.» il maggiore tra i due confuso corrugò la fronte rispondendo con una domanda «Ovvero?» Yoongi sorrise di lato «Ma come? Non ti ricordi dì come hai...[…]» «[…]sapevi anche il mio nome.»




Seokjin si guardò attorno tra le fiamme guardando per ultima la figura snella.

"Ehi, un attimo..." il mondo attorno al ragazzo si fermò "Tutto questo è sbagliato, io ero in laboratorio, era scoppiato il caos. Perché mi sono svegliato nel mio letto? Cosa sta succedendo qui?" Seokjin guardò dinanzi a sé e prima che il mondo svanisse come se fosse stato risucchiato da un buco nero vide il suo volto, vide Min Yoongi.

La dottoressa Smith guardò Seokjin duramente, il ragazzo in risposta si guardò attorno «Tutto bene? Ti sei letteralmente disconnesso dal mondo.» Seokjin sospirò annuendo e rispondendo che stava bene, poi guardò dove prima vi erano i quattro mutanti «Come facciamo ora che sono scappati?» la dottoressa incrociò le braccia al petto «Li riporteremo qui e studieremo meglio Kim Taehyung. Non credo sia un comune mutante, è stato molto furbo.» Seokjin strinse un pugno «Cosa faremo dopo?» «Mi pare ovvio, li uccideremo senza lasciarceli sfuggire.»

Seokjin camminò a passo lento verso io corpo congelato del dio del fuoco, lo tirò fuori dalla sua capsula e poggiò un palmo sulla sua fronte ibernata "È inutile... I morti non ritornano." il ragazzo sospirò passandosi una mano tra i capelli scuri, sistemò nuovamente tutto allontanandosi da lì, dicendo addio a Min Yoongi più confuso che mai.
"Addio, dio del fuoco."

Il volto di Min Yoongi iniziò a creparsi lentamente.

Jimin era fuori dal camper, stava pensando con le mani in tasca sui binari del treno fuori uso. Deglutí sollevando il capo al cielo e stringendo succesivamente una mano a pugno facendo lentamente germogliare una piccola pianta da quei sassolini privi di vita.
"Forse non ha senso gettare la vita. Se il mondo ritiene tutto ciò sbagliato, forse dobbiamo fare un modo che vedino un contrario con azioni altruiste e caritatevoli."
Namjoon si avvicinò al ragazzo mentre faceva lievitare in aria delle piccole biglie di metallo con cui giocava «Hai ragione Jimin, si vede che non sei stato ancora marchiato dal diavolo. Certo, si dice che "tutti quelli con questo gene sono maledetti dal demonio", ma non è proprio così. Tu sei una persona gentile Park Jimin e oggi hai mostrato a te stesso e a noi come anche tra la morte possa nascere la vita. La vita è un dono prezioso, così come anche le nostre abilità;  sta a noi decidere se vogliamo compiere con esse azioni buone e quindi far vedere la mutazione come una benedizione, oppure compiere azioni malvagie e essere visti come il demonio.»
Jimin portò nuovamente le mani nelle tasche e guardò attentamente il signore dei metalli domandandogli subito dopo «E tu? Come vieni visto?  Cosa hai deciso di fare con le tue abilità?» «Io non lo so, ma posso parlarti di Kim Taehyung.»

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