Capitolo 27

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La porta della strana stanza bianca si aprì di colpo mostrando una donna bassa dai capelli castani e dallo sguardo allarmato «Dottoressa, Jeon...sta perdendo il controllo!»
La donna bionda guardò la collega serrando le labbra, lasciò di colpo la cartellina e iniziò a correre seguendo la castana «Bisogna intervenire adesso!»
[Tratto da: First Love]

Jungkook urlava dal dolore mentre le pareti della stanza iniziarono a creparsi, alcuni medici specializzati lo tenevano immobilizzato al letto con le proprie mani mentre altri gli aggiungevano ancor più cinghie per tenerlo bloccato.
Nella stanza faceva molto caldo, le iridi del ragazzo parevano fatte di fuoco.
Jungkook piangeva dal dolore e si dimenava mentre vari oggetti iniziarono tutti a fluttuare per la stanza.

La dottoressa Smith e la sua collega bruna entrarono di corsa nella stanza, la prima aveva delle siringhe in mano, si avvicinò di corsa al ragazzo e gli iniettò tutti i liquidi nel primo punto libero del corpo.
Le crepe velocemente giunsero fino al soffitto, diramificandosi sempre più velocemente formando qualcosa di simile a delle ali.

La dottoressa Smith portò lo sguardo sul soffitto osservando attentamente le crepe ordinando di procedere subito col prossimo step.
I medici presenti fecero come ordinato, prepararono tutti gli arnesi necessari mentre anche il volto del ragazzo iniziò a creparsi «MUOVETEVI!» ordinò la bionda, la dottoressa mora parve impaurita, osservò immobile il ragazzo pensando al suo Hoseok.

Jungkook urlò a pieni polmoni mentre delle scosse elettriche innondarono il suo corpo.
Ci volle del tempo prima che l'inferno vedesse la fine.
Le crepe lentamente svanirono, Jungkook chiuse gli occhi sfinito mentre implorava aiuto nella sua mente a qualcuno a lui ignoto.

Yoongi restò per minuti interminabili a fissare la cartellina di Jeon Jungkook, non molto tempo dopo forti urla arrivarono nelle sue orecchie, il piromane sobbalzò guardandosi poi in giro per la stanza domandandosi dove cavolo fosse finito.
Quando le urla terminarono al loro posto Yoongi udì la solita melodia, era triste come non mai. Il ragazzo non riusciva a comprendere, sentiva che presto avrebbe perso il lume della ragione.
La melodia continuò con insistenza per poi cessare di colpo.

Presente.

Hoseok e Jimin camminavano da soli per la città che aveva ripreso a vivere lentamente. Jimin si suffermò su una vetrina dove vi era una Tv accesa sui notiziari, guardò con interesse notando che stessero parlando proprio dei mutanti. Hoseok notando l'amico gli poggiò una mano sulla spalla restando sorpreso quando vide in Tv se stesso mentre salvava quegli umani, la giornalista stava argomentando se i mutanti fossero davvero tutti un pericolo per l'umanità.
Mostrarono anche le riprese notturne di quando i due ragazzi avevano sgomberato la città dai detriti della battaglia «Non sapevo ci stessero riprendendo... Che imbarazzo...» disse Jimin coprendosi il volto, Hoseok fece un grande sospiro «Non abbiamo ucciso nessuno, non devi provare imbarazzo.»
Come antitesi la giornalista mostrò Yoongi e Taehyung parlando dei loro crimini, Taehyung era dipinto come quello più pericoloso di tutti avendo alle spalle un passato da vero e proprio serial killer. Hoseok serrò le labbra facendo poi un gran sospiro «Andiamo.»

Passarono due mesi. Jimin e Hoseok ben presto vennero considerati dei veri e propri eroi, alle loro gesta si unirono altri mutanti. Lo stato e il mondo intero iniziò così a domandarsi se quello che stavano facendo era giusto, se fosse meglio fare soltanto una selezione, se fosse più giusto dare la caccia solo ai mutanti seguaci di Yoongi e Taehyung che pian piano vennero visti da tutti come divinità.

Namjoon aveva provato in tutti i modi a colmare la rabbia del suo migliore amico senza alcun risultato. Seokjin non si metteva mai in mezzo; era rimasto lì con loro, ma senza prendere alcuna posizione, ovviamente questo irritava parecchio Taehyung.

Le battaglie degli umani contro i mutanti continuarono in tutto il mondo, i mutanti stessi erano divisi in fazioni: chi seguiva Min Yoongi e Taehyung e chi invece condivideva il pensiero di Hoseok e Jimin.

Passò un mese. In Inghilterra fu dichiarato concluso il periodo di terrore dei mutanti, le persecuzioni finirono, chi avrebbe continuato a torturarli sarebbe stato punito amaramente. I mutanti inglesi iniziarono così ad essere visti come semplici umani e venivano puniti se commettevano crimini così come il resto della popolazione.
Subito dopo seguirono altri stati che però volevano Yoongi e la sua fazione sterminata.

Sulla Terra vigilò il caos, si poteva dire che l'Apocalisse era ormai giunta.
Erano pochi i paesi in cui vigilava la pace, pace che spesso era minacciata.

Yoongi sedeva in altura su una sottospecie di trono, alla sua sinistra vi era l'angelo ribelle, i suoi capelli erano biondissimi, le sue ali più maestose che mai.
Namjoon e Seokjin provavano solo terrore, il minore dei due si sentiva un fallito.
Jungkook sembrava essere cresciuto di colpo, aveva un volto ed un corpo letteralmente più maturo, anche il suo carattere era nettamente mutato ovviamente, forse, a causa dell'influenza di Taehyung e Yoongi.
Il più piccolo si avvicinò ai due, per la prima volta aveva un aspetto di superiorità rispetto ai maggiori a capo di ogni cosa in quel dannato posto pieno di peccati.
Jungkook afferrò Yoongi dal mento sollevandogli la testa, lo guardò dritto negli occhi con iridi fiammeggianti, il maggiore tra i due provò un gelo lungo la schiena, era da molto tempo che non avvertiva questa sensazione osservando il minore.

Seokjin fece un grande sospiro «Mi domando che fine faremo Nam...»
Namjoon guardò dritto dinanzi a sé restando in silenzio per secondi che parevano ore, guardò i tre che ormai parevano aver perso il lume della ragione, desiderò con tutto il suo cuore che il diavolo non si fosse inpossessato di loro, o meglio... Che il diavolo non fosse al loro fianco.
«Jin, ricordati di quello che ti ho detto.»
«Se tutto dovesse andare storto... Devo ricordarmi dell'omicio di Taehyung, dei tentati omicidi di Jimin e dell'incidente di Yoongi...»
Namjoon annuì guardando il suo amico, si mordicchio il labbro sospirando, domandandosi se il maggiore avrebbe mai compreso ciò che intendeva.

Namjoon conosceva Seokjin più di Seokjin stesso.

«Lo avete trovato?» domandò la dottoressa bionda rigida come non mai. «Sì mia signora, lo abbiamo trovato.» la Smith iniziò a ridere malignamente «Finalmente quei piccoli bastardi moriranno tutti!  Finalmente... Il loro dio... È qui!»

Taehyung afferrò Jungkook dal polso sinistro, i due scambiarono un lungo contatto visivo «Finalmente...» disse l'angelo con voce roca.

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