Capitolo 42

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Jimin stava camminando per le strade dall città affollata avendo le mani in tasca. Respirava lentamente mentre guardava dinanzi a sé.
Giunse diverso tempo dopo in un quartiere abbandonato, si guardò attorno andando alla ricerca di un'abitazione che alla fine fortunatamente, o sfortunatamente, riuscì a trovare.
Aspettò che arrivasse l'ora x in cui la sua vendetta sarebbe iniziata.

Jungkook era nello studio di Namjoon, i due telepati si guardarono dritti negli occhi con sguardo preoccupato «Quindi hai capito.» il minore annuì «La fenice me lo ha fatto capire.» il maggiore sospiró passandosi una mano tra i capelli scuri «Finché non realizza ciò che succede non possiamo far nulla.»
Jungkook strinse forte i pugni «Perché non glielo dici e basta?» Namjoon si sistemó sulla poltrona portando poi una mano sulla fronte «Jungkook, è una cosa delicata. Non posso dirglielo e basta, immagina lo shock, non è una cosa semplice!» il telepate più piccolo portò una mano dietro la nuca iniziando a grattarsi lievemente «Se lui non capirà interverrà la fenice che potrà avere sia buone che cattive intenzioni.» «Ho recepito il messaggio, Jungkook.»

Qualcuno bussò alla porta dello studio, Namjoon conoscendo già la persona fuori lo invitò ad entrare, quando la porta s aprì fece il suo ingresso un ragazzino molto più piccolo di loro «Ciao Soobin.» disse il maggiore rivolgendogli un sorriso rassicurante «Scusatemi se vi interrompo...volevo parlare con te, Namjoon... Per quanto riguarda il corso...» Jungkook sorrise in modo spontaneo trovando quel ragazzino così adorabile, sì alzò dalla sedia salutando il suo vecchio amico «Ne riparliamo più tardi.»

Jungkook stava camminando con le mani in tasca senza una destinazione precisa, sospiró pensando a Taehyung  "Perché ci hai abbandonati?", portò un braccio sul volto stropicciandosi un occhio, poi una visione improvvisa lo fece paralizzare.

Urla. Un orologio che segnava un orario. La strada distrutta a causa degli arrampicanti nati dal suolo.

«Jimin...» sussurrò il corvino iniziando a correre verso una meta adesso ben definita.
"Ti salverò! Non puoi cadere nel peccato!"
Jungkok corse per tanto tempo senza mai fermarsi, il cuore gli batteva forte, aveva paura.
Arrivò a destinazione trovando un vero e proprio campo di battaglia, pareva che un intero esercito si fosse scontrato contro un altro, ma in realtà coloro che avevano causato tanti guai erano semplicemente due mutanti molto potenti.
Lisa teneva saldamente in mano una lancia fatta di dimante, Jimin aveva metà corpo ricoperto di fiamme, mentre il suolo era ricoperto di piante rigide. La mutante si precipitò sul ragazzo «Ci tieni così tanto a raggiungere il tuo amico mh?! Ti posso accontentare subito!»
Jungkook udendo tali parole iniziò a correre velocemente nella direzione dei due ragazzi mettendosi prontamente in mezzo a loro due, li guardò con occhi minacciosi e fiammeggianti «Non osate muovere alcun muscolo. Questi scontri sono intollerabili.» Jimin guardò l'amico con gli occhi sorpresi e tremanti «Jungkook? Che ci fai qui tu?» il nominato guardò duramente il maggiore, gli puntò un dito contro dandogli del pazzo «Cosa cazzo vuoi fare mh?! Non è facendo così che avrai Hoseok indietro! Mettitelo in testa che la vendetta in questo caso non serve a nulla. Non me lo sarei mai aspettato da te, iniziare un attacco! Sei davvero impazzito!»
Jimin udendo quelle parole si irritò, strinse saldamente i pugni guardando il suo amico «Tu non capisci! Non sai cosa vuol dire perdere la persona che si ama!» il corvino pensò subito a Yoongi e alla sua morte abbassando poi lievemente lo sguardo «So perfettamente cosa vuol dire perdere una persona che si ama.» Jimin ribatté subito «Non è la stessa cosa! Lui è tornato! Lui è tornato, ma Hoseok non può farlo! Non capisco perché lui sì e il mio Hobi no!» Jungkook guardò il compagno negli occhi, avvicinandosi a lui per poggiare una mano sulla sua spalla «Jimin, non so il perché di tutto questo, ma ti prego di fermare questa follia e di aver fiducia in me. Te ne prego Jimin. Non voglio perdere anche te...abbiamo già perso Yoongi una volta, Hoseok e Taehyung.... Non accetterei mai un'altra perdita.»

Lisa guardò la scena in silenzio ritirando la sua arma, non voleva far del male a Jimin, tutto quello che aveva fatto adesso su quel suolo era solo per legittima difesa.
Jungkook accolse il suo amico tra le braccia che singhiozzava chiamando il nome del defunto amore. Lisa si mordicchio il labbro e disse «Prendetevi cura di voi. Amatevi e proteggetevi sempre dandovi conforto l'un l'altro. Avere degli amici è importante, poiché ti salvano la vita.»

Jungkook camminava tenedo un braccio attorno alle spalle del ragazzo più basso «Jimin... Hai noi al tuo fianco. So che è dura, non credi che anche noi stiamo soffrendo per la sua scomparsa? Io vado a trovarlo ogni settimana, gli cambio ogni volta i fiori. Resto lì, seduto per terra dinanzi alla sua tomba parlandogli e riferendogli ogni mio turbamento. Mi auguro davvero che lui ascolti le mie parole, ma sono certo che lo faccia. Lui ci protegge e ci guarda ogni giorno...e penso che la stessa cosa lo faccia Taehyung...» Jimin scosse la testa udendo il nome dell'angelo «Taehyung non contarlo proprio. Non è la stessa cosa.» «Invece indirettamente lo è! Non abbiamo seppellito il corpo solo perché l'ho disintegrato assieme a Taemin!» l'altro sospirò «Senti, non ci capisco nulla riguardo Taehyung e per quanto gli voglia bene nonostante tutto, al momento non riesco a pensare a lui e a dove sia o cosa sia.»

Il minore sospirò passandosi poi una mano tra i capelli «Vuoi venire da me o andare a casa tua?» Jimin arricció il naso gonfiando poi appena le guance «Non voglio disturbare.» Jungkook sorrise in modo rassicurante «Ma non è assolutamente un disturbo, dai vieni... Ho lasciato Yoongi confuso e pieno di domande.»

«Non posso dirvi nulla riguardo Jin, attualmente è davvero pericoloso.» proferí il telepate stando seduto sul comodo divanetto del salotto, teneva le braccia sulle gambe tenendo le mani giunte. Yoongi emise un lungo sospiro passandosi una mano tra i capelli «Non voglio insistere, ma ti prego Jungkook... Se ci sono guai in vista voglio saperlo. È per la soppravivenza di tutti.» il ragazzo strinse le braccia al petto guardando profondamente il suo compagno, Jimin li guardò confuso ed anche a disagio «Sento come se un periodo buio stia arrivando.»
Jungkook guardó l'amico seriamente «Infatti sta arrivando. Dobbiamo tenere gli occhi aperti. Non c'è un nemico concreto questa volta.»
Il dio del fuoco si passò l'indice sulle labbra «Hai avuto una visione, Jungkook?» il piccolo abbassò il capo stringendo il tessuto dei pantaloni tra le dita «Una cosa del genere. Ho visto il caos. Tutto questo è molto peggio di quel falso dio...»

Taehyung sospirò aprendo gli occhi completamente neri, era immerso nel lago ghiacciato e le catene spesse e nere gli stringevano in modo fastidioso le cosce, il petto, le braccia ed il collo. I capelli del ragazzo galleggiavano verso l'alto mentre le ali erano bloccate verso il basso, le fiamme in superficie illuminavano lievemente il luogo. "Vivrò così per l'eternità. Oh Jungkook, Jungkook... Mio amato Jungkook..."
L'angelo si ritrovó a piangere dopo secoli che non lo faceva più, si dimenó appena, ma le catene gli strinsero il corpo maggiormente.
Pianse, nei secoli passati quel lago non fu mai per lui così soffocante, non aveva nulla per il quale combattere, viveva solo per scontare la sua pena come tutte le altre anime dell'Inferno. Ma ora tutti era cambiato, nella sua ultima vita aveva ritrovato il suo amore peccaminoso, questa sua punizione adesso era fin troppo dolorosa. Lui voleva solo stargli accanto, voleva amarlo anche se c'era già Yoongi a farlo "Dannazione... Vorrei tanto tornare a quel maledetto giorno...vorrei tanto che tutto cambiasse..."

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