Capitolo 9

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«Che significa questo?» disse la dottoressa bionda estrefatta per la scena, le sue colleghe si avvicinarono guardando la stanza con gli occhi spalancati. Seokjin arrivò di corsa recitando bene la sua parte in quel gioco iniziato da Yoongi ed elaborato da Namjoon. «Dottoressa Smith! Dottoressa Smith! Devo dirle una cosa importante su Jeon Jungko-» il ragazzo arrivato nella stanza si bloccò di colpo fingendo di essere sorpreso per la scena «Oh no...» sussurrò «È tardi...» la dottoressa guardò il collega con i suoi occhi verdi spalancati e gli "ordinò" in maniera rigida di dirle quello che aveva da riferire riguardo Jungkook.
«Jungkook e Yoongi anche se individui diversi sono connessi. Jungkook è la fenice. Senza Yoongi non può vivere quindi ecco...»
«Uccidendo Yoongi abbiamo ucciso anche Jungkook?» Seokjin annuì «Ho scoperto questo valutando i vari avvenimenti e facendo piccole ricerche. Le fenici risorgono dalle loro ceneri, ma non in quel senso...Yoongi è morto, ma la fenice che aveva preso possesso di Jungkook risorgerà in un altro corpo e andrà alla ricerca di un'altra persona.»
«Sembra assurdo...» rispose una collega «Dovete credermi, seguitemi vi spiegherò e mostrerò tutto!» ribattè il ragazzo.

Ovviamente tutto ció era falso, un'invenzione dei mutanti, ma tutta quella messa in scena funzionó.

Tre mesi dopo.
«Perché non troviamo una cura?!» esclamò con rabbia la dottoressa Smith, Seokjin stringeva i pugni con la testa bassa sentendosi macchiato da un peccato immenso. Il ragazzo si era convinto col tempo che fosse lui stesso la cura che suo padre e gli altri cercavano ovunque ardamente. Seokjin sussurrò «Se quei ragazzi dovessero tornare normali, non verranno uccisi vero?» la dottoressa lo guardò «Certo che verranno uccisi, alcuni sono macchiati di crimini!»
Seokjin appoggiò i palmi delle mani sulla scrivania pensieroso, la donna bionda lo guardò con aria interrogativa. Sapeva bene che il ragazzo era contro lo sterminio dei mutanti, contro la loro repressione ma non capiva il motivo.
Qualsiasi azione avrebbe fatto Kim Seokjin, il destino di quei sei mutanti era già stato scritto da tempo, lui era certo che se non fosse stato per la mutazione quei ragazzi sarebbero stati comuni e senza peccati. Si ritrovò a pensare a Namjoon in particolare, si domandava quale fosse il suo peccato, da dove provenisse la sua mania per i veleni. Il ragazzo si ritrovò a pensare alle parole di Jungkook la prima volta che lo vide, gli disse che lo avrebbe aiutato, che ci sarebbe riuscito ed infatti ciò si era verificato. Ma gli altri? Saranno salvati o lasciati al loro triste destino?
Seokjin ormai non sopportava più le torture quotidiane effettuate su quei ragazzi; se prima si trattava solo di studi, adesso erano delle vere e proprie torture crudeli.
Taehyung non era più Taehyung, i suoi capelli biondi avevano una ricrescita scura, sembrava una metafora tra il mondo della luce e del buio. Hoseok era più timoroso del solito, si era completamente chiuso in se stesso, Jimin si era invece rassegnato e aspettava la morte a braccia aperte, solo Namjoon sembrava l'unico a resistere più di tutti gli altri.
Cosa doveva fare? Rivelare la sua vera natura? Farli evadere anche se era praticamente impossibile ora come ora?
Ogni cosa in quel momento sembrava errata, nel cuore del ragazzo vi erano mille emozioni, sentiva che poteva esplodere da un momento all'altro.

Seokjin si ritrovò a vagare solo per i corridoi, voleva piangere ma sentiva gli occhi troppo secchi.
Entrò nel bagno di quella struttura aprendo l'acqua, la fissò scorrere, poi lentamente quel liquido divenne più compatto, ma non come se fosse stato ghiacciato. Seokjin la guardò con le labbra schiuse, che stesse perdendo il controllo del suo potere?
Indietreggiò subito dopo aver chiuso il rubinetto appoggiandosi al freddo muro di piastrelle bianche di quella stanza.

Hoseok guardò Jimin e nel bel mezzo del silenzio proferì «Ho toccato Jungkook la prima volta che l'ho visto. Quel giorno ho visto qualcosa, penso il futuro. Quello che ho visto non si è ancora verificato. Riguardava Jungkook stesso e Yoongi. Succederà qualcosa Jimin...» Jimin guardò impassibile il maggiore poi dopo diversi secondi rispose «Non accadrà nulla ora. Non disturbarmi più e aspetta la morte insieme a me.»
Hoseok guardò il minore con le labbra serrate, poi strinse i pugni dicendo «Se vuoi tanto morire perché non ti uccidi tu stesso?» Jimin guardò il soffitto prima di rispondere «Ci ho provato, ma non ci sono mai riuscito.»

Seokjin entrò in una stanza gelata, si avvicinò ad un cassetto immenso che aprì, al suo interno congelato vi era un corpo che giaceva rilassato con le braccia lungo i fianchi, i suoi abiti erano eleganti. Il maggiore tra i due poggiò un palmo della mano sulla fronte del ragazzo con le lacrime agli occhi sussurranso «So che sei ancora quì con noi...»
Il ragazzo guardò la divinità dai capelli scuri con aria cupa e continuó a parlare «Ti prego...»

Jeon Jungkook camminava per la grande città smarrito, aveva un cappuccio in testa e proseguiva a testa bassa mentre sentiva i pensieri delle persone per noia. Aveva trovato rifugio nella città sotteranea dei mutanti, aveva stretto amicizia con altri che rispetto agli altri sei conosciuti in quella clinica non avevano niente di speciale. Beh infondo anche lui era niente di speciale. Era un telepate e allora? Anche Namjoon lo era. Aveva delle visioni sul futuro, ma era certo che anche quello era diffuso come la telepatia.
Tornò a "casa" non molto tempo dopo, si sentiva a disagio qualche volta in quel posto, alcuni mutanti lo facevano rabbrividire.
Jungkook era ormai senza soldi, quelli forniti da Seokjin erano finiti da un bel po' di tempo, per avere alcune cose il ragazzo era arrivato addirittura a commettere piccoli crimini manipolando le menti delle persone, sapeva essere sbagliato, cavolo se lo sapeva ma che alternativa aveva?
Non poteva farsi una nuova vita, la sua unica possibilità era la città sotterranea dove Jungkook era certo esserci stato già in passato, ma non ricordava né come e né perché.

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