CAPITOLO 4

3.8K 110 34
                                    

POV'S ELENA

I miei occhi sono infastiditi dalla luce del sole che entra dalla finestra.
Apro lentamente le palpebre e mi accorgo subito di non essere nella mia stanza, ma in quella di Niccolò.
La mia testa è appoggiata al suo petto mentre le sue braccia circondano il mio corpo e mi fanno sentire al sicuro.
Vorrei restare così per tutta la vita, svegliarmi la mattina in questo modo per vivere la giornata in modo sereno e tranquillo.
Rimango ad osservare il suo viso da bambino spensierato e ingenuo per un bel po', quando anche i suoi occhi iniziano piano piano ad aprirsi mostrando un Niccolò, stanco e ancora assonnato.

< buon giorno> dice con voce roca e sbadigliando nello stesso istante.

< a te > rispondo sistemando il mio viso sul suo petto.

< hai visto che sono rimasta? >

< non avevo dubbi > dice lui dandomi un bacio sull fronte.
Guardo l'orologio e noto che solo le 9:26, Anna sarà già sveglia e sono più che sicura di poterla trovare in cucina.

< ci alziamo? > chiedo cercando con lo sguardo gli occhi di Nic che invece guardano il soffitto mentre ha una sorriso leggero sulle labbra che ieri ho sfiorato e che desidero.

< anche se vorrei restare così, mi sa che ci tocca > continua lui posando i suoi occhi sui miei finalmente < anche perché sto a morì de fame >

Tolgo le coperte e mi dirigo in cucina, come se questa ormai fosse casa mia, ma dopo ben 11 anni circa, se non di più, posso davvero considerarmi di famiglia in questa casa.

< ciao Anna > saluto mentre vedo la donna seduta a tavola, imbandita con biscotti, crostatine, brioche, latte cereali e chi più ne ha, più ne metta.

< ciao tesoro, questa notte volevo chiamarti per farti dormire comoda, ma poi vi ho visti e mi sembrate così carini> mi comunica lei.

La cosa mi mette davvero molto imbarazzo.
Sorrido debolmente mentre Niccolò mi affianca stiracchiandosi.

< buon giorno> dice sbadigliando.
Si siede a tavola e mi invita a farlo tirando leggermente il mio braccio dal momento che ero rimasta imbambolata sull'uscio della cucina.

Mangiamo tutti in rigoroso silenzio, nessuno osa proferire parola.
Guardo l'orario e molto probabilmente essendo mattino inoltrato i miei genitori saranno già tornati a casa.

< questa sera vieni alla festa? > chiede Niccolò interrompendo quel silenzio glaciale < io sono costretto ad andarci >

< non so, sai che non mi piacciono le feste >

< sì lo so, ma dal momento che non hai nulla da fare> dice lui bevendo un sorso si latte.

< vedrò cosa fare, in caso vengo qui con Adriano oppure dopo da sola > gli comunico mentre annuisce.
Poi mi ricordo una cosa importante.

< tra una settimana è il tuo compleanno> quasi urlo gioiosa.

< oh che notizia, fortuna che me l'hai ricordato tu altrimenti non so davvero come avrei fatto > dice con finto tono teatrale sorpreso.

< ma smettila sei sulla soglia dei 20 anni, non è una cosa da niente > dico io ridendo mentre gli tiro una manata leggera sulla spalla.

< ahi > dice lui toccandosi la parte superiore del braccio e il punto che gli ho "colpito".

< ma smettila che non ti ho nemmeno toccato >

Ritrova I Tuoi Passi... [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora