CAPITOLO 10

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POV'S NICCOLÒ

< hai il suo numero di telefono? > chiedo abbastanza irritato, ma cercando di mantenere la calma.

< sì, qual è il problema? > chiede lei bloccando la chiamata.
Ha pure il coraggio di chiedermi quale sia il problema.
Davvero non riesce a capirlo?
Non è un bravo ragazzo, non mi piace che le stia accanto e lei invece gli lascia il suo numero di cellulare.
Non sono geloso, non potrei mai esserlo perché Elena è solo un'amica, ma il fatto che abbia accanto qualcuno non mi piace e non riesco a spiegarmelo.

< no, però dovresti stare attenta > dico sfiorandole la mano < non mi fido di quello >
Lei sbuffa sorridendo.

< sei davvero protettivo nei miei confronti > dice lei guardandomi.
So di esserlo e non mi importa di risultare troppo pesante alle volte, io voglio solo il suo bene e lo farei anche a costo di opprimerla con le mie raccomandazioni.

< è vero, ma lo faccio per te > le comunico lasciandole un bacio sulla fronte < io vado, notte Giusy >

< notte Peter >

Era da un po' che non la chiamavo Giusy.
Mi piace molto come nome, sembra che se lo sia cucito addosso come Peter Pan si è cucito la sua ombra.
In realtà è nato tutto per gioco, senza un apparente motivo.
A 17 anni ho iniziato a scriverle una delle canzoni più importanti per me e  nella quale mi rivedo molto.
Non sono ancora riuscito a concluderla, mi mancano alcune strofe, perché col passare del tempo alcune cose sono cambiate.
Se avessi usato il nome Elena, non avrebbe avuto il giusto suono o meglio, non suonava bene nel complesso.
Poi non è che desideravavo e desidero tutt'oggi che lei sappia di questa canzone e quando le farò ascoltare il pezzo concluso non voglio che sappia che è di lei che sto parlando, anche se forse lo capirà.
Quindi mi piaceva il nome Giusy e come risuonava nel testo e nella melodia.

Torno a casa ripensando a tutto quello che sta accadendo in questi giorni.
Il contratto con la casa discografica, l'incontro che presto avrò l'onore di fare con Fabrizio Moro e infine il bacio con Elena.
Quello non riesco proprio a dimenticarlo.
Eppure fino a qualche tempo fa, vedevo Elena come una mia potenziale sorella, ma la verità è che in fondo l'ho sempre sentito che sarebbe stata mia.
Che poi è sbagliata questa cosa, perché lei non è mia.
È una rondine solitaria che vola libera nel cielo, non ha me al suo fianco, io non sono niente per lei e di conseguenza non è mia.
Che sciocchezza la vita, ti fa fare pensieri strani e poi ti domandi che se in fondo avessi il coraggio di fare quello che evitiamo di fare per paura, la nostra vita sarebbe diversa.
Se dessi voce ai miei pensieri, cosa che faccio già con le canzoni, nella quotidianità, proverei a capire realmente i miei sentimenti.
Capire se Elena è la cosa più importante per me.

La notte sfuma ed è la l'alba di un nuovo giorno, i pensieri mi hanno tenuto occupato, mentre la luna era alta nel cielo e illuminava i tetti di Roma e parte della mia anima sola, triste e malinconica.
Il non chiudere occhio per le preoccupazioni è una cosa che mi capita spesso.
Adesso nella mia mente c'è solo Elena e la chiamata fatta da Samuel.
Mi chiedo se abbia poi risposto ad una successiva telefonata o se comunque si siano sentiti e abbiano parlato al cellulare tutta la notte.
Un po' come succede nelle commedie americane per le ragazzine.

Messaggio da Adriano:

Aò non per dire, ma oggi che se fa?

Niccolò:

Già sveglio?

Non lo so, vengo sto pomeriggio a casa tua e decidemo là .

Ritrova I Tuoi Passi... [COMPLETA]Where stories live. Discover now